Altrabenevento: la Luminosa è un affare bipartisan
Il Quindicinale BENEVENTO del 9 ottobre 2009
“La Luminosa incompatibile con Ptr e Ptcp”
Intervista con Gabriele Corona, presidente di Altrabenevento
(………..)
L’assurdo poi è che i consiglieri del Pdl, per lo più di provenienza aennina, premano verso l’amministrazione perché siano prese iniziative contro provvedimenti che loro stessi, o i partiti che rappresentano, avevano favorito. Infatti, dopo aver chiesto la restituzione ai cittadini della tassa sulla depurazione, introdotta nel ’94 dal sindaco aennino Viespoli, cosa che ancora non è avvenuta, si stanno distinguendo nell’assumere posizione contro l’insediamento di una centrale elettrice della Luminosa in località Ponte Valentino, insediamento che le attuali amministrazioni di Comune e Provincia di Benevento non vogliono.
Noi abbiamo chiesto a Gabriele Corona, presidente dell’associazione Altrabenevento, di sapere come questa impresa sia arrivata a Benevento, attesa la posizione contraria assunta da Comune e Provincia.
“Come al solito”, ha affermato Corona, “tutti dicono di essere contrari alla realizzazione della centrale elettrica, come se nessuno avesse sostenuto l’iniziativa della Luminosa di venire a produrre energia elettrica a Benevento. In verità, invece, l’individuazione di Ponte Valentino come insediamento della Luminosa nasce a Napoli, nel 2002, su iniziativa di Gaetano Cola, allora di Forza Italia, presidente della Camera di Commercio, e di un gruppo di imprenditori vicini ai Ds, tra cui Marcello Fasuli. L’operazione fu sostenuta da Franco Russo, che allora era presidente regionale della Lega delle Cooperative, e, per quello che mi è dato sapere, anche dall’on. Costantino Boffa. E’ una di quelle operazioni affaristiche che incontrano il favore di rappresentanti politici dei due schieramenti”.
Rispetto alla posizione, contro tale insediamento, assunta da Provincia e Comune di Benevento, che intendono valersi di fonti rinnovabili, la Regione prende tempo. C’è della buona fede rispetto a questa posizione attendista, oppure il discorso potrebbe essere ricondotto al sostegno bipartisan, ottenuto dalla Luminosa?
“La posizione della Regione è particolarmente contraddittoria. Avendo sostenuto, infatti, che il deficit energetico delle aree interne della Campania necessitava di una centrale, tra Benevento e Flumeri, quali località proposte per insediarvi un centrale elettrica, aveva scelto Flumeri. Adesso, però, sembra che la Regione voglia prendere in considerazione l’idea di realizzare due centrali, una a Benevento e una a Flumeri, nonostante in questi anni abbia detto di voler puntare anche sulle energie rinnovabili. Il problema è che, con la scusa che vi è un deficit energetico, si sta autorizzando di tutto: oltre alle predette centrali, anche le pale eoliche e i grandi parchi per il fotovoltaico”.
Dal modo come è nato, nel 2002, l’insediamento della Luminosa a Benevento, sembra strano che il Pdl incalzi così tanto le due maggiori amministrazione di centro sinistra di Benevento!
“Al di là dell’inciucio tra centro destra e centro sinistra, i fatti dicono che il Consorzio Asi ha assegnato, alla confluenza del fiume Tammaro nel Calore, prima temporaneamente nel 2003 e poi definitivamente nel 2006, un lotto di terreno, per l’insediamento di questa centrale. Nel 2004, e poi nel 2005, gli strumenti urbanistici della Regione sono cambiati, per cui quell’area, non distante almeno 500 metri dai due fiumi e compresa in una fascia stretta, attraversata anche dalla ferrovia, non è più idonea per costruire una centrale del genere. Il consorzio Asi avrebbe dovuto adeguare il suo piano urbanistico al piano territoriale di coordinamento della Provincia di Benevento e al piano territoriale regionale. In più, invece, ha dato alla Luminosa, che nel progetto non prevede la realizzazione di un depuratore, la disponibilità del proprio depuratore dall’altra parte del fiume Calore”.
Infatti, dei tubi dovrebbero scavalcare il fiume!
