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No al trasferimento del reparto psichiatrico da Benevento a S. Agata dei Goti

rummoCOMUNICATO STAMPA di lunedì 23 marzo 2009
Si è tenuta stamattina alle 11,00 presso il Palazzo del Volontariato la conferenza stampa indetta dal Comitato di protesta contro la decisione di spostare il reparto psichiatrico di diagnosi e cura dell’ospedale Rummo presso il costruendo ospedale di Sant’Agata dei Goti.
Nell’occasione è stato presentato il dossier contro tale decisione (riportato qui di seguito) che verrà inviato anche ai rappresentanti delle istituzioni – a partire dal Primo Cittadino di Benevento – per poterne discutere nel corso di un incontro più volte richiesto senza ottenere, però, alcuna risposta.

DOSSIER
La malattia mentale – per gli effetti devastanti delle droghe, di malattie come la depressione diffusa in ogni fascia d’età o l’anoressia soprattutto tra i giovani, per l’aumento di crisi di panico e altri disturbi psicotici, maniacali, della personalità – oggi in Italia tocca direttamente o indirettamente 1 persona su 3 in tutti gli strati sociali: ciò significa che tutti ne siamo prima o poi coinvolti anche se arcaici pregiudizi tendono ancora a nascondere e negare questa calamità sociale. Quante volte, per esempio, abbiamo sentito definire dalla stampa “inspiegabile suicidio” o “dramma della follia” quello che, in realtà, è solo l’esito di una malattia non diagnosticata e, quindi, non curata.
In altri Paesi questa vergogna è stata superata individuandone le cause: soprattutto ignoranza e disinformazione. Ecco perché paesi evoluti come Stati Uniti, Gran Bretagna o Olanda – valutando i pesanti costi per la sanità pubblica legati al dilagare della malattia mentale – hanno varato innanzitutto grosse campagne pubblicitarie e di informazione per spingere i malati ad uscire allo scoperto e a farsi curare. Ricorrendo alle scuole, alla televisione, ai fumetti, all’aggiornamento dei medici di base si è educato il pubblico a riconoscere i sintomi di malattie mentali diffuse, per esempio, come la depressione spiegando che si tratta di una malattia a tutti gli effetti e non un segno di debolezza o di indegnità morale. Così grazie ai “Programma di consapevolezza” come quello varato in America nel 1991 la maggior parte dei “malati sommersi” hanno avuto una diagnosi e una cura le cui conseguenze sono state anche una riduzione di oltre il 50% della spesa pubblica fino ad allora sprecata in assenze e scarso rendimento sul posto di lavoro, invalidità e danni sociali.
Poco o niente di tutto questo, invece, si è fatto in Italia dove dati allarmanti – come quello che ben il 15% dei depressi si suicida – non sono “inspiegabili” ma spiegabilissimi con la constatazione che le attuali strutture sanitarie non sono in grado di intercettare la domanda di aiuto che viene da un’utenza che, così, continua a soffrire e morire in silenzio.

SCOPO DI QUESTO INCONTRO
dunque, è dimostrare, come la decisione di abolire il reparto psichiatrico di diagnosi e cura dell’ospedale Civile Rummo per spostarlo nel costruendo ospedale di Sant’Agata dei Goti DISTRUGGERA’ L’INTERO SERVIZIO PSICHIATRICO PUBBLICO a Benevento e in gran parte del Sannio determinando una situazione paradossale: ovvero, colpire anche quella parte di malati che hanno avuto “la fortuna” di essere intercettati dalla struttura pubblica ed essere curati.

Prima di tutto, dunque, è necessario accennare in breve a come è organizzato il DIPARTIMENTO DI SALUTE MENTALE della Asl che comprende 4 “unità operative di salute mentale” (UOSM) : una a Benevento, una che serve la zona di Morcone e San Bartolomeo in Galdo, una a Bucciano e una a Puglianello nei pressi di Telese.
La UOSM di Benevento è collocata in una palazzina di 4 piani (sul lungo fiume, in via Grimualdo Re). Come le altre 3 UOSM comprende un Centro di Salute Mentale (CSM) – motore e mente organizzativa della UOSM – con un day hospital per seguire terapie farmacologiche e psicologiche, un centro diurno con attività di socializzazione, musica, ginnastica, programmi di recupero individuali e attività di gruppo come quello di pazienti e operatori denominato di “mutuo auto-aiuto”.
Alle Unità Operative di Salute Mentale, inoltre, fanno capo altre strutture :
la SIR o “Struttura residenziale intermedia” per progetti di ricovero a lungo termine;
la “Casa famiglia” che ospita stabilmente casi che, con adeguati supporti, hanno bisogno di rientrare lentamente nel sociale.

