Il Comune ammette: sapevamo dell’amianto nella scuola di Pacevecchia
Durante la seduta del Consiglio Comunale del 12 aprile si è discusso anche dei lavori effettuati nella scuola di Pacevecchia con le relazioni del Dirigente del Settore Lavori Pubblici del Comune di Benevento, ing. Fernando Capone, del dott. Taddeo della ASL e del dott. Giuseppe D’Antonio del CRIA.
Incredibile la relazione del Dirigente Comunale il quale ha ammesso che la presenza di amianto nei pavimenti della scuola era nota all’Ufficio Tecnico e che i lavori sono stati condotti nel rispetto delle procedure previste per legge. Ma Capone è stato smentito dal medico della ASL che ha ricordato di aver sanzionato il Comune proprio perchè non sono state rispettate le norme relative alla rimozione dei materiali inquinanti.
Intanto il Comune tenta di utilizzare strumentalmente le dichiarazioni del dott. D’Antonio il quale ha ricordato che l’Amianto non procura danni alla salute per la semplice presenza nei pavimenti ma determina gravi patologie, soprattutto per gli operai addetti alla loro rimozione.
L’Amministrazione comunale si aggrappa a queste affermazioni per sostenere la assenza di pericolo per i bambini della scuola che invece sono stati esposti a gravi rischi perchè le fibre di amianto sono state disperse nell’ambiente sul piazzale antistante la scuola, a pochi metri dalle finestre delle aule mentre erano in corso le lezioni.
Non appena saranno pronte le trascrizioni degli interventi registrati, RE.S.E.T. terrà una Conferenza Stampa sulle gravissime responsabilità dei tecnici e degli amministratori comunali per i lavori di rimozione dei pavimenti contenenti amianto effettuati senza il rispetto delle norme previste per la tutela della salute dei bambini, degli operatori scolastici e dei lavoratori.
Di seguito riportiamo gli articoli del MATTINO e del SANNIO QUOTIDIANO sulla discussione in Consiglio Comunale e il Dossier presentato da RE.S.E.T. lo scorso 30 gennaio.
IL MATTINO del 13/04/2006
PACEVECCHIA: Amianto nella scuola, bufera in Consiglio
MARISA DEL MONACO «Sulla vicenda dell’amianto nella scuola di Pacevecchia, l’amministrazione comunale ha avuto un comportamento irresponsabile. Ha messo a repentaglio la salute degli alunni, degli insegnanti e di quanti hanno frequantato l’istituto». L’attacco al sindaco D’Alessandro e alla sua squadra arriva dal consigliere di opposizione Cosimo Lepore nel corso della seduta consiliare di ieri sera.
Tra i punti all’ordine del giorno proprio un dibattito su questa problematica, chiesto a gran voce dall’opposizione e dall’associazione Reset, presente in aula con molti suoi componenti.
A dare il proprio contributo sono stati chiamati anche Giuseppe D’Antonio, in rappresentanza del’Arpac e Francesco Taddeo per l’Asl. Per il comune di Benevento ha relazionato l’ingegnere Capone, il quale ha ammesso che «si sapeva della presenza dell’amianto nel plesso scolastico, tanto è vero – ha spiegato – che il comune aveva chiesto un finanziamento regionale per procedere alla rimozione». Ma, viste le lungaggini burocratiche per ottenerlo e, complice la fretta di aprire la scuola, da Palazzo Mosti si è optato per dare l’incarico ad una ditta di rimuovere il pavimento contenente l’amianto. Lavori questi che, però, gli ha fatto eco il Taddeo dell’Asl, «non sono stati eseguiti secondo la legge, poiché la ditta non era specializzata per la rimozione dell’amianto e noi – ha detto Taddeo – l’abbiamo anche sanzionata».
L’intervento di D’Antonio ha confermato la tesi espressa dall’espontente dell’Asl ed ha focalizzato l’attenzione sui «danni causati alla salute dalle fibre di amianto». Al termine delle relazioni, sono seguiti gli interventi. Molto duri quelli dell’opposizione che con Lepore prima e con altri rappresentanti poi, ha ribadito l’atteggimento «sconsiderato dell’amministrazione comunale».