“Se il progetto avesse previsto questo attraversamento, la Sovrintendenza non avrebbe dato il consenso. La Provincia di Benevento, che sa queste cose, anche perché gliele abbiamo dette da tempo, avrebbe dovuto imporre al consorzio Asi, di cui è socia assieme al Comune e alla Camera di Commercio di Benevento, una scelta netta. Infatti, solo nell’ultima seduta del Consiglio provinciale, su nostra pressione, ha adottato una delibera, in cui dice che il lotto non è urbanisticamente idoneo dopo l’approvazione del ptcp. Tuttavia, allo stato, la concessione quel lotto non è stat ancora revocata”.
In un suo comunicato, Altrabenevento ha detto che la valutazione favorevole di impatto ambientale risale al 2006. Perché finora hanno taciuto Comune e Provincia?
“La questione è che, dal 2008, la valutazione favorevole di impatto ambientale è diventata un decreto. Ora dal 2006 al 2008 c’era tutto il tempo perché le amministrazioni impugnassero questa valutazione. Noi, intanto, abbiamo chiesto al Ministero di revocare il decreto per autotutela, anche perché la vicenda ha del clamoroso. Infatti, la commissione di valutazione di impatto ambientale prende in considerazione il fatto che quell’area ha già un forte impatto ambientale, causato da inquinamento stagnante. Quell’area, costituita da una conca in una zona molto umida, è stata già dichiarata dalla Regione Campania abbisognevole di una bonifica. Quindi, non si può aggiungere ad un inquinamento stagnante quello causato da una centrale elettrica impegnata a bruciare metano per produrre 385 mega watt di potenza. Come hanno pensato di risolvere il problema? Vendendo il calore prodotto dalla Luminosa alle aziende del luogo. Le quali dovrebbero dimettere i loro impianti, costruiti con i loro soldi, per essere serviti dalla Luminosa. In questo modo, l’inquinamento causato dalle aziende per produrre acqua calda verrebbe rimpiazzato da quello causato dalla Luminosa, una ipotesi, questa, assurda certamente, che, respinta dalle aziende, è stata invece accolta dal Consorzio per riscaldare i propri uffici, determinando la valutazione favorevole di impatto ambientale. Oltretutto, i tubi per portare acqua calda nelle aziende non sono previsti dal progetto della Luminosa”.
Altrabenevento ha denunciato anche l’esistenza, a Ponte Valentino, di un altro impianto di produzione di energia elettrica.
“Questa è un’altra cosa clamorosa. Dal 1992, è stata costruita, con i soldi della Regione Campania, una centrale termoelettrica, per la produzione di energia elettrica e di calore della potenza di 3 mega, a Ponte Valentino. Si trova proprio a vicino alla sede del Consorzio. Quella centrale non è mai entrata in funzione. Soldi dei cittadini sperperati. Una delle ragioni per cui non è entrata in funzione è che anche essa doveva produrre energia e calore da vendere alle aziende del posto le quali non ne hanno mai fatto richiesta, avendo considerato conveniente costruire propri impianti di riscaldamento e acquistare energia elettrica dall’Enel. Ma anche qui c’è del clamoroso. Il Consorzio Asi, qualche anno fa, ha affittato quella centrale alla società Abm di Bergamo, la stessa società, a partecipazione della Provincia di Bergamo, quindi a partecipazione pubblica, che voleva fare la centrale a biomasse a San Salvatore…”.
…rispetto alla cui realizzazione, allora, sì è opposto il centro destra, che era opposizione anche a Roma. Qualche mese fa, però, Gianni Letta, uomo di fiducia di Berlusconi, ne ha sollecitato, verso la Provincia, l’insediamento, sempre in S.Salvatore Telesino. Come si spiega questo fatto?
