I controlli della Magistratura su esponenti del clan locale portano al sequestro di ingenti capitali. A Cassino!
(Liberainformazione) Cassino, 07.09.2009 | di Antonio Turri
Operazione antimafia contro clan laziali e dei casalesi
Operazione antimafia contro clan laziali e dei casalesi. Tutto scaturisce da una indagine avviata da alcuni mesi fa dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma che teneva sotto controllo due noti pregiudicati di Cassino, Luigi Terenzio di 58 anni ed il figlio Vincenzo di 36 anni, a cui sono stati sequestrati, il 3 settembre scorso beni per 150 milioni di euro. I Terenzio per gli investigatori sono legati al clan dei casalesi, alla banda della Magliana e al clan Giuliano di Napoli.
Il clan dei Giuliano uscito perdente dalla guerra di camorra a Napoli, ha avviato, secondo il centro Dia di Roma, una serie di lucrose attività criminali a Cassino con l’aiuto di Luigi e Vincenzo Terenzio, ritenuti fiduciari dei clan casalesi in provincia di Frosinone. Il sodalizio criminale avvalendosi della complicità di esponenti della comunità cinese aveva avviato da tempo una redditizia attività di stoccaggio e commercializzazione di merci contraffatte, capi di abbigliamento ed oggetti tecnologici provenienti dalla Cina. Alla lucrosa attività illecita ha posto fine la sezione misure di prevenzione del tribunale di Frosinone. Nei giorni scorsi gli uomini della Dia hanno sequestrato beni mobili ed immobili per un ammontare di circa 150 milioni di euro. Gli immobili (41 unità immobiliari e 22 terreni), sono ubicati tra Roma,Frosinone e Cassino. Sono dieci le società sequestrate ai Terenzio. L’immobile di maggior valore posto sotto sequestro è l’albergo Auricola, uno dei più eleganti e lussuosi di Cassino ricavato da un vecchio monastero e stimato circa 70 milioni di euro. E’ finita nella rete dei sequestri anche una grande imbarcazione ormeggiata nel porto di Gaeta .
Contestata ai Terenzio anche la commercializzazione illecita di griffe di prestigio . Nel luglio del 2008 i Terenzio e alcuni esponenti del clan Giuliano erano finiti in manette nell’ambito dell’operazione denominata “Grande muraglia” che ha evidenziato la collaborazione tra clan autoctoni del Lazio,la camorra campana e la criminalità organizzata cinese . «I Giuliano – per il dr. Paolo La Forgia, capo del centro operativo Dia di Roma – utilizzavano proprietà e attività dei Terenzio, in particolare capannoni industriali, per lo stoccaggio di oggetti di abbigliamento contraffatti e di strumenti tecnologici prodotti in Cina e destinati alle rivendite di Roma, Milano e Bruxelles». Dall’indagine della Dia sono emersi anche collegamenti dei Terenzio con esponenti della banda della Magliana e dei Casalesi, questi ultimi interessati, tra l’altro,alla commercializzazione di auto di grossa cilindrata nel Lazio.