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Il Direttore Generale della ASL non chiarisce perchè il Reparto di Psichiatria è stato utilizzato come sede per estorsioni mafiose.

ospedale-rummo-350x259COMUNICATO STAMPA della “Rete Sociale”

( ASSOCIAZIONE DI FAMILIARI E AMICI DEI SOFFERENTI PSICHICI )

“Abbiamo avuto risposte esaurienti che costituiscono la base per collaborare e confrontarsi in futuro con i vertici sanitari sul delicato tema della salute mentale”: con queste parole Serena Romano, Nicola La Peccerella e Luca Coletta – membri del consiglio direttivo dell’Associazione di familiari e amici dei sofferenti psichici “La Rete Sociale” – hanno commentato l’incontro avuto stamattina con il direttore generale della Asl Bruno De Stefano, con il responsabile del Dipartimento di Salute Mentale Lucio Luciano e con il direttore Sanitario della Asl Tommaso Zerella.

L’incontro, come si sa, era nato da una richiesta di chiarimento dell’Associazione in merito alla notizia che il reparto psichiatrico di diagnosi e cura situato nell’ospedale Rummo di Benevento, sarebbe diventato sede di estorsioni per un gruppo criminale. Scoperta avvenuta a seguito dell’inchiesta avviata dai magistrati di Napoli su “estorsioni” “aggravate dal metodo mafioso” che sarebbero avvenute con un sistema “emblematico” per “agganciare le vittime”: cioè nel reparto psichiatrico del Rummo dove Saverio Sparandeo “elemento apicale dell’omonimo clan” è stato ricoverato.

Perciò la Rete Sociale aveva chiesto pubblicamente chi e perché avesse ricoverato Sparandeo consentendogli di rimanere per oltre 2 mesi in un reparto dove normalmente il ricovero non supera qualche settimana; come mai, pur scarseggiando i posti letto, gli sarebbe stata concessa una camera singola; e quali effetti sui degenti abbia avuto il clima di intimidazione inevitabilmente creatosi.
“Appena scoppiata la vicenda ho subito avviato una inchiesta interna per sapere come erano realmente andati i fatti – ha spiegato, dunque, stamattina il dottor De Stefano – E ovviamente non mi sono limitato a raccogliere informazioni, ma a documentarle con una voluminosa documentazione che parte da lontano e individua precisamente quali siano le responsabilità: documentazione che sono disponibile a fornire alla vostra Associazione appena, però, la magistratura mi autorizzerà a farlo. Perché è evidente che questo materiale è stato consegnato agli inquirenti ai quali ho chiesto e ottenuto di essere ascoltato. La gravità del capo di imputazione sul quale si sta indagando e la necessità di difendere medici e infermieri che rischiano di essere coinvolti ingiustamente, ha reso indispensabile, infatti, la consegna di tali prove alla magistratura: ecco perché su questo, al momento, preferisco non aggiungere altro”.

Si è passati, così, alle “urgenze” che preoccupano i sofferenti psichici e i loro familiari a partire dal rischio di spostamento del reparto psichiatrico dal Rummo a Sant’Agata dei Goti: “Anche noi siamo contrari allo spostamento”, hanno dichiarato i vertici sanitari presenti. “Resta il fatto, però, che finora nessuna modifica legislativa è sopravvenuta per evitarlo e il commissariamento della sanità campana non semplifica la situazione”, ha aggiunto De Stefano.
“In merito noi, come Associazione, abbiamo attivato alcune iniziative consentiteci dalla legge – ha spiegato l’avvocato Luca Coletta – Abbiamo inoltrato alla Regione una richiesta degli atti riguardanti tale procedimento legislativo accompagnata da quella di essere informati e consultati su ogni fase successiva; e abbiamo già approntato una petizione popolare affinché il consiglio comunale si esprima contro lo spostamento del reparto psichiatrico chiedendo espressamente alla Regione una modifica alla legge”. Iniziativa, quest’ultima, che De Stefano ha ritenuto valida dichiarando di essere disposto ad appoggiarla.
Il confronto avviato, dunque, sembra destinato a continuare: già venerdì prossimo, infatti, si terrà un nuovo appuntamento tra vertici sanitari e Rete sociale per discutere di altre problematiche.

Firmato : “La Rete Sociale”

© Altrabenevento

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