“L’abbiamo già vista questa storia a Benevento con il caso Zamparini. Fino a che c’era il centro destra a Palazzo Mosti, Zamparini veniva favorito dal centro destra; quando poi è cambiata l’amministrazione, il centro destra, divenuto minoranza, si oppone a Zamparini. Questo gioco delle parti lo abbiamo già visto. Ma torniamo a parlare di quest’altra centrale di Ponte Valentino, per la quale l’Abm ha pagato un fitto per 2 anni al Consorzio, senza mai metterla in funzione. Adesso, però, la cosa gravissima è che, dal 15 febbraio 2009, il Consorzio Asi ha affittato di nuovo quello stesso impianto a un’altra società, l’Antares Energy di Napoli, la quale ha fatto già richiesta alla Regione Campania per trasformare l’alimentazione della centrale, da gas metano a biomasse. Lo strano è che questa centrale dovrebbe pure produrre energia elettrica e calore per le azienda del luogo, quando si sa che queste non vogliono essere servite né dalla Luminosa, né dall’Antares”.
La Luminosa ha assicurato 500 posti di lavoro. Può far breccia questo discorso?
“Anche Zamparini prometteva 500, 900 posti di lavoro. Poi si è visto cosa è successo. Ma io ci tengo ad aggiungere che l’impatto di cui non si parla, l’impatto complessivo che causerà la costruzione di quella centrale, non è semplicemente determinato dall’occupazione, da parte della Luminosa, di un lotto di 100.000 mq. Per fare quella centrale, è necessario costruire un metanodotto, che partendo da una grossa centrale di metano che si trova a Pietrelcina, dovrebbe percorrere quasi 5 km sulle pendici del fiume Tammaro, sulla collina del territorio di Pietrelcina che, lungo il fiume, confina con quello di Paduli, per arrivare a Ponte Valentino. E questo metanodotto dovrebbe essere completamente interrato, con tanto di espropri ai danni dei contadini di quella zona e con un impatto notevole, perché quella è un area di interesse archeologico. In più, per mettere in funzione quella centrale, bisognerebbe costruire un elettrodotto, che, interrato per 2 km, dovrebbe poi essere portato in superficie con l’ennesimo elettrodotto aereo, che attraverserebbe tutte le colline di contrada Acquafredda, per arrivare dietro la stazione centrale di Benevento, dove l’energia elettrica verrebbe messa in rete”.
Quindi l’Enel sarebbe un cliente della Luminosa?
“Io non so che tipo di accordo c’era tra di loro. Però, non c’è nessun vantaggio, nemmeno sulla riduzione dei costi di energia elettrica, per la comunità locale. La comunità locale, rispetto all’insediamento della Luminosa, che dovrebbe bruciare gas metano, con un impianto vecchio e obsoleto, (superato dal mercato, dice qualcuno – ndr), avrebbe solo un forte inquinamento ambientale, la devastazione di un territorio e l’inquinamento elettromagnetico provocato dall’elettrodotto. La Luminosa, nata a Napoli, per iniziativa di operatori di ambedue gli schieramenti, è finita per il 94% nelle mani di un colosso dell’energia, la Bkw, una società svizzero-tedesca. La Bkw realizzerebbe, come altri, questi impianti, perché ha bisogno di dimostrare di poter partecipare alla liberalizzazione dell’energia. Quindi ha interesse a comprare centrali, anche non particolarmente efficienti, pur di dimostrare che è una società potenzialmente capace di produrre un certo quantitativo di energia. La Bkw, non a caso ha comprato anche il 33% di una holding, la Fortore Wind, che, composta da 3 società (una ha sede a Cesena, una ha sede a Lucera e un’altra ha sede a San Giorgio del Sannio), è anche legata ad ambienti dell’ex Ds. E forse è questo il motivo per cui, a parte le dichiarazioni di principio, la Regione prende tempo. Ma ricordiamo anche che il Consorzio Asi, in questo momento, è commissariato e che commissario è il dottor Diasco, un funzionario dell’assessorato alle attività produttive della Regione Campania. Questo è un altro mistero di questa storia. Come tutti sanno, il commissariamento di quel consorzio fu inventato nel 2006, quando Mastella pretendeva di avere un incarico per un suo uomo, incarico che potesse, in qualche modo, bilanciare quello perso dal suo partito nell’Iacp. Il dott. Abbate fu nominato commissario, incarico poi revocato, per le note vicende giudiziarie, che hanno coinvolto la famiglia Mastella. Ma, se andiamo a leggere gli atti con i quali la Regione Campania, ha deciso il Commissariamento del Consorzio, ci troviamo di fronte ad una delibera, che viene rinnovata ogni 6 mesi, perché l’incarico del commissario dura 6 mesi, non per gestire l’ente, ma per fare una cosa molto semplice: ripristinare gli organi, attraverso la convocazione di Comune, Provincia e Camera di Commercio, che sono soci del Consorzio”.
