Arrestato l’ex Soprintendente di Napoli per corruzione. Questi provvedimenti si decidono solo a Napoli perchè altrove, per esempio a Benevento, non avvengono cose simili?
(Corriere del Mezzogiorno) – 16 luglio 2009
Soprintendenza di napoli. un imprenditore versò i soldi per la barca del dirigente
Arrestato il soprintendente Guglielmo: a Palazzo Reale appalti alle «solite» ditte
Tre ai domiciliari. L’architetto chiese a Montezemolo di raccomandarlo a Rutelli per una promozione| VideoNAPOLI – I lavori al Castello di Baia e a Palazzo Reale, e non solo quelli, venivano aggiudicati sempre allo stesso «cartello» di ditte. E spunta dalle carte anche una telefonata di raccomandazione – intercettata – all’ex presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo. Nella conversazione l’architetto Enrico Guglielmo, che in quei tempi era soprintendente dei Beni architettonici e paesaggistici di Napoli, chiede a Montezemolo di aiutarlo a ottenere un avanzamento di carriera intercedendo presso Francesco Rutelli, all’epoca ministro per i Beni culturali.
Gli inquirenti non hanno ritenuto che la telefonata di per sé avesse valore penale, motivo per cui né Montezemolo né Rutelli risultano indagati. Guglielmo, peraltro, non è stato mai nominato nella carica alla quale aspirava. Nè Montezemolo né Rutelli sono indagati.
Dalle indagini è emerso inoltre, che l’architetto Claudio Procaccini, responsabile presso la soprintendenza dei beni architettonici di Napoli dell’area di Capri e Anacapri, era stato messo sotto pressione da Guglielmo per concedere alla Società Armonia di Maurizio Petta i permessi per la realizzazione di piscine, colonnati e altre costruzioni sull’isola. Le pressioni dell’ex soprintendente, rivelano ancora le indagini, erano state così forti da indurre l’architetto a chiedere di essere rimosso dal suo posto. Agli inquirenti, Procaccini ha poi dichiarato che il tecnico di fiducia della Società Armonia è l’architetto Ragazzini, progettista di diverse proprietà riconducibili a Montezemolo.
Lo ha scoperto la Guardia di Finanza di Napoli in un’indagine che ha portato a quattro arresti (ai domiciliari) e a sette provvedimenti interdittivi dell’esercizio della libera professione. Li ha disposti il gip nei confronti di funzionari della Soprintendenza per i beni architettonici di Napoli e di imprenditori e liberi professionisti coinvolti in un vasto giro di corruzione per l’aggiudicazione di appalti pubblici.
A finire ai domiciliari è, appunto, un big della cultura campana, come l’architetto Guglielmo, ex soprintendente per i beni architettonici di Napoli, attuale soprintendente per i beni architettonici e paesaggistici delle province di Caserta e Benevento. Gli vengono contestate le accuse di associazione e delinquere, corruzione, turbativa d’asta e falso ideologico. La stessa misura cautelare è stata applicata nei confronti dell’imprenditore Luigi Lucci, accusato di corruzione; di Gianluca Guglielmo, nipote del soprintendente, accusato di «prestare il nome» allo zio per svolgere le sue attività illecite; e di Mauro Fusco, collaboratore esterno della soprintendenza per i beni architettonici di Napoli.
Dalle indagini sono emersi rapporti privilegiati tra il soprintendente Gugliemo e l’imprenditore Lucci, al quale il primo ha consentito di esercitare una stabile egemonia nell’aggiudicarsi gli appalti del Pit Campi Flegrei. In particolare si fa riferimento al restauro e alla valorizzazione del Castello di Baia (gara bandita nel 2002 per un importo pari ad euro 12.146.766,34). In questo caso gli accertamenti tecnici hanno dimostrato che – nonostante fossero state riscontrate anomalie nell’offerta della «Lucci Salvatore Impresa di Costruzioni s.r.l.» – il soprintendente Guglielmo si era adoperato affinché la gara fosse ugualmente aggiudicata a Lucci. Gli accertamenti bancari hanno accertato che l’imprenditore ha ricompensato «l’amico di Palazzo Reale» con un versamento pari a poco meno di 40.000 euro destinati all’acquistare di un’imbarcazione. Inoltre Guglielmo avrebbe operato «costanti interferenze» nelle procedure di gara per l’affidamento di incarichi professionali. Concordando con i partecipanti alla gara l’importo dei ribassi, il dirigente riusciva ad assicurare che tali incarichi venissero assegnati a soggetti a lui collegati. Così nell’affidamento dell’incarico di «responsabile per la sicurezza in fase di esecuzione dei lavori di adeguamento del sistema antincendio del Palazzo Reale di Napoli», in quello per il «coordinamento per la sicurezza dei lavori di restauro del Teatro di Corte del Palazzo Reale di Napoli» e anche per l’allestimento delle sale museali del castello di Baia. Il soprintendente è risultato inoltre socio occulto di una società di servizi che forniva prestazioni alla soprintendenza che guidava.
È stato, infine, imposto il divieto temporaneo di esercitare la professione agli architetti: Giuseppe Monaco, Giuseppe Taccogni, Michele Barone Lumaga, Massimo Panarese, Monica Pisani, Valentina Salvi e Teresa Tauro.
16 luglio 2009