BENEVENTO: GAMBIZZATI DUE UOMINI IN DUE SETTIMANE
In città, sono stati gambizzati, a distanza di 19 giorni, un uomo che si occupa di videogiochi e poi un imprenditore.
Pochi gli interventi e i commenti sui due gravi fatti di sangue quasi come se fossero episodi ormai “normali”.
Il Sindaco riesce solo a polemizzare con Italia dei Valori per difendere Mastella e poi, imitando i politici napoletani avvezzi alla retorica dei luoghi comuni, fa appello al rispetto della legalità.
Ci vuole una bella faccia tosta dopo quello che ha combinato sulla vicenda Zamparini, esempio di “disprezzo della legalità in omaggio ai potenti”.
Il Sannio Quotidiano del 20-10-2006
Giostraio gambizzato a colpi di pistola, è giallo
Gambizzato un giostraio. E’ accaduto ieri sera in via Dorso, a Pacevecchia: la vittima è Gianfranco De Florio, quarantasei anni.
L’episodio si è verificato intorno alle 18: secondo una prima ricostruzione, mentre si trovava dinanzi ad un locale adibito a deposito in compagnia del figlio, il De Florio è stato avvicinato da un giovane che, dopo avergli augurato la buonasera, all’improvviso ha tirato fuori una pistola ed ha fatto fuoco, centrando il quarantaseienne agli arti inferiori. Tre i colpi sparati, due dei quali hanno centrato la vittima.
Subito dopo, il malvivente è salito a bordo di un’auto e si è allontanato, facendo perdere le sue tracce. Soccorso, De Florio è stato caricato su un’auto e trasportato all’ospedale Rummo, dove gli è stata diagnosticata una ferita alla coscia destra, al di sopra del ginocchio. Non gravi, per fortuna, le conseguenze. Sul posto sono intervenuti gli agenti della squadra mobile e la scientifica, per i rilievi del caso. Ascoltato dagli investigatori, il quarantaseienne ha spiegato di non conoscere l’autore del gesto e di non essere in grado di fornire una spiegazione a quanto gli è capitato.
Le indagini puntano a stabilire se l’attentato sia legato all’attività lavorativa del ferito o se sia invece sotteso da altre motivazioni. In serata, ritrovata incendiata, a Ponte Valentino, una Fiat 500.
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Il Mattino del 08/11/2006
Un killer solitario è entrato in azione all’alba: il ferimento avvenuto nei pressi dell’Arco di Traiano
Spari contro costruttore: gambizzato
Esplosi quattro proiettili, l’uomo centrato anche a un braccio. Forse un avvertimento del racket
Un killer solitario ieri mattina intorno alle sei ha gambizzato il noto costruttore beneventano Cleto Palermo,68 anni, detto Saverio.
Un agguato preparato nei minimi particolari, ma che non ha ancora un movente chiaro, ma solo ipotesi, tra cui quella del racket, anche se il costruttore nega di aver avuto richieste di denaro dalla malavita.
Erano circa le sei quando Saverio Palermo ha abbandonato la sua abitazione in via Ennio Goduti.
Come ogni mattina da venti anni ha percorso in auto una Fiat Punto, via del Pomerio fino ad imboccare vico Tre settembre. Da qui svoltando sulla sinistra, attraverso un altro vicoletto a Pont’Aurea, doveva raggiungere via Arco Traiano, dove è solito prendere il caffè presso il bar «La buca». Ma questo suo itinerario è stato interrotto: il vicolo che collega vico Tre settembre a via Arco Traino era sbarrato da una transenna. Il costruttore ha ipotizzato che qualcuno l’avesse depositata casualmente, non essendovi lavori in corso, ed ha fermato l’auto e stava per scendere per rimuoverla, ma con mossa fulminea si è avvicinato alla Fiat Punto un giovane con un passamontagna e una sciarpa sul viso che senza proferire parola ha estratto una pistola calibro 7,65, ed ha fatto fuoco quattro volte. Tre colpi hanno raggiunto il costruttore alla gamba sinistra e un quarto al braccio sinistro. Il giovane è poi fuggito a piedi.