Giuseppe Di Gioia
pedigio@tele2.it
Intervista con Gabriele Corona, presidente di Altrabenevento
“La Luminosa incompatibile con Ptr e Ptcp”
Francamente, non crediamo che i partiti puntino ad escludere sistematicamente le donne dalla vita politica, a ogni livello. Possiamo dire che la donna che si avvicinava al partito nel quale abbiamo militato attivamente per molti anni veniva subito impegnata e valorizzata, senza neanche aspettare che si facesse le “ossa”, una specie di tirocinio che caratterizzava un po’ la vita di tutti i partiti della Prima Repubblica, in quanto allora finiva alla gogna chi, con la massima disinvoltura, senza aver subito una crisi di coscienza, passava da un partito all’altro, anche perché i partiti erano ideologizzati.
Le donne fruivano una sorta di privilegio, non soltanto nel nostro partito, in quanto poche erano quelle che si avvicinavano alla politica. Oggi la situazione non è cambiata di molto. Tuttavia, vi è una sollecitazione nel favorire la presenza di donne alla guida di enti e negli organi elettivi.
Il caso di Taranto, dove il presidente della Provincia non ha nominato nessuno donna nella composizione della giunta, ha riproposto il problema.
Così, la presidente del Consiglio Regionale della Campania, la signora Sandra Lonardo Mastella, è partita all’attacco del sindaco di Benevento, Fausto Pepe, suo ex pupillo, nel denunciare la non nomina di una donna in giunta, come se il partito di suo marito, l’Udeur, non avesse fatto parte dell’amministrazione attiva fino al mese di febbraio scorso, quando suo marito, non seguito da sei consiglieri su dieci, oltre al sindaco, decise di passare alla corte di Berlusconi. Infatti, non ci risulta che, nel mese di giugno del 2006, quando è stata costituita la giunta di Palazzo Mosti, l’Udeur, che aveva guidato la coalizione di centro sinistra, uscita vittoriosa dalle elezioni del 28 e 29 maggio, avesse posto il problema di una presenza femminile nell’esecutivo, anche perché nessuna donna era stata eletta in Consiglio, anche nei partiti della maggioranza. Avremmo plaudito l’attuale iniziativa della signora Mastella, se allora si fosse adoperata nel far nominare una donna tra gli assessori spettanti al partito del marito.
Non possiamo invece non riconoscere a Berlusconi di essersi prodigato, in misura maggiore nel 2008, nel nominare deputate giovani donne, alcune approdate alla politica da poco tempo. Una scelta, questa, che è stata ribadita da Berlusconi anche nelle recenti elezioni europee, nel fare eleggere anche donne che prima, in Rai, puntavano l’indice nell’annunciare i programmi.
Che poi queste giovani deputate non riescano ad essere seguite, nelle loro direttive, come accade alla coordinatrice provinciale del Pdl, Nunzia De Girolamo, è un fatto di cui possiamo solo prendere atto. L’ultimo episodio riguarda il non riconoscimento del capo gruppo del Pdl al Comune di Benevento, espresso in quota ex An nella persona di Nazzareno Orlando, da parte dei due consiglieri della ex Forza Italia, di due cristiano-democratici verso il Pdl e di due giovanardiani, che hanno dato vita ad un altro gruppo del Pdl, A parte il fatto che il gruppo di Orlando è costituito da otto consiglieri, anche perché ai sette di provenienza aennina si è unito il terzo dei cristiano-democratici, Antonio Reale, che è stato nominato vice capogruppo, i sei consiglieri “avversari” di Orlando, che comunque sarebbero stati soccombenti se si fosse votato, non hanno capito che quando due partiti si fondono, prima che il nuovo partito arrivi al primo congresso, durante la fase costituente deve essere rispettato un certo equilibrio, nel senso che, nel caso del Pdl, se il senatore Mino Izzo, proveniente da Forza Italia, è capogruppo del Pdl alla Provincia, al Comune è giusto che il capogruppo sia espresso da An.
