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ACQUA PUBBLICA: IL SINDACO ALLA PROVA

acquaFoto: Occupazione della sorgente di Cassano Irpino

La Conferenza Stampa del 22 scorso, è stata introdotta da Gabriele Corona, coordinatore di “altrabenevento” il quale ha presentato il tema della discussione ricordando le iniziative nel Sannio nel 2002 contro la privatizzazione dell’acqua. Corona ha sottolineato la importanza della Proposta di Legge di Iniziativa Popolare che è stata dettagliatamente illustrata da Francesco Carnevale, del Coordinamentio Regionale che sostiene la raccolta delle firme per la presentazione e la discussione del testo legislativo.
Carnevale, dopo aver ricordato lo stato della discussione nei diversi ATO della Campania, ha chiesto un impegno del Sindaco di Benevento, presente alla Conferenza Stampa, per impedire la privatizzazione dell’acqua nell’ATO 1.
Fausto Pepe, senza entrare nel merito della discussione specifica sulla privatizzazione, si è limitato ad impegnarsi per evitare speculazioni per la foritura dell’acqua, dichiarandosi disponibile per un prossimo confronto con gli organizzatori della manifestazione per trovare una posizione condivisa da rappresentare nell’assemblea dell’ATO 1. La Conferenza si è conclusa con un appassionato intervento di padre Alex Zanotelli il quale ha ancora una volta denunciato le mire speculative delle multinazionali sempre più interessate a gestire il bene comune indispensabile per la vita.
Leggete la scheda distribuita nella Conferenza Stampa, la rassegna stampa e il volantino del 2002 dei Disobbedienti

Scheda distribuita nella Conferenza Stampa del 22 febbraio 2007

Benevento e una legge per l’acqua pubblica

Il decreto della Ministra Lanzillotta, finalizzato ad accelerare la privatizzazione dei beni comuni, e la sua moratoria sul s.i.i. (servizio idrigo integrato) crea confusione rispetto alla chiarezza della sentenza della Corte di Giustizia Europea (del 13 ottobre 2005 c-458-03) e alla sentenza del T.A.R. della Liguria del (n° 572 del 2005) con le quali si conferma l’autonomia legislativa delle Regioni per la regolamentazione della gestione dei beni comuni. In tale contesto legislativo, l’acqua potrebbe essere considerata un bene economico con una gestione soggetta a gara di appalto alla quale partecipano soggetti giuridici di diritto privato oppure un diritto fruibile gestito con aziende pubbliche così dette speciali. A tal fine in Consiglio Regionale della Campania sono state presentate proposte di legge da varie forze politiche e basterebbe escludere dalle stesse l’utilizzo delle società di capitali nella gestione del s.i.i. per evitare di trasformare l’acqua da diritto umano fondamentale in merce da immettere sul mercato borsistico mondiale con una compravendita dei titoli azionari.
I disastri della privatizzazione in Europa sono sotto gli occhi di tutti proprio perché le s.p.a. spinte verso la sola determinazione del profitto sono “fagocitate” dalle multinazionali che, vista la carenza di acqua sul pianeta, considerano l’acqua un “grande affare”.
A livello nazionale oltre 60 reti, circa cinquecento associazioni, gruppi territoriali e comitati in difesa dell’acqua nonché singoli cittadini (oggi tutti sotto la sigla comitato promotore per la proposta di legge d’iniziativa popolare in difesa dell’acqua pubblica) sparsi su tutto il territorio nazionale, con grande passione civica, e con una continua e perseverante ricerca della partecipazione democratica alle scelte amministrative e in alternativa al decreto Lanzillotta, hanno presentato in Cassazione (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 25 ottobre 2006) una proposta di legge d’iniziativa popolare in difesa dell’acqua pubblica che esclude le s.p.a. nella gestione dell’acqua e dei servizi ad essa connessi, per la quale si dovranno raccogliere cinquantamila firme per essere discussa in Parlamento.
A sostegno di questa grande richiesta di partecipazione democratica la Campania è la regione più attiva.