Lo stesso costruttore ha avuto la forza di telefonare al 113 e far scattare i primi soccorsi. Saverio Palermo è stato condotto presso l’ospedale «Fatebenefratelli» dove i sanitari gli hanno prestato le cure del caso.
Si è ipotizzato il ricorso a un intervento chirurgico, ma poi si è ritenuto di non farlo. La prognosi in ogni caso è di trenta giorni. Sul posto sono subito giunti gli agenti della Volante, della Squadra Mobile e della Polizia scientifica. Il costruttore è stato ascoltato a lungo dagli agenti ma gli elementi forniti per individuare il killer sono pochi. Infatti lo sparatore ha mostrato solo gli occhi. Era giovane e determinato.
Aveva una perfetta conoscenza dei movimenti del costruttore che solo da pochi giorni era tonato a via Goduti, lasciando una villa che ha in località San Vitale. Palermo ha sostenuto che pur svolgendo da tempo l’attività nel settore dell’edilizia non ha avuto minacce, ne tantomeno richieste di denaro, tali da far ipotizzare un attentato del racket. Ma in assenza di altri elementi l’ipotesi di una minaccia estorsiva resta una delle piste seguite dagli inquirenti, che hanno ascoltato per tutta la giornata anche altri testi, tra questi il figlio del costruttore di nome Pietro, che anche lui è impegnato nell’azienda di costruzione del padre. Ma al momento resta il mistero sul possibile movente. Chi ha agito voleva comunque solo gambizzare Saverio Palermo, perchè una volta aperto lo sportello dell’auto, ha mirato alle gambe e il colpo al braccio c’è stato perchè il costruttore ha cercato di proteggersi, e quindi l’arto è finito davanti alla canna della pistola. en.mar.
IL PERSONAGGIO
La famiglia Palermo da alcuni decenni opera nel settore delle costruzioni sia in città che nei centri della provincia e anche fuori del Sannio.
Il fondatore deceduto qualche anno fa, è Pietro Palermo, che come titolare di questa impresa è stato tra coloro che maggiormente hanno contribuito alla ricostruzione della città nel dopoguerra.
Molti, e alcuni imponenti, gli edifici realizzati dall’impresa Palermo a viale Mellusi, al rione Ferrovia e in altri quartieri. Più di recente sono state realizzate alcune ville in un parco residenziale alla Pacevecchia. Ma l’impresa è impegnata da alcuni anni nelle opere di ampliamento e riammodernamento dell’ospedale «Fatebenefratelli» al rione Ferrovia.
La struttura sanitaria che è andata man mano incrementando prestazioni e posti letto ha trovato nella ditta Palermo l’impresa in grado di far fronte a queste nuove esigenze per un’ assistenza sanitaria più efficace. Attualmente oltre all’ospedale «Fatebenefratelli, dove ha ancora in corso lavori, l’impresa ha cantieri anche in centri della provincia in particolare a Pago Veiano dove ha opere appaltate da privati.
E ieri mattina Saverio Palermo, quando è stato gambizzato, si accingeva appunto a fare dei sopralluoghi sui vari cantieri. Ma all’ ospedale «Fatebenefratelli» questa volta invece che da direttore dei lavori ci è giunto come paziente.
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Il Sannio Quotidiano 08-11-2006
Imprenditore gambizzato, è mistero
Strada bloccata da una transenna, un malvivente ha aperto lo sportello dell’auto e gli ha sparato. Prognosi di 30 giorni
Ha atteso pazientemente, sapeva che sarebbe passato di lì. E quando è arrivato il momento buono, ha fatto scattare la trappola e gli ha sparato contro senza dire una parola.
Ha affidato il suo ‘messaggio’ ad una serie di colpi di pistola, poi è fuggito. Lasciandosi alle spalle una scia di inquietudine e di dubbi. Quelli che avvolgono la gambizzazione di Cleto Palermo (per tutti Saverio), sessantotto anni, un imprenditore edile di Benevento, giudicato guaribile in trenta giorni.
Un grave episodio al quale stanno ora lavorando gli agenti della squadra mobile. Un agguato con finalità estorsive o dettato da altre motivazioni? Interrogativi ai quali dovranno dare una risposta le indagini dirette dal sostituto procuratore Urbano Mozzillo.
