Finalmente conclusa l’indagine sulla realizzazione del PRU di via Galanti
“Tanto tuonò che piovve”. Dopo quasi quattro anni, la Procura della Repubblica ha chiuso l’indagine sulla realizzazione del Piano di Recupero Urbano di via Galanti ad opera della società CON.CA. di Napoli. Bisognerà leggere gli atti per comprendere bene i fatti contestati, ma per ora si sa che sono 17 le persone che hanno ricevuto la comunicazione giudiziaria per reati anche molto gravi (l’ex commissario dello IACP è addirittura accusato di aver incassato una tangente di 30 mila euro per un altro appalto affidato alla stessa società). Su questa torbida vicenda Altrabenevento ha presentato numerosi esposti e sei conferenze stampa che finora hanno prodotto tre denunce al suo presidente.
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Il Sannio Quotidiano del 27 giugno 2009
Via Galanti, diciasette indagati.
Conclusa l’inchiesta, condotta dalla Digos e diretta dal pm Tartaglia Polcini, sulla costruzione degli alloggi.
Le ipotesi di reato contestate a varo titolo: truffa, falso, violazioni edilizie, favoreggiamento e corruzione.
Tre anni fa l’indagine era rimbalzata all’onore delle cronache, ora la conclusione. Diciassette le persone che compaiono nell’avviso di chiusura dell’inchiesta, diretta dal sostituto procuratore Giovanni Tartaglia Polcini, condotta dalla Digos sugli alloggi di via Galanti. Un atto che prelude all’eventuale richiesta di rinvio a giudizio, che nella maggior parte dei casi si è tradotto in un avviso di garanzia. Se alcuni nomi erano infatti già noti, lo stesso non può dirsi per gli altri. Nell’elenco figurano Maurizio Triola, amministratore unico della ‘Conca scarl’, la moglie, Maria Rosaria De Biase, di Napoli, presidente della ‘Orec scarl’, le due imprese impegnate nella costruzione degli appartamenti; Francesco Cassano, ex dirigente del Settore Urbanistica del Comune; Sergio Moleti, direttore dei lavori per la realizzazione degli appartamenti da parte della ‘Conca’; Bruno Andreucci, dirigente della Regione; Aniello Mele, di Napoli; Angelo Caradente, di Napoli, amministratore unico della società cooperativa ‘La nuova Santa Lucia; Donato Rotondo, di Buonalbergo, legale rappresentante dell’omonima società di costruzioni; Eriberto De Rosa, della provincia di Caserta, amministratore unico della società ‘Iners Caleum’; Antonio De Venezia, della provincia di Avellino, amministratore dell’omonima società di impianti; Giuseppe Affinito, di Caserta, legale rappresentante della ‘Edil Moaf’; Biagio Vallefuoco, di Qualiano, legale rappresentante della ‘Vama impianti’; Ugo Barbi, di Giugliano, funzionario della Regione; Bettino Marmorano, consulente assicurativo; Marisa Zotti, di Benevento, Pietro Cosimo Pinga, socio della ‘Orec’, Emilia Troiano, dipendente di una ditta di Triola.
Le ipotesi di reato contestate a vario titolo: truffa, falso, violazioni edilizie, corruzione e favoreggiamento. La presunta truffa ai danni del Comune, della Regione e dei prenotatari viene prospettata per Triola e la consorte. Nel mirino degli inquirenti, la polizza esibita e consegnata al Comune, che secondo la procura sarebbe stata stipulata fittiziamente, per l’inizio dei lavori, pari ad un importo di circa 13 miliardi delle vecchie lire, per il Programma di recupero urbano del rione Libertà ed il Piano di recupero di via Galanti. Attenzione puntata, inoltre, sui presunti maggiori costi che gli acquirenti degli alloggi avrebbero pagato.
Per la presunta corruzione vengono chiamati in causa Triola, Mele ed Andreucci: in particolare, sostiene l’accusa, Triola, con la presunta mediazione di Mele, avrebbe elargito la somma di 30mila euro ad Andreucci perchè provvedesse – questa l’ipotesi – a far rilasciare dall’Iacp di Benevento una determina per l’emissione del mandato di pagamento a favore di Triola riguardante il compenso dei lavori effettuati per la costruzione di 180 alloggi dell’Istituto.