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IL SANNIO QUOTIDIANO del 14-04-2006
Amianto a Pacevecchia, il Comune: «Nessun rischio»
“In relazione alla seduta del consiglio comunale e all’argomento relativo alla scuola Pacevecchia, la cui discussione si è protratta fino a tarda sera, l’Amministrazione comunale ritiene opportuno ribadire che il dottor Giuseppe D’Antonio, che in aula rappresentava il Cria (Centro regionale inquinamento atmosferico) della Regione Campania, ha escluso che le fibre d’amianto presenti in alcune delle pavimentazioni dello stesso edificio, oggi completamente rimosse, abbiano potuto provocare danni alla popolazione scolastica”. La nota inviata ieri dal Comune di Benevento fa seguito ad una delle più partecipate ed accese sedute di Consiglio svoltesi in questi ultimi mesi. Nel corso dell’assemblea, come riportato nelle cronache di ieri, sono stati ascoltati anche i pareri tecnici di Francesco Taddeo dell’Asl Bn1, e di Giuseppe D’Antonio del Cria. Proprio alle parole di quest’ultimo fa riferimento la nota di palazzo Mosti: “Il consiglio comunale ha quindi potuto prendere atto, attraverso l’esposizione di D’Antonio, peraltro noto e affermato medico pneumologo, che nessun rischio di contaminazione è stato corso né dagli studenti né dal personale docente o amministrativo”. Quindi per il Comune: “Se ne può dedurre che nessuno dei frequentatori della scuola ha corso rischi”.
Nessun accenno nella nota dell’ufficio stampa del Comune viene però dedicato al bando di gara realizzato per la rimozione di Pvc, mentre da anni era nota la presenza di amianto nell’istituto. Sul punto anche in Consiglio non è stata fatta chiarezza.
Sempre sulla stessa vicenda, intanto, palazzo Mosti ha ribadito attraverso un’altra comunicazione ufficiale che: “L’Asl Benevento 1, su richiesta del Comune e della ditta esecutrice dei lavori di bonifica, ha restituito ‘all’esercizio ordinario’ i locali della scuola elementare e materna di Pavececchia. L’autorizzazione, specifica l’Asl, scaturisce dai sopralluoghi ispettivi effettuati e dai risultati dei campionamenti d’aria “eseguiti al termine dei lavori di rimozione e smaltimento materiali contenenti amianto presso il cantiere in oggetto”. Di fatto, mercoledì prossimo riprenderanno i lavori ordinari di ristrutturazione che il Comune di Benevento aveva già appaltato nei mesi scorsi e che consentiranno, nei prossimi mesi, la ripresa dell’attività scolastica. L’intervento, che sarà eseguito dalla ditta De.M.Al. di Castelcampagnano (Caserta), prevede la sostituzione di tutte le pavimentazioni interne, degli infissi interni ed esterni, il rifacimento del manto impermeabile di copertura, dei servizi igienici e dell’impianto elettrico, nonché altri interventi per rendere la scuola più sicura e accogliente”. C’è da ricordare che per i primi lavori di rimozione, quelli dello scorso settembre quando scoppiò il caso, il Comune di Benevento è stato sanzionato con un provvedimento pecuniario da parte dell’Asl che aveva riscontrato violazioni alle procedure imposte dalla legge in materia. Di questo provvedimento sanzionatorio è stata data comunicazione anche alla Procura della Repubblica.
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RE.S.E.T.