Con questa unità di intenti, non si capisce come i quattordici consiglieri del Pdl possano mettere in atto l’impegno assunto in precedenza con Gennaro Santamaria dell’Udc e i quattro consiglieri dell’Udeur, nell’evitare che la maggioranza disponga del numero legale in ogni seduta del Consiglio, dal momento che, nella seduta consiliare del 28 settembre, i sei, in occasione della elezione del collegio del revisori dei conti, col sostegno della maggioranza, ovviamente interessata ad accentuare la spaccatura in seno al Pdl, hanno votato un candidato che, seppure di centro destra, non era stato designato dal Pdl.
L’assurdo poi è che i consiglieri del Pdl, per lo più di provenienza aennina, premano verso l’amministrazione perché siano prese iniziative contro provvedimenti che loro stessi, o i partiti che rappresentano, avevano favorito. Infatti, dopo aver chiesto la restituzione ai cittadini della tassa sulla depurazione, introdotta nel ’94 dal sindaco aennino Viespoli, cosa che ancora non è avvenuta, si stanno distinguendo nell’assumere posizione contro l’insediamento di una centrale elettrice della Luminosa in località Ponte Valentino, insediamento che le attuali amministrazioni di Comune e Provincia di Benevento non vogliono.
Noi abbiamo chiesto a Gabriele Corona, presidente dell’associazione Altrabenevento, di sapere come questa impresa sia arrivata a Benevento, attesa la posizione contraria assunta da Comune e Provincia.
“Come al solito”, ha affermato Corona, “tutti dicono di essere contrari alla realizzazione della centrale elettrica, come se nessuno avesse sostenuto l’iniziativa della Luminosa di venire a produrre energia elettrica a Benevento. In verità, invece, l’individuazione di Ponte Valentino come insediamento della Luminosa nasce a Napoli, nel 2002, su iniziativa di Gaetano Cola, allora di Forza Italia, presidente della Camera di Commercio, e di un gruppo di imprenditori vicini ai Ds, tra cui Marcello Fasuli. L’operazione fu sostenuta da Franco Russo, che allora era presidente regionale della Lega delle Cooperative, e, per quello che mi è dato sapere, anche dall’on. Costantino Boffa. E’ una di quelle operazioni affaristiche che incontrano il favore di rappresentanti politici dei due schieramenti”.
Rispetto alla posizione, contro tale insediamento, assunta da Provincia e Comune di Benevento, che intendono valersi di fonti rinnovabili, la Regione prende tempo. C’è della buona fede rispetto a questa posizione attendista, oppure il discorso potrebbe essere ricondotto al sostegno bipartisan, ottenuto dalla Luminosa?
“La posizione della Regione è particolarmente contraddittoria. Avendo sostenuto, infatti, che il deficit energetico delle aree interne della Campania necessitava di una centrale, tra Benevento e Flumeri, quali località proposte per insediarvi un centrale elettrica, aveva scelto Flumeri. Adesso, però, sembra che la Regione voglia prendere in considerazione l’idea di realizzare due centrali, una a Benevento e una a Flumeri, nonostante in questi anni abbia detto di voler puntare anche sulle energie rinnovabili. Il problema è che, con la scusa che vi è un deficit energetico, si sta autorizzando di tutto: oltre alle predette centrali, anche le pale eoliche e i grandi parchi per il fotovoltaico”.
Dal modo come è nato, nel 2002, l’insediamento della Luminosa a Benevento, sembra strano che il Pdl incalzi così tanto le due maggiori amministrazione di centro sinistra di Benevento!
“Al di là dell’inciucio tra centro destra e centro sinistra, i fatti dicono che il Consorzio Asi ha assegnato, alla confluenza del fiume Tammaro nel Calore, prima temporaneamente nel 2003 e poi definitivamente nel 2006, un lotto di terreno, per l’insediamento di questa centrale. Nel 2004, e poi nel 2005, gli strumenti urbanistici della Regione sono cambiati, per cui quell’area, non distante almeno 500 metri dai due fiumi e compresa in una fascia stretta, attraversata anche dalla ferrovia, non è più idonea per costruire una centrale del genere. Il consorzio Asi avrebbe dovuto adeguare il suo piano urbanistico al piano territoriale di coordinamento della Provincia di Benevento e al piano territoriale regionale. In più, invece, ha dato alla Luminosa, che nel progetto non prevede la realizzazione di un depuratore, la disponibilità del proprio depuratore dall’altra parte del fiume Calore”.