I fatti, secondo una prima ricostruzione.
Le sei di ieri mattina. Cleto Palermo è al volante della sua Fiat Punto con la quale sta raggiungendo, come da anni fa ogni giorno, un bar nella zona dell’Arco di Traiano nel quale solitamente beve un caffè. Il tragitto è quello abituale, si snoda attraverso le strade interne che da via Goduti, dove la vittima abita, conducono a via III Settembre e via Port’Aurea, fino a sboccare dinanzi al capolavoro della scultura romana.
Un percorso che anche l’attentatore conosce a menadito. Tutto accade quando l’auto sta per svoltare su via Port’Aurea, alla quale l’accesso è però impedito da una transenna. L’imprenditore resta sorpreso, pensa che da quelle parti stiano per cominciare dei lavori, è incerto sul da farsi: scendere e spostare la barriera, oppure innestare la retromarcia. Le sue riflessioni vengono spazzate via dall’improvvisa apparizione di un uomo sbucato da nulla.
Ha il volto coperto da una sciarpa e da un passamontagna che lascia liberi solo gli occhi. Apre lo sportello della Punto dal lato del guidatore e fa fuoco con la pistola che impugna. Uno, due, tre colpi, forse un quarto (tre i bossoli calibro 6.35 che saranno repertati dalla scientifica).
Cleto Palermo alza istintivamente un braccio per difendersi e chiudere la portiera, viene centrato sia all’avambraccio che alla coscia sinistra. Il malvivente se la squaglia a piedi, il rumore di tre detonazioni viene sentito da una signora che è in casa. Due persone che sostano dinanzi ad un bar situato a poca distanza ricevono una richiesta d’aiuto da parte del sessantottenne, ma la ignorano e si allontanano. Cleto Palermo compone col suo telefonino il 113, è lui a dare l’allarme. Sul posto, oltre ad un’ambulanza, piombano due volanti.
Il ferito viene trasportato al ‘Fatebenefratelli’ ed ascoltato a lungo dagli uomini della Mobile con il loro dirigente, Antonio D’Andrea.
L’imprenditore esclude di aver ricevuto minacce o richieste di denaro, non è in grado di indicare un possibile movente. Spiega che la sua impresa è attualmente impegnata nella realizzazione della nuova ala dell’ospedale Fatebenefratelli e nella ristrutturazione di due abitazioni private a Pago Veiano.
Una prima informativa viene consegnata al magistrato che coordina l’inchiesta: come sempre in questi casi, nessuna ipotesi viene esclusa. Si cerca di capire se il gesto sia correlato all’attività lavorativa e se la stessa sia eventualmente finita nel mirino del racket, o se invece sia stato ispirato da ragioni che allo stato appaiono misteriose. Nessun dubbio, invece, sul clima di preoccupazione che si respira in città.
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Il Sannio Quotidiano 10-11-2006
Agguato all’imprenditore, perquisite cinque abitazioni
Hanno perquisito alcune abitazioni, alla ricerca di ogni elemento che possa risultare utile alle indagini sull’agguato all’imprenditore Cleto Palermo, 68 anni, di Benevento, ferito da tre colpi di pistola calibro 6.35 all’avambraccio ed alla coscia sinistra.
E’ l’attività che nella notte ha tenuto impegnati, su disposizione del Questore Santoro, gli agenti della squadra mobile, che hanno fatto tappa negli appartamenti di cinque personaggi della città già noti alle forze dell’ordine.
Una scelta non casuale, visti i precedenti degli interessati (estorsione e non solo), compiuta sulla scia delle decisioni adottate durante la riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, nel corso della quale era stata affrontata la recrudescenza dei fenomeni criminosi che da qualche tempo si registra sia nel capoluogo che in provincia.
Attenzione puntata sul grave episodio di via Port’Aurea, su quelli accaduti nei giorni precedenti alla Pacevecchia (gambizzato un gestore di videogiochi) ed in via Sala (assalto ad un bar e colpi di pistola), e su una situazione più complessiva che ha inevitabilmente creato un clima di allarme nell’opinione pubblica.