Rete Sociale Ecologica e Territoriale – Benevento
Associazioni Ambientaliste – Centro Sociale Depistaggio – Codacons – Comitato Serretelle- CUB Trasporti – Emisfero sud – Fiom CGIL – Flaica CUB – ForumAmbientalista Sannio- Movimento studentesco – PRC – Sancto Janne – Slai Cobas
Dossier Amianto Pacevecchia
Lunedì 30 giugno 2006, ore 16, Istituto “Cattaneo”
Diapositiva 1 – RESET
Diapositiva 2 – Dossier Amianto
Diapositiva 3- Ingresso scuola Pacevecchia)
Il 16 settembre dello scorso anno, mentre erano in corso le lezioni nella scuola elementare del quartiere Pacevecchia, alcuni insegnanti si accorgono che nel piazzale antistante l’edificio (diapositiva 4 ) alcuni operai stanno caricando su un camioncino le piastrelle di linoleum che erano state rimosse dai pavimenti della scuola da una ditta incaricata dal Comune.
Il lavoro si svolge senza particolari accorgimenti tanto da sollevare una piccola nube di polvere che preoccupa gli insegnanti i quali sanno che in quelle piastrelle è stata più volte accertata la presenza di fibre di amianto.
Dopo poche ore, i tecnici dell’Arpac, chiamati dai docenti, riscontrano la presenza sul piazzale della scuola di pezzi di linoleum e prelevano da terra il pulviscolo che viene esaminato riscontrando fibre di Amianto. (diapositive 5-6-7)
Quindi, effettivamente, le operazioni di carico su un automezzo delle piastrelle di linoleum, senza i dovuti sistemi di sicurezza, aveva determinato il rilascio di fibre del materiale cancerogeno davanti ad una scuola frequentata da bambini, genitori, insegnanti e assistenti scolastici.(diapositive 8-9-10)
Di chi sono le responsabilità per tale disastro? Quali danni può procurare l’amianto?
Sul Sannio Quotidiano del 18 settembre 2005 (diapositive 11-12) compare una dichiarazione del Sindaco il quale, anche nella qualità di medico, spiega “L’amianto non crea danni all’organismo quando l’esposizione è occasionale, si sa di problemi generati da esposizioni croniche e prolungate”.
Su Il Mattino dello stesso giorno, (diapositive 13-14) il coordinatore provinciale del Codacons dichiara che “le piccole fibre di amianto presenti nella nube di polvere che ha invaso la scuola sono altamente cancerogene proprio quando entrano nel sistema respiratorio. Per questo motivo i lavori di rimozione di tutti i manufatti che contengono tale sostanza devono essere effettuati con particolari sistemi di sicurezza”
La parola al medico.
Attualmente sono proibite su tutto il territorio nazionale “l’estrazione, l’importazione la lavorazione dell’amianto”, come recita la legge 257 varata nel lontano 1992. Ma l’amianto ha conosciuto tempi migliori di questi. Tempi in cui veniva largamente usato. Materiale estremamente versatile e resistente, è stato impiegato in circa 3500 applicazioni, che vanno dai tetti degli edifici ai freni a disco, dai guanti da forno alle guarnizioni elettriche, dai pannelli isolanti alle condutture dell’acqua, dai tessuti ai pavimenti di linoleum, ecc. ecc. Sembrava buono per tutti gli usi, l’amianto, come il prezzemolo. Sembrava un materiale economico, conveniente, efficace.
Poi, a un certo punto, tutto finisce. Chi lavorava con l’amianto comincia ad accusare disturbi. Chi vi era stato esposto denuncia problemi fisici gravi. Qualcuno ci rimette la pelle. Vengono avviate ricerche scientifiche. Si scopre che le fibre di amianto fissate nei composti, quando rilasciate nell’aria, possono essere nocive per l’uomo. Diverse analisi accertano così che l’amianto non era la sostanza amica che si credeva. Già, ma che cos’era?
Una sostanza nemica. Un pericolo. Un minerale cancerogeno.
L’amianto non è come l’influenza di stagione. Non provoca tosse e raffreddore. Non si cura con l’antibiotico. L’amianto attacca l’organismo umano e causa qualcosa di più che la carie o il mal di testa.