Infatti, dei tubi dovrebbero scavalcare il fiume!
“Se il progetto avesse previsto questo attraversamento, la Sovrintendenza non avrebbe dato il consenso. La Provincia di Benevento, che sa queste cose, anche perché gliele abbiamo dette da tempo, avrebbe dovuto imporre al consorzio Asi, di cui è socia assieme al Comune e alla Camera di Commercio di Benevento, una scelta netta. Infatti, solo nell’ultima seduta del Consiglio provinciale, su nostra pressione, ha adottato una delibera, in cui dice che il lotto non è urbanisticamente idoneo dopo l’approvazione del ptcp. Tuttavia, allo stato, la concessione quel lotto non è stat ancora revocata”.
In un suo comunicato, Altrabenevento ha detto che la valutazione favorevole di impatto ambientale risale al 2006. Perché finora hanno taciuto Comune e Provincia?
“La questione è che, dal 2008, la valutazione favorevole di impatto ambientale è diventata un decreto. Ora dal 2006 al 2008 c’era tutto il tempo perché le amministrazioni impugnassero questa valutazione. Noi, intanto, abbiamo chiesto al Ministero di revocare il decreto per autotutela, anche perché la vicenda ha del clamoroso. Infatti, la commissione di valutazione di impatto ambientale prende in considerazione il fatto che quell’area ha già un forte impatto ambientale, causato da inquinamento stagnante. Quell’area, costituita da una conca in una zona molto umida, è stata già dichiarata dalla Regione Campania abbisognevole di una bonifica. Quindi, non si può aggiungere ad un inquinamento stagnante quello causato da una centrale elettrica impegnata a bruciare metano per produrre 385 mega watt di potenza. Come hanno pensato di risolvere il problema? Vendendo il calore prodotto dalla Luminosa alle aziende del luogo. Le quali dovrebbero dimettere i loro impianti, costruiti con i loro soldi, per essere serviti dalla Luminosa. In questo modo, l’inquinamento causato dalle aziende per produrre acqua calda verrebbe rimpiazzato da quello causato dalla Luminosa, una ipotesi, questa, assurda certamente, che, respinta dalle aziende, è stata invece accolta dal Consorzio per riscaldare i propri uffici, determinando la valutazione favorevole di impatto ambientale. Oltretutto, i tubi per portare acqua calda nelle aziende non sono previsti dal progetto della Luminosa”.
Altrabenevento ha denunciato anche l’esistenza, a Ponte Valentino, di un altro impianto di produzione di energia elettrica.
“Questa è un’altra cosa clamorosa. Dal 1992, è stata costruita, con i soldi della Regione Campania, una centrale termoelettrica, per la produzione di energia elettrica e di calore della potenza di 3 mega, a Ponte Valentino. Si trova proprio a vicino alla sede del Consorzio. Quella centrale non è mai entrata in funzione. Soldi dei cittadini sperperati. Una delle ragioni per cui non è entrata in funzione è che anche essa doveva produrre energia e calore da vendere alle aziende del posto le quali non ne hanno mai fatto richiesta, avendo considerato conveniente costruire propri impianti di riscaldamento e acquistare energia elettrica dall’Enel. Ma anche qui c’è del clamoroso. Il Consorzio Asi, qualche anno fa, ha affittato quella centrale alla società Abm di Bergamo, la stessa società, a partecipazione della Provincia di Bergamo, quindi a partecipazione pubblica, che voleva fare la centrale a biomasse a San Salvatore…”.
…rispetto alla cui realizzazione, allora, sì è opposto il centro destra, che era opposizione anche a Roma. Qualche mese fa, però, Gianni Letta, uomo di fiducia di Berlusconi, ne ha sollecitato, verso la Provincia, l’insediamento, sempre in S.Salvatore Telesino. Come si spiega questo fatto?