Corte dei Conti 1. Settanta dirigenti ed amministratori del Comune di Benevento devono pagare 760.000 euro per aver deciso di condonare le multe al codice della strada.
( Da Il Sannio Quotidiano del 11-02-2009)
Delvino ‘innesca’ la Corte dei Conti
Otto anni di multe stradali condonate illecitamente. E’ la clamorosa contestazione mossa dalla Procura regionale della Corte dei Conti a circa settanta amministratori comunali della attuale e della precedente consiliatura. Oltre ai consiglieri comunali, destinatari del provvedimento sono anche il segretario generale dell’Ente, Antonio Orlacchio, gli ex dirigenti comunali De Cecio, Mastrocola e Pignatiello. Tra i consiglieri in carica anche l’ex assessore alle Finanze, Costanzo Di Pietro, e l’ex Direttore generale del Comune, Nicola Boccalone.
L’accusa, alla quale i destinatari del provvedimento potranno dedurre entro 150 giorni dalla notifica avvenuta ieri, riguarda la possibilità data negli anni scorsi ai contribuenti beneventani di condonare le contravvenzioni stradali insieme ai tributi erariali propri del Comune come l’Ici, la tassa rifiuti, la tassa suolo pubblico, il canone per la depurazione. Una prerogativa che invece, evidenzia la magistratura contabile, i Comuni non hanno, essendo le violazioni al Codice della Strada cosa diversa dai tributi propri per i quali la legge 289 del 27 dicembre 2002 ha previsto la possibilità di definizioni agevolate.
Nel mirino del provvedimento firmato dal sostituto procuratore Pierpaolo Grasso finiscono le delibere di Consiglio comunale a partire dalla numero 92 del 4 dicembre 2003, durante la consiliatura guidata da Sandro D’Alessandro (centrodestra). In quella occasione la civica assise estese “senza alcuna motivazione – evidenzia la Corte contabile – le violazioni al Codice della strada per gli anni 1998-1999-2000-2001-2002 nell’ambito di applicazione del regolamento per la definizione agevolata dei rapporti tributari”. I cittadini destinatari di multe avrebbero quindi potuto chiudere la pratica pagando la sanzione originaria, le spese di spedizione e gli interessi legali al 3 per cento.
Il Consiglio comunale varò quindi negli anni seguenti ulteriori deliberati per estendere la condonabilità delle multe anche alle annualità successive, fino al 2005. La quasi totalità dei deliberati ‘incriminati’ ricade nella consiliatura di centrodestra presieduta dall’ex primo cittadino Sandro D’Alessandro (oggi consigliere di opposizione), ad eccezione della delibera numero 71 del 29 novembre 2006 approvata sei mesi dopo l’insediamento della nuova consiliatura di centrosinistra guidata da Fausto Pepe. Con quest’ultimo deliberato si prorogavano i termini per la presentazione delle domande per accedere al beneficio.
La Procura della Corte dei Conti definisce quindi senza mezzi termini “assurdo l’atteggiamento tenuto dall’organo politico comunale che, mediante il continuo ricorso al condono tributario, ha di fatto legalizzato e reso assolutamente lecito il mancato pagamento dei tributi locali”. La magistratura contabile riscontra quindi un “notevolissimo danno erariale al Comune”, quantificato in quasi 600mila euro, cui vanno a sommarsi 75mila euro per “danno da disservizio”, in quanto i proventi delle multe dovrebbero essere reinvestiti per legge nella misura del 10 per cento in interventi a favore di fasce deboli e di utilità sociale. Ma non è tutto. Ulteriori 100mila euro vengono conteggiati a titolo di “danno d’immagine” provocato all’intera collettività beneventana dalla condotta dei citati amministratori, per i quali la Procura della Corte dei Conti chiede il risarcimento in solido dei danni da disservizio e in quota parte per ciò che concerne il danno erariale.
Ma oltre al merito della contestazione emessa dalla Procura regionale della Corte dei Conti, a far notizia è anche la genesi del provvedimento, innescato da una segnalazione alla Procura della Repubblica effettuata nel 2007 dal comandante della Polizia municipale, Francesco Delvino. Proprio il numero uno dei vigili urbani che è da mesi al centro di una querelle con i vertici comunali per presunte violazioni disciplinari da parte del comandante, della quale si attende l’esito nei prossimi giorni (vedi altro servizio).