Si conoscono tre effetti gravissimi derivanti dal contagio con fibre di amianto: l’asbestosi, una malattia che, facendo perdere elasticità ai polmoni, impedisce l’ossigenazione e genera una insufficienza respiratoria irreversibile dalle ovvie, tragiche conseguenze; il mesotelioma, una forma rara e devastante di tumore che attacca alcune membrane dell’organismo ed è mortale nella quasi totalità dei casi; il carcinoma polmonare che, grazie all’esposizione alle fibre di amianto, aumenta di ben 5 volte le sue possibilità di colpire l’organismo.
Né la durata né l’intensità dell’esposizione alle fibre di amianto hanno alcuna rilevanza. Ci vuole poco ad essere esposti al contagio. Una sola fibra che riesca a entrare nel corpo umano è sufficiente a causare uno di questi effetti. E le fibre di amianto sono infinitesimali: in 1 mm di diametro se ne contano tra le 10.000 e le 50.000.
Queste gravissime patologie si manifestano in un arco di tempo molto lungo, che può coprire un’estensione di 40 anni. Ciò rende difficile individuarne agevolmente la presenza. E tuttavia, quando si manifestano, non lasciano scampo.
Torniamo agli interrogativi: il Comune di Benevento quando ha deciso la sostituzione dei pavimenti sapeva che c’era Amianto? La ditta scelta per i lavori è una ditta specializzata per questo tipo di lavoro? Perché questo lavoro non è stato eseguito nel rispetto delle norme che impongono particolari accorgimenti per la sicurezza quando si trattano materiali contenenti Amianto? Lo sapevano gli operai che hanno caricato sul camioncino le piastrelle di linoleum che stavano lavorando a contatto con fibre di amianto? E i lavori di rimozione delle piastrelle nella scuola, sono stati eseguiti con gli accorgimenti dovuti, oppure sono state disperse anche nelle aule le fibre del pericoloso materiale?
La nostra ricostruzione dei fatti si basa sulle notizie apparse sui giornali e sui documenti che sono stati messi a disposizione del Codacons che ha prodotto specifiche richieste agli Enti competenti.
Le polemiche sulle responsabilità per la dispersione nell’ambiente delle fibre di Amianto, compaiono già sulla stampa locale il giorno dopo la chiusura della scuola, da consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione.
Il Sannio Quotidiano del 18 settembre (diapositive 15- 16) riporta la dichiarazione del Consigliere Comunale di Forza Italia, Marcello Matarazzo il quale segnala le responsabilità dell’Ufficio Tecnico e ricorda che il Sindaco si era impegnato in Consiglio Comunale a far bonificare la scuola ed invece è stato rimosso solo il pavimento.
Sempre il 18 settembre Il Mattino (diapositive 17-18) riporta le accuse gravissime del capogruppo dell’Udeur in Consiglio Comunale al Sindaco per i lavori eseguiti “senza garantire le più elementari norme di sicurezza a salvaguardia della salute dei propri concittadini” .
A proposito di responsabilità, l’Ingegnere Capo del Comune, Fernando Capone, rilascia al Sannio Quotidiano del 27 settembre 2005 (diapositive 19), una strana dichiarazione. Egli fa sapere che che sono in corso gli accertamenti sull’iter seguito anche se “spinte dalle necessità come nel caso di Pacevecchia, bisogna provare a ridurre i tempi morti della burocrazia…”
Il 13 di ottobre lo stesso ing. Capone comunica all’ARPAC (diapositive 20-21) il nome della ditta chiarendo che “non trattasi di bonifica amianto ma di rimozione di VA (vinil-amianto) per i quali le procedure di rimozione possono essere semplificate rispetto a quelle dei materiali friabili”
Si tratta di una dichiarazione stupefacente! Non è vero che la rimozione di vinil-amianto si fa con procedure semplificate. Se le piastrelle che contengono le fibre del minerale cancerogeno sono rotte per usura, o quando vengono tagliate o rimosse, allora l’amianto si disperde nell’ambiente con tutti i pericoli connessi.
Ma comunque non è stata adottata neppure la presunta “procedura semplificata” per il semplice fatto che nell’affidare i lavori alla ditta, il Comune di Benevento non ha fatto alcun riferimento neppure al vinil-amianto.
