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Berlusconi censura “Il Quaderno”. La corruzione non è solo materiale.

saramagoSaramago: “La corruzione non importa a nessuno”
Il quotidiano spagnolo El Mundo intervista José Saramago.

traduzione di italiadallestero.info

José Saramago ha raccolto gli articoli pubblicati durante i primi sei mesi della sua attività da blogger ne “Il Quaderno”, un libro che in Italia è stato censurato da Silvio Berlusconi e che riflette lo spirito critico del suo autore. “La corruzione non importa a nessuno”, sostiene l’autore in un’intervista realizzata via e-mail in occasione della pubblicazione de “Il Quaderno” (Edizioni Alfaguara).

Il libro, i cui incassi saranno devoluti alla Fondazione José Saramago che ospita il blog dello scrittore, sarà presentato dall’ottantaseienne Premio Nobel portoghese in un incontro con i blogger e aperto a tutti gli internauti del mondo, che si terrà il prossimo 25 [giugno, N.d.T.] a Lisbona.

Domanda.- La casa editrice italiana Einaudi, proprietà di Silvio Berlusconi, non pubblicherà “Il Quaderno” in quanto contiene critiche dirette al primo ministro italiano e magnate della comunicazione. Cosa ne pensa di questa decisione?

Risposta.- Prima o poi sarebbe dovuto accadere. Berlusconi è padrone e signore di Einaudi, era scontato che avrebbero preso una decisione contro l’impertinente scrittore che gli crea seccature. Bisogna ammettere che gli editori non potevano far altro che obbedire agli “ordini” del despota. I loro posti di lavoro sarebbero stati in pericolo se avessero deciso di pubblicare “il Quaderno”. Come minimo il giorno dopo si sarebbero ritrovati in mezzo a una strada.

D.- Cosa accadrà con l’edizione italiana de “Il Quaderno”?

R.- “Il Quaderno” sarà pubblicato in Italia dalla casa editrice Bollati Boringhieri che, grazie alla sua disponibilità, è diventata la mia nuova casa editrice. Per quanto riguarda Einaudi, non ho nulla contro gli editori, piuttosto contro il proprietario dell’azienda.

D.- Che conseguenze ha per la democrazia italiana il fatto che Berlusconi associ potere politico, economico e mediatico?

R.- Qualcuno ha detto che una metà della popolazione lavora per Berlusconi e che l’altra metà sogna di farlo. Questa è una delle cause del problema. L’altra, forse ancora più importante, è che la corruzione non importa a nessuno. Proprio adesso in Spagna un partito come il PP, minato dalla corruzione, è uscito incolume dalle elezioni europee.

D.- Come è possibile che la maggioranza degli italiani sostenga Berlusconi?

R.- La corruzione non è solo materiale, è anche morale. La perdita di valori è un fenomeno di massa. Probabilmente il fenomeno di massa che caratterizza questi tempi.

D.- Come sta andando l’avventura da blogger che ha intrapreso lo scorso mese di settembre?

R.- Meglio di quanto avrei potuto immaginare. Mi colpisce in particolare la velocità di risposta dei lettori e la sincerità che esprimono, come se fossimo tra colleghi…

D.- Che sensazione prova nel vedere raccolti ne “Il Quaderno” i testi che ha scritto per il suo blog?

R.- Mi risulta un po’ strano. Io non stavo scrivendo un libro, ed ecco che il libro appare, fatto e finito come se fosse stato progettato. La sensazione è che un’altra persona, che non sono io, abbia scritto queste pagine. Anche se quando le leggo non solo le sento mie ma penso anche che, come ho scritto sulla quarta di copertina, abbiano in qualche modo illuminato il cammino di giorno in giorno.

D.- In questi mesi lei ha commentato i principali fatti d’attualità internazionale. Ha scritto sulla crisi economica e sulla vittoria di Barack Obama. Come è cambiato il mondo in questo periodo?

R.- Abbiamo assistito alla caduta di un capitalismo che sembrava onnipotente ed eterno, di un mercato che avrebbe dovuto essere regolatore e dispensatore di benefici e democrazia. La cosa negativa è che la sinistra non ha avuto nessun ruolo in tutto questo. In questo momento il capitalismo sta cercando di salvare il salvabile, e ci riuscirà. La sinistra, invece, non sta facendo altro che dirigere la sua storica sconfitta.

D.- Gli articoli de “Il Quaderno” riportano tra l’altro la sua cronaca personale degli ultimi mesi in cui lei ha pubblicato un nuovo romanzo e ha presentato un film basato su una delle sue opere. Il blog l’ha aiutata a consolidare i rapporti con i suoi lettori?

R.- Bisognerebbe chiederlo a loro. In un certo senso nulla è cambiato nel mio lavoro. Quando scrivo non penso ai lettori, penso, si, a ciò che sto facendo e penso a farlo bene. C’è molto del lavoro di artigiano nel lavoro di scrittore.

D.- Come blogger, che funzione attribuisce ad Internet nello scambio di opinioni? Ha cambiato idea sulla rete?

R.- In questo momento credo che Internet abbia soltanto sfiorato la superficie di un auspicabile scambio di opinioni. Tutti credono di avere idee e rifiutano le gerarchie di pensiero che, lo vogliamo o no, esistono. La conclusione, quindi, è che tutto è uguale a tutto, si confondono i ruoli e il concetto di autorità. Ma si tratta di una confusione iniziale, il caos è un ordine da decifrare e anche in rete arriverà il giorno in cui si riuscirà a non confondere pan per focaccia.

D.- Lei nel suo blog è stato molto critico nei confronti di alcuni personaggi (Bush, Berlusconi, Aznar, Sarkozy), categorie professionali ( i banchieri) ed istituzioni (la Chiesa cattolica). Ha anche criticato duramente la sinistra. Durante la sua attività da blogger ha scoperto molti argomenti contro i quali bisognerebbe alzare la voce?

R.- Una vita intera non basterebbe. Dobbiamo limitarci agli argomenti verso i quali siamo più sensibili a patto di riuscire ad essere sufficientemente informati per avvalorare il nostro punto di vista. C’è troppa frivolezza in Internet, come dicevamo prima, non è necessario aggiungere anche la nostra. Effettivamente ho parlato delle persone di personaggi che non considero positivi, ma anche dei grandi del momento, di autori magnifici, di politici che come Obama rappresentano qualcosa di nuovo. E della gente che ha sacrificato parte della propria vita per renderci migliori come Rosa Park o Sigifredo López, o coloro i quali in Spagna cercano i loro morti nelle fosse comuni della Guerra Civile, o Rita Levi Montalcini, o Darwin che ha fatto in modo che capissimo meglio chi siamo.

D.- L’ultimo dei testi raccolti in questo volume è un omaggio a sua moglie, Pilar del Río, ispiratrice del blog. Come l’ha convinta ad intraprendere questa avventura in Internet?

R.- Ho resisitito giusto un po’, molto poco. Sono abituato a fidarmi delle idee di Pilar.

(16 giugno 2009)

© Altrabenevento

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