Geografia della privatizzazione in Campania:
nell’Assemblea dell’A. T.O. 2 (Napoli – Volturno) il 31 gennaio 2006, i 136 comuni ritiravano la delibera di privatizzazione nonostante la permanenza del diritto di prelazione sui titoli azionari dell’A.R.I.N. s.p.a. (società che gestisce il s.i.i. a totale capitale del Comune di Napoli) da parte dell’agenzia bancaria americana Merill Lynch, uno dei più grandi “tenori” della circolazione finanziaria nel mercato borsistico mondiale;
in A.T.O. 4 la maggioranza dei partiti politici spingono verso una società consortile s.p.a.;
negli A.T.O. 3 e 1 sono visibili i disagi e i malcontenti . Nel Sarnese-vesuviano (A.T.O. 3) la disobbedienza civile e la contestazione nei confronti della G.O.R.I. s.p.a. (gestore del S.I.I.) è cresciuta a dismisura. La G.O.R.I. s.p.a società mista (oggi vietata dalla legge) ha come finalità il profitto fine a se stesso e tenderà ad aumentare le tariffe secondo gli investimenti effettuati sulla rete idrica (così come prevede la concessione illegalmente ricevuta con affidamento diretto), pensati da privati, tra cui costruttori presenti nel CdA (controllori di se stessi?). Inoltre al fine di attirare capitali, anche per ripianare debiti nei confronti della Regione Campania, potrà vendere i titoli azionari dell’acqua a speculatori finanziari e o a multinazionali (in parte già verificata): i cittadini di quell’A.T.O. dicono NO alla s.p.a..
E’ notizia di questi giorni che anche il CdA dell’A.T.O. 1 (Avellino – Benevento) spinge verso l’ affidamento diretto senza gara d’appalto del S.I.I. alla società Altocalore s.p.a. si denuncia non solo l’illegalità della determinazione ma anche l’immoralità politica, poiché le decisioni sono prese senza tenere conto sia delle sentenze di cui sopra sia della richiesta dei cittadini di partecipare ai Consigli Comunali aperti sull’argomento. Inoltre, la multinazionale ACEA in “grande silenzio” ha acquistato i titoli azionari della società GESESA che gestisce il s.i.i. dal Comune di Benevento, senza che la cittadinanza ne fosse a conoscenza.

La rete civica contro la privatizzazione dell’acqua in Campania chiede ai partiti che aderiscono alla proposta di legge di iniziativa popolare di adoperarsi affinché si discuta urgentemente della legge regionale per il riordino e la gestione del servizio idrico integrato.

Il Mattino

Il Sannio Quotidiano

Il Quaderno con intervista video

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Volantino diffuso in occasione della occupazione della Sorgente del Fiume Calore di Cassano Irpino.

Disobbediamo alla privatizzazione dei servizi pubblici
Per il diritto all’acqua e contro la desertificazione del territorio

Il Governo Berlusconi ha deciso di svendere ai privati, continuando una politica vergognosa di privatizzazione dei servizi essenziali, l’Acquedotto Pugliese, il più grande d’Europa con circa 6 milioni complessivi di utenti serviti, 580 milioni di metri cubi di acqua gestita e 29.000 chilometri di reti idriche e fognature.
Naturalmente sono già cominciate le grandi manovre degli affaristi e degli speculatori tra i quali anche alcune multinazionali francesi, come la Nestlè, che da tempo ha scelto di lucrare sulle sorgenti di acqua minerale e sullo sfruttamento intensivo delle risorse idriche. La multinazionale, responsabile di speculare sulla vendita di armi e di decine di altre nefandezze, è anche tristemente nota per aver corrotto alcuni governi di paesi del sud del mondo imponendo loro l’uso di latte in polvere al posto del latte materno, cosa che ha provocato e provoca ancora per le scarse condizioni di igiene la morte di centinaia di migliaia di neonati.
L’acqua che è indispensabile ed insostituibile per la vita, comincia a scarseggiare anche nel Sud dell’Italia soprattutto a causa di una gestione distruttiva del territorio, e per questo diventa estremamente pericoloso consentire ad un privato di mercificarla sfruttando il bisogno collettivo, con il solo scopo di trarne enormi profitti a scapito dei diritti dei cittadini.

L’ACQUA NON E’ UNA MERCE E NEPPURE UN LATTE IN POLVERE.

L’acqua è un bene comune dell’umanità e quindi deve essere messa a disposizione di tutti tenendo conto dell’esigenza di molte popolazioni della fascia costiera di poter ricevere acqua potabile, senza impoverire irrimediabilmente le sorgenti e i fiumi e garantendo anche alle popolazioni delle aeree interne acqua a sufficienza per le attività domestiche e produttive.
Si può gestire questa fondamentale risorsa in modo solidaristico riducendo le enormi perdite degli impianti, combattendo le cause di inquinamento delle falde e dei pozzi e regolando le captazioni delle sorgenti senza prosciugare i fiumi.
Ma l’interesse pubblico non può essere garantito da una multinazionale che invece penserà a sfruttare ancora di più le sorgenti incurante dei danni che saranno procurati al territorio e quindi alle popolazioni che lo abitano.
Per questo oggi abbiamo “occupato” questa sorgente del fiume Calore dalla quale vengono già prelevati dall’Acquedotto Pugliese S.p.a., 2500 litri di acqua al secondo e che rischia, con la privatizzazione, di essere ancora di più depauperata con enormi danni per le province di Avellino , Benevento e Caserta .
Noi sollecitiamo la costituzione di comitati popolari contro la privatizzazione delle risorse idriche, per tutelare gli interessi di tutte le popolazioni e garantire la qualità dell’ambiente, per creare nuova occupazione e una società sostenibile.

Da un luogo imprecisato, Sud, Pianeta Terra
Secondo anno della guerra globale permanente

Movimento delle/dei Disobbedienti
Forum Ambientalista

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