Infatti dal Verbale di Gara e dalla Determina del Settore Lavori Pubblici 866 del 5/8/2005 (diapositive 22-23-24) risulta che i lavori affidati alla ditta Nuzzo Costruzioni riguardavano solo la sostituzione di “pavimentazione di alcune aule e del corridoio al primo piano realizzata in PIASTRELLE DI PVC che risulta deteriorata”
Nessun riferimento, quindi all’amianto in alcuna forma, neppure come vinil-amianto! Quindi il Comune di Benevento ha chiesto alla ditta Nuzzo di eseguire i lavori come se si trattasse di sostituire un semplice materiale in PVC senza alcuna accortezza o norma di sicurezza prevista per i lavori di rimozione di pavimenti contenenti fibre di amianto, esponendo, pertanto, a gravi rischi per la salute, i lavoratori della ditta stessa e poi i bambini della scuola, gli insegnanti, il personale ausiliario e poi tutti i frequentatori della area antistante l’istituto.
Ma anche il comportamento della ditta Nuzzo non appare proprio lineare.
Infatti essa, dovendo dimostrare come e dove ha smaltito le piastrelle rimosse dalla scuola Pacevecchia, esibisce un attestato “il Formulario Rifiuti” (diapositiva 25) dal quale risulta che in data 12/10/2005, cioè dopo circa un mese dopo da quando le piastrelle erano state caricate in malo modo sul camioncino procurando la nube di polvere e fibre di amianto, era stato consegnato alla ditta Eco Sistem di San Felice a Cancello, del materiale descritto come PLASTICA da RECUPERARE contraddistinto con il codice 16.01.19 che si riferisce a PLASTICHE PROVENIENTI DALLA ROTTAMAZIONE DI VEICOLI.
E’ evidente che non si tratta neppure del pavimento in PVC come dichiarato dal Comune e si capisce che il certificato predetto si riferisce a plastiche da autoveicoli da demolire che niente hanno a che fare, comunque, con la pavimentazione rimossa nella scuola Pacevecchia.
Eppure questo è il certificato che proprio l’ing. Capone allega alla lettera inviata all’ARPAC il 13/10/2006 (diapositiva 26-27).
Ma le sorprese non sono finite. Il 27/10/2006 ci pensa l’Assessore ai Lavori Pubblici a stupire tutti, dichiarando in Consiglio Comunale, come riportato da Il Mattino (diapositiva 28) che a Pacevecchia non c’era amianto nei pavimenti e si serve per questa sua sorprendente novità di analisi fatte eseguire dalla ditta Nuzzo.
Ma cosa ha fatto analizzare la ditta Nuzzo? Il materiale plastico da autoveicoli da demolire? L’Assessore De Minico, al di la della enfasi manifestata nell’annunciare la falsa novità, precisa che “quello che è stato rinvenuto sulle mattonelle rimosse non è amianto ma vinil-amianto, per la qual cosa non esistono precisi controlli di rimozione”. Abbiamo già spiegato che così non è.
Il Comune sapeva che nelle piastrelle di alcuni locali di quella scuola, vi era amianto. (diapositiva 29)
Lo sapeva dal 1998 a seguito del sopralluogo della ASL Benevento 1. Nel documento prot. 3722 del 5/10/98 (diapositive 30-31-32) i tecnici della ASL dichiarano che nel campione prelevato nel locale segreteria-sala professori, c’erano fibre di amianto precisando che nel caso si ravvisi la necessità di rimuoverlo “dovranno essere adottate tutte le prescrizioni” di legge.
Nel 2003 i tecnici dell’ARPAC relazionano (diapositive 33-34) e confermano che nell’aula prima adibita a segreteria la pavimentazione “mostra segni diffusi, talora marcati, di danneggiamento e usura”. Quindi quelle piastrelle sono diventate pericolose perché possono rilasciare particelle di amiato. Anche questa documentazione fu inviata al Comune che era ben cosciente della presenza di amianto in quella scuola tantè che il 5/11/2004 il Dirigente del Settore Lavori Pubblici, Fernando Capone, scrive all’ARPAC (diapositive 35-36) chiedendo la “certificazione relativa alla costituzione dei materiali contenenti amianto delle PAVIMENTAZIONI IN LINOLEUM della scuola Elementare e Materna di Pacevecchia” perché ha necessità di presentare alla Regione Campania la richiesta di finanziamento per “programmi di risanamento aree contaminate”.