TUTTE le UOSM , infine, si servono del REPARTO PSICHIATRICO DELL’OSPEDALE RUMMO denominato SPDC o Servizio Psichiatrico ospedaliero di Diagnosi e Cura.
Situato in un’ala dell’ospedale Civile, è costituito da un nucleo stabile di 5 medici ai quali si aggiungono – per il servizio notturno, prefestivo e festivo – le turnazioni di tutti gli psichiatri della Asl: così è garantito il servizio 24 ore su 24 per 365 giorni all’anno, in quanto qui si affrontano soprattutto le emergenze: per esempio, casi gravi bisognosi di un ricovero temporaneo per cure intensive o le crisi più o meno acute che possono verificarsi nel corso della cura della malattia mentale. Non a caso, dunque, questo reparto si trova presso l’ospedale Civile in una posizione baricentrica rispetto alle 4 UOSM : perché mentre per altre discipline come cardiologia, medicina interna, ecc. esistono più reparti anche in altri presidi ospedalieri, questo di psichiatria del Rummo è l’unico reparto previsto per tutta la popolazione della provincia.

Oggi la malattia mentale grazie alle acquisizioni della scienza e ai nuovi medicinali è perfettamente curabile o comunque contenibile. Ma le cure sono lunghe e sono efficaci a due condizioni:
– che si stabilisca una “continuità terapeutica” tra il paziente e il personale medico e paramedico, ovvero che il paziente faccia sempre capo agli stessi operatori anche se viene temporaneamente ricoverato in altre strutture
– che il malato non perda il contatto con il proprio territorio.
Che significa? Fornendo la risposta con le parole del legislatore, si legge nel capitolo 3 del Bollettino della Regione Campania n. 50 del 27 ottobre 2003 che “Il lavoro di salute mentale prende avvio e si espleta nel territorio, nei contesti di vita della persona, dove nasce e si sviluppa la sofferenza … La reale integrazione tra risposta medico-clinica e risposta riabilitativa si attua nei CSM , sede organizzativa e motore dell’ UOSM, che deve farsi carico di tutta la domanda di salute del territorio di competenza, con particolare attenzione alle persone a rischio di esclusione sociale ….” E dopo avere sottolineato “l’importanza, nella strategia della continuità terapeutica, della presa in carico della persona nella sua globalità e nel contesto in cui vive …” si legge che “in particolare il paziente grave necessita di azioni coordinate e integrate che coinvolgono varie professionalità in momenti contemporanei o distinti, ma sempre all’interno di un progetto terapeutico-riabilitativo unitario … dove l’insieme degli operatori si costituisce come “comunità curante”. Se il paziente, dunque, per necessità terapeutica deve attraversare varie strutture, comunque … “il Centro di Salute Mentale deve affiancare gli altri servizi che subentrano a sostegno del paziente … “, compreso
lo SPDC o reparto di psichiatria del Rummo che come si legge nel “Piano Regionale ospedaliero 2007 – 2009” “deve garantire tempestiva e adeguata modalità di accoglienza, riduzione e superamento della condizione clinica critica, osservazione e monitoraggio clinico, riconnessione dei rapporti di rete familiare … in collaborazione con l’UOSM del territorio di pertinenza del paziente per garantire concretamente la continuità terapeutica”.

Come prescrive, dunque, la stessa Regione Campania il ricovero ha efficacia :

– solo se il medico che ha in cura il paziente può continuare a seguirlo con visite frequenti nella struttura dove è momentaneamente ricoverato;
– solo se fra il medico curante presso il CSM e l’equipe medica stabile del Rummo si stabilisce quel continuo scambio di contatti e informazioni che li trasforma – insieme agli infermieri – in un’unica “comunità curante” che persegue il medesimo progetto terapeutico;
– solo se anche la famiglia o gli amici, con la loro presenza continua, riusciranno ad alleviare la tragicità di una condizione di ricovero che, diversamente, è vissuta dal malato di mente come un momento terribile caratterizzato da abbandono e isolamento. Il ricovero psichiatrico di emergenza, infatti, può durare anche diversi giorni nei quali è impensabile che il paziente rimanga chiuso in una struttura avulsa dal suo contesto e lontana dal suo territorio senza vivere questa situazione come una sorta di segregazione manicomiale.