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Il Mattino del 09/11/2006
Dopo il ferimento di Palermo affrontato in pieno centro nei pressi dell’Arco Traiano
«Alzare la guardia contro la mala»
Allarme dell’Unione industriali e del senatore Izzo mentre s’indaga sull’attentato al costruttore
L’Unione degli industriali ha invitato le istituzioni a non sottovalutare la gambizzazione del costruttore Cleto Saverio Palermo.
Allarmati per l’episodio di criminalità anche i politici tra questi il sen. Cosimo Izzo. La polizia che indaga sul ferimento del costruttore mette sotto torchio la mala locale. Intanto le condizioni del costruttore ricoverato presso l’ospedale «Fatebenefratelli» sono stazionarie.
«L’episodio – dice il direttore dell’Unione industriali Sergio Vitale – non va sottovalutato. L’aver ferito un imprenditore mentre esce da casa per recarsi in un cantiere, potrebbe essere un’evoluzione preoccupante della malavita, in una provincia che finora non era ritenuta esposta a questi drammatici episodi». «Alziamo i livelli di guardia: le forze dell’ordine si concentrino maggiormente su questa escalation criminale perchè la provincia di Benevento potrebbe diventare terra di conquistà mentre gli imprenditori collaborino con le istituzioni al fine di evitare le condizioni del propagarsi di attività illecite».
Lo sostiene il vicecoordinatore regionale di Forza Italia in Campania, il senatore Cosimo Izzo che aggiunge: «il numero e la gravità degli episodi criminali che si stanno registrando nel Sannio cominciano ad essere allarmanti. Per questo c’è la necessità di porre un freno ad eventuali, ulteriori e facili infiltrazioni malavitose sia in Valle Caudina che in Valle Telesina, crocevia tra Irpinia, Sannio e Terra di Lavoro. Non vorremmo che la nostra provincia iniziasse a vivere il clima di Napoli».
Il costruttore Saverio Palermo raggiunto alla gamba sinistra e ad un braccio da quattro colpi di pistola sparatagli da un misterioso killer nei pressi dell’Arco di Traiano e tuttora ricoverato all’ospedale «Fatebenefratelli» nella divisione di ortopedia, con una prognosi di trenta giorni.
Agli agenti della Squadra Mobile ha continuato a sostenere di non sapersi spiegare il movente del ferimento. Gli inquirenti frattanto hanno messo sotto torchio la mala locale, convinti che in ogni caso se non il killer, senza dubbio il mandante o chi ha organizzato l’agguato è locale. Troppo minuziose le modalità del ferimento per ipotizzare che sia opera di elementi extra provincia. Il costruttore era atteso a vico Tre settembre,e il killer non ha avuto esitazioni nel riconoscere la Fiat Punto alla cui guida era Saverio Palermo, nell’entrare in azione e infine nello sparare i quattro colpi.
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Il Quaderno 08/11/2006 :: 12:12:30
Benevento: criminalità, Zeoli (Idv) attacca il centrosinistra
“Leggiamo della recrudescenza di criminalita’ che si sta verificando sia a Benevento che nella provincia, dove si cominciano a sentire termini come “gambizzato” che non hanno mai fatto parte del nostro linguaggio”.
Comincia così una nota di Angela Zeoli, segretario provinciale dell’Italia dei Valori, intervenuta dopo l’episodio di ieri ai danni di Cleto Palermo per chiedersi se il Comune di Benevento, “dove – si legge – gli imprenditori vengono gambizzati non ritiene che sia ora di adottare il Protocollo di legalità sulle gare d’appalto”.
La Zeoli individua la causa del moltiplicarsi degli episodi criminali nell’indulto (votato dalla quasi totalità del Parlamento, sia dal centrodestra che dal centrosinistra ndr) addebitandolo al ministro della Giustizia Clemente Mastella e al centrosinistra in generale: “L’evidenza dei fatti – dice Zeoli – dimostra che alcuni provvedimenti sono frutto di scelte scellerate del centrosinistra sia nazionale che locale. Il ministro Mastella non considera che l’indulto non ha causato danni solo per la quantita’ (circa 20.000) di delinquenti che ha rimesso in libertà, ma soprattutto per il fatto di aver diffuso una “cultura dell’impunità” che ha incentivato l’arroganza dei criminali e “sconfitto” le forze dell’ordine, i magistrati e, soprattutto, le persone perbene?