L’ARPAC risponde il 15/11/2004 inviando ancora una volta il Rapporto di Prova che attestava la presenza di amianto crisotilo in quella pavimentazione. (diapositive 37-38-39-40)
Quindi l’ing. Capone sapeva che in quella scuola alcuni pavimenti presentavano segni evidenti di danneggiamento e contenevano amianto. E lo sapeva certamente da almeno 8 mesi prima di avviare le procedure per assegnare i lavori alla ditta Nuzzo.
Ma le cose strane di questa vicenda non sono terminate.
Dopo la “nube di polvere e fibre di amianto” di settembre 2005, il Comune di Benevento affida alla ditta COSTA di Acerra gli “interventi di messa in sicurezza previa rimozione e smaltimento delle strutture in amianto presso alcuni edifici comunali”.
Con la lettera del 17 novembre 2005, (diapositive 41-42-43) la ditta Costa comunica di aver fatto eseguire alcune analisi dei pavimenti della scuola e di aver riscontrato che tutti i pavimenti ancora presenti nell’edificio, contengono amianto. Si tratta di una scoperta sorprendente perché finora si era parlato solo del pavimento di un’aula e forse alcuni altri pezzi usati per sostituire le piastrelle mancanti, ma mai si era accertato che tutti i pavimenti contenessero amianto.
Anche l’ARPAC provvede a fare le analisi e scopre che effettivamente nel “Pavimento corridoio piano terra” e “Pavimento aula 11” c’è amianto.
Precisano i tecnici della ASL che i campioni analizzati non sono riferibili a quelli analizzati precedentemente. (diapositive 44-45-46 e 47-48-49)
In effetti nella relazione del 1998, i tecnici del Laboratorio di analisi della ASL BN1 riscontravano l’amianto solo in un campione (diapositive 50) e quindi in una sola aula, come è possibile che ora l’amianto viene scoperto in tutti i pavimenti? Per concludere.
Non c’è dubbio che vi sono responsabilità penali in questa vicenda , come sostiene il Codacons che ha già da tempo presentato un esposto alla Procura della Repubblica che però non ha ancora assunto alcuna iniziativa neppure per avviare le indagini.
Vi sono però anche responsabilità politiche, amministrative, morali per il Sindaco, l’Assessore ai Lavori Pubblici e il Dirigente del Settore che dovrebbero dimettersi o essere rimossi immediatamente.
Ora è necessario ricostruire quella scuola, ma anche la ASL e l’ARPAC devono chiarire qual’è stata la effettiva esposizione al rischio amianto da parte dei bambini, i professori e il personale ausiliario della Scuola Pacevecchia.
Ma è ancor più necessario evitare che fatti simili non si ripetano. Ora vogliamo sapere quali sono i luoghi pubblici esaminati dalla Commissione amianto del 1998 nei quali è stata riscontrata la presenza di amianto e che cosa stato fatto in questi anni per evitare rischi alla popolazione
Sabato pomeriggio abbiamo apposto simbolicamente i sigilli alla scuola elementare Mazzini in piazza Risorgimento (diapositiva 51).
Anche in quell’Istituto, infatti, è stata certificata la presenza di amianto nei pavimenti. (diapositive 52-53-54)
Vogliamo sapere da quando tempo il Comune sapeva della presenza del minerale cancerogeno. Se c’è il piano per la sicurezza. Se la ditta incaricata di effettuare la rimozione di quei pavimenti è una ditta specializzata per questo tipo di lavori. Sia chiaro che accerteremo la presenza di amianto in altre strutture pubbliche e denunceremo i responsabili. (diapositiva 55)