Ciò significa che medici, infermieri assistenti sociali delle Unità Operative di Salute Mentale e del SPDC del Rummo, insieme alla famiglia e agli amici del paziente, sono tanti anelli di una stessa catena : per cui tagliarne uno equivale e spezzare l’intera catena terapeutica facendole perdere ogni senso ed efficacia.

Ebbene questo è quanto ha fatto la Regione Campania con la delibera del 28 novembre scorso sulla cosiddetta “riorganizzazione del servizio sanitario regionale” decidendo di privare Benevento del reparto di psichiatria esistente da oltre 50 anni presso l’ospedale Civile per spostarlo nel costruendo ospedale di Sant’Agata dei Goti: a servizio, cioè, più dell’area casertana che dell’utenza beneventana appartenente per l’80% a Benevento, alle zone dell’Alto Tammaro e del Fortore.

PER CAPIRE L’ASSURDITA’ di questa “RIORGANIZZAZIONE DEL SERVIZIO” che nega ciò che la stessa Regione prescrive, le toccanti testimonianze degli utenti e dei familiari raccolte nel corso della conferenza stampa indetta dal Comitato di Protesta e tenutasi lunedì 23 marzo 2009 presso il palazzo del Volontariato hanno dimostrano che

1) Spostare l’anello portante del servizio lontano dagli utenti, dal luogo in cui vivono e lavorano le loro famiglie, gli amici, il personale medico e paramedico, significa disgregare quella “comunità curante” che la stessa Regione ammette essere fondamentale per il successo del progetto terapeutico.

2) Collocare l’unico reparto di psichiatria del Sannio a Sant’Agata dei Goti, agli estremi confini del territorio provinciale, significa obbligare la maggior parte dell’utenza a percorrere dai 100 ai 50 chilometri di strade per lo più dissestate senza neanche avere a disposizione un’adeguata rete di trasporto pubblico come accade ora, visto che tutti i Comuni sono ben collegati con Benevento in quanto capoluogo di provincia.

3) Obbligare i sofferenti psichici a un lungo percorso in stato di agitazione, significa ignorare che oggi i disturbi psicotici, depressivi, maniacali, della personalità e ossessivo-compulsivi sono in aumento e richiedono sempre più spesso interventi fin dall’esordio della malattia o nella fase di grave scompenso: ciò significa che se il reparto di Psichiatria, anziché al centro è collocato alla periferia del bacino di utenza, in caso di ricovero urgente deve essere innescato – con costi aggiuntivi e grave stress emotivo per il paziente – un giro di vigili urbani, ambulanze, infermieri e medici per trasportare un malato agitato fino a Sant’Agata dei Goti. Oggi, invece, non solo il trasporto può essere effettuato facilmente dagli stessi familiari, ma molti pazienti in un momento di difficoltà si recano spontaneamente al reparto psichiatrico del Rummo risolvendo spesso da soli in poche ore il loro stato di crisi, grazie al consolidato rapporto con la struttura medica: cosa che sarebbe impossibile dislocando il reparto psichiatrico a Sant’Agata dei Goti.

Ma anche ammesso che il medico curante segua il proprio paziente nel ricovero a Sant’Agata dei Goti, ciò provocherà comunque

IL DISSESTO DI TUTTO IL SERVIZIO PSICHIATRICO PUBBLICO

In caso di emergenza, infatti, i medici che operano presso i vari Centri di Salute Mentale dovranno interrompere ogni visita, psicoterapia o lavoro di gruppo programmati, e perdere un’intera mattina o pomeriggio per seguire un solo paziente ricoverato a Sant’Agata: nel rapporto costi/benefici, dunque, è evidente il caos organizzativo che si verrebbe a creare nell’intero servizio psichiatrico pubblico,
senza capire quali siano i veri vantaggi dal punto dei vista dei tagli alla spesa sanitaria.