A Triola, Moleti e agli amministratori delle ditte vengono contestate presunte violazioni edilizie per ciò che riguarda la realizzazione del fabbricato C/D ed il quinto piano di alcuni lotti. Cassano, Moleti e Barbi vengono chiamati in causa per un’ipotesi di falso relativamente a ciò che avrebbero certificato rispetto alla costruzione degli edifici dei lotti E – F- G- H; Martorano per un’ipotesi di favoreggiamento rispetto alle dichiarazioni che avrebbe rilasciato sulle polizze fideiussorie. Un’altra ipotesi di falso, relativa ad un’assemblea dei soci della ‘Orec’, è addebitata a De Biase, Zotti e Pinga, e, per una scrittura privata sulla nomina del presidente della cooperativa, a De Biase e Troiano. Gli indagati, che ora hanno venti giorni di tempo per chiedere di essere ascoltati o per depositare memorie difensive, sono assistiti dagli avvocati Andrea De Longis junior, Giacomo De Pace, Aniello Mele, Umberto Del Basso De Caro, Federico Paolucci, Alberto Simeone, Francesco Del Grosso, Roberto Pagliuca, Aniello Govetosa e Giuseppe Fusco.
Per dovere di cronaca va sottolineato che, rispetto al quadro iniziale, nella lista degli indagati non compaiono più – ed è probabile dunque che per le loro posizioni sia stata chiesta l’archiviazione – i nomi di Nicola Boccalone, ex direttore generale del Comune; Filippo Serino, all’epoca funzionario del Settore Urbanistica, nonché coordinatore Uoc del Comune, e Giovanna Iannelli, all’epoca dei fatti responsabile del procedimento per l’attuazione del Piano di recupero di via Galanti.
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Il Sannio Quotidiano del 28-02-2006
Alloggi via Galanti, sequestri e indagati
Sette avvisi di garanzia per tecnici, imprenditori, dirigenti e funzionari di Palazzo Mosti
Hanno sequestrato tutta la documentazione sulla scorta di un decreto firmato dal sostituto procuratore Francesco De Falco. Blitz, ieri mattina, degli agenti della digos negli uffici del Settore edilizia pubblica abitativa della Regione, al Centro Direzionale di Napoli, ed in quelli dell’Urbanistica del Comune di Benevento, in via del Pomerio. Una presenza, quella degli investigatori del vicequestore Luciano Soricelli, che non è naturalmente passata inosservata. Nel mirino, il Piano di recupero di via Galanti, compreso nel Piano di recupero del rione Libertà.
Sette le persone destinatarie di un avviso di garanzia: Maurizio Triola, cinquantuno anni, e la moglie, Maria Rosaria Di Biase, quarantanove anni, di Napoli, amministratori, rispettivamente, della ‘Conca scarl’ e della ‘Orec scarl’, le due imprese impegnate nella costruzione degli alloggi; Giovanna Iannelli, cinquant’anni, all’epoca dei fatti responsabile del procedimento per l’attuazione del Piano di recupero di via Galanti; Francesco Cassano, cinquantaquattro anni, dirigente del Settore Urbanistica del Comune; Nicola Boccalone, quarantasei anni, direttore generale del Comune; Sergio Moleti, cinquantanove anni, direttore dei lavori per la realizzazione degli appartamenti da parte della ‘Conca’, Filippo Serino, cinquantadue anni, all’epoca funzionario del Settore Urbanistica, nonché coordinatore Uoc del Comune. Sia Iannelli che Serino, entrambi architetti, non lavorano in città da qualche anno: la prima è dirigente della Provincia di Campobasso, l’altro dell’Asl di Caserta.
Le ipotesi di reato: associazione per delinquere, falso in scrittura privata, truffa e tentata truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Gli indagati sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Roberto Prozzo, Federico Paolucci e Mario Chiusolo.
Il provvedimento del dottore De Falco è stato adottato nell’ambito di un’inchiesta, che inevitabilmente farà rumore, allorchè si è ritenuto necessario dover procedere al sequestro di tutta la documentazione, sia finanziaria che tecnica, relativa alla procedura per la concessione dei contributi regionali erogati o da erogare in favore della ‘Orec’ e della ‘Conca’ in materia di edilizia agevolata per l’intervento edificatorio del Programma di recupero urbano del rione Libertà, in cui rientra, appunto, il Piano di via Galanti. Gli inquirenti ipotizzano che l’attività degli indagati sarebbe stata finalizzata non solo ad ottenere l’erogazione di esborsi di denaro pubblico senza – sostiene la procura – i necessari presupposti di legittimità, ma anche ai danni dei soggetti privati prenotatari degli alloggi realizzati dalla Conca solo in minima parte nonostante gli anticipi versati.
Una vicenda, quella delle case di via Galanti, che si trascina da tempo, scandita da innumerevoli polemiche politiche e anche da un episodio rimbalzato all’onore delle cronache il venti dicembre dello scorso anno, quando Triola e la moglie erano stati aggrediti e feriti da un perito tecnico capo della polizia che, dopo aver rinunciato all’acquisto della casa, aveva chiesto la restituzione dell’anticipo contestualmente al versamento dello stesso importo da parte della persona che subentrava al suo posto. Una richiesta alla quale Triola aveva risposto negativamente, spiegando che sarebbe stato possibile riavere i soldi dopo alcuni passaggi burocratici.
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