Siamo sicuri che gli “avvertimenti” di stampo camorristico, indirizzati con sempre maggiore frequenza a danno degli imprenditori di Sant’Agata dei Goti, non dipendono dal fatto che i criminali sanno che, anche se verranno presi, ci sarà sempre un indulto o peggio ancora una amnistia – di cui il ministro dice che si può parlare – che li salverà dalla galera? ”
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Criminalità, il sindaco Pepe replica al segretario dell’Idv
“Questa amministrazione è impegnata per il rispetto della legalità”
(Ascoben) Benevento, 08 nov 2006 – In riferimento ad alcuni commenti rilasciati in queste ore sulla questione della sicurezza, il sindaco di Benevento, Fausto Pepe, ha diffuso la seguente dichiarazione:
“Sbaglia chi considera la legalità e la sicurezza dei cittadini come tema ad esclusivo appannaggio di questa o quella forza politica, o ancora peggio, di un solo partito. Anche nella nostra comunità il tentativo di preservare il territorio dai pericoli della criminalità, è sforzo comune che va riconosciuto non solo alle classi dirigenti ma a tutti gli attori sociali di Benevento.
Ciò premesso, devo dire che resto sbigottito per le accuse lanciate dal segretario provinciale dell’Italia dei Valori, Angela Zeoli, all’indirizzo del Guardasigilli Mastella e di tutta la coalizione di centrosinistra. Credo fermamente nell’utilità sociale del provvedimento di indulto recentemente licenziato dalle Camere con un ampissima maggioranza, trasversale agli schieramenti. La legge in questione ha mitigato uno dei più gravi vulnus del nostro stato di diritto, e quindi della legalità cara anche alla Zeoli: la possibilità di scontare in ambienti umani le pene comminate dall’autorità giudiziaria.
“Le pene devono tendere alla rieducazione del condannato”, così recita la Costituzione Italiana. Converranno anche gli esponenti dell’IdV che questa norma sovrana viene costantemente disattesa negli istituti penitenziari italiani evidentemente congestionati ed invivibili, per oggettiva constatazione degli esponenti di tutte le forze politiche. Di fronte al crescente degrado dei penitenziari italiani, il provvedimento di indulto ha rappresentato un primo atto di giustizia, condotto in porto con estrema perizia, misurabile anche nella celerità d’adozione, dal ministro della Giustizia Mastella. Anche per questo a me paiono fuori luogo gli attacchi rivolti dalla Zeoli che arriva finanche a dividere in maniera manichea la società tra “persone perbene” e “delinquenti”. Quasi mai la realtà è solo bianca o nera, così come è improponibile far discendere la paternità di uno o più atti criminosi, da un singolo provvedimento di legge. E poi mi chiedo: davvero la Zeoli, prima dell’indulto, non aveva mai sentito parlare di episodi come quello segnalato nelle sue dichiarazioni?
Questa amministrazione è particolarmente attenta alla questione, e non a caso ha pianificato e messo in campo diverse iniziative, che vanno nella direzione di diffondere nel tessuto sociale la cultura e la pratica della legalità e della giustizia. In ciò supportando, ed affiancando ogni volta che sarà necessario, l’attività delle forze dell’ordine preposte ad indagare, comprendere, arginare e punire i reati commessi. A loro va l’appoggio e la fiducia non solo del sindaco, ma di tutto il centrosinistra beneventano.
L’IdV, che ha recentemente revocato il proprio sostegno alla mia maggioranza, propone l’adesione ad un protocollo di legalità sugli appalti. Bene, senza alcuna difficoltà questa amministrazione è pronta a confrontarsi, ma sia chiaro che nel frattempo, già oggi mentre la Zeoli ci suggerisce iniziative, al Comune di Benevento vengono osservate scrupolosamente tutte le leggi in materia di appalti. La cultura della legalità, della trasparenza, e quindi del rispetto per tutti i cittadini sono alla base del nostro operare e, soprattutto, del nostro programma di mandato”.