Se si valutano, infatti:

– i costi delle varie convenzioni da stipulare con le èquipes pubbliche e private che dovranno accompagnare il malato a Sant’Agata per sopperire alla mancanza della struttura fornita dal Rummo 24 ore su 24;
– gli ingenti fondi pubblici spesi appena 3 anni fa per ristrutturare il reparto psichiatrico del Rummo – secondo i più moderni canoni dell’ “accoglienza psichiatrica” grazie alla consulenza di esperti venuti anche da Trieste, patria della moderna psichiatria – che così risulterebbero sprecati;
– l’abbassamento del livello delle prestazioni dell’intero ospedale Civile – negli ultimi anni migliorate al punto da meritare la qualifica di “ospedale di rilievo nazionale”- che, dotato di reparti per tutte le specialità sanitarie anche di emergenza, verrebbe sguarnito del reparto psichiatrico di diagnosi e cura indispensabile non solo per fronteggiare le urgenze, ma per fornire supporto anche ad ammalati con problemi mentali ricoverati in altri reparti che, a loro volta, dovrebbero essere trasferiti altrove;
– ma soprattutto, se per risparmiare la Regione non fornirà più il servizio psichiatrico che la legge prescrive e definisce tale;

qualunque prezzo pagato per un “non servizio” sarà comunque troppo alto: in mancanza di efficacia terapeutica, infatti, qualunque cifra investita risulta buttata.
INCONGRUENZE DEL PROVVEDIMENTO
La giustificazione dei tagli alla spesa sanitaria per spostare il reparto psichiatrico del Rummo a Sant’Agata dei Goti, dunque, è poco credibile perchè non ha senso: e anche ammesso che sia indispensabile operare nell’ottica del risparmio, non si capisce perché ciò debba avvenire sempre a discapito dei pazienti più deboli come quelli psichiatrici e non su altri fronti dell’organizzazione aziendale dove ci sarebbe molto e più efficacemente da risparmiare.

Molto più credibile anche se solo una “voce” sembra, invece, la tesi di motivi politici che imporrebbero a tutti i costi l’apertura dell’ospedale di Sant’Agata dei Goti: e poiché per aprirlo è necessario dotarlo di un sufficiente numero di reparti, verrebbe trasferito lì il reparto di psichiatria proprio per raggiungere questo numero. E’ sperabile che questa “voce” si riveli solo tale: viceversa il cinismo della classe politica – che per l’interesse di pochi sacrifica gli interessi e i diritti di molti – non conoscerebbe più limiti.

Sta di fatto che la maggior parte della nostra classe politica si è dimostrata poco sensibile alla vicenda: nella commissione regionale che ha valutato la necessità di prendere tale provvedimento non c’è neanche un rappresentante dell’utenza sannita e alle richieste del Comitato di protesta di incontrare i responsabili istituzionali non c’è stata risposta.
Se la gravità delle conseguenze – forse anche per disinformazione sul tema – non sono state prese in considerazione né dai tecnici regionali, né dai politici locali, lo scopo di questa conferenza stampa è quello di tentare di colmare questa lacuna. Ma se ciononostante nessuno interverrà, non solo i politici nostrani si distingueranno per la mediocrità, lo scarso impegno e l’incapacità di difendere il proprio territorio regalando alla zona del casertano un servizio irrinunciabile per il Sannio come già accaduto con altre “riorganizzazioni” (caso Telecom, Enel, Banca d’Italia, Enigas Power, ecc. che hanno avvantaggiato province confinanti ) ma il loro sarebbe comunque, un atteggiamento miope: perché il dato che la malattia mentale colpisce 1 persona su 3, non fa eccezione per i politici e le loro famiglie.

Ecco perché il Comitato di protesta è deciso a continuare la sua lotta fino a che il provvedimento non verrà modificato: con manifestazioni di piazza, scioperi, raccolta di firme e una denuncia alla Procura della Repubblica per paventato rischio di “interruzione di pubblico servizio”.
Per il COMITATO DI PROTESTA
Le ACLI ( associazione cristiana lavoratori italiani )
La CLESSIDRA ( associazione di utenti del servizio psichiatrico )
La RETE SOCIALE ( associazione di familiari e amici dei sofferenti psichici )
E’ PIU BELLO INSIEME ( Centro sociale polifunzionale per disabili )
PARLIAMONE ( associazione culturale )
PENDOLARI SANNITI
FESMED CAMPANIA ( Federazione Sindacale Medici Dirigenti )
RDB-CUB ( rappresentanze sindacali di base ) Pasquale Ruggiero
FSI ( federazione sindacale indipendente ) Giovanni Parente

© Altrabenevento

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