Sequestro giudiziario dell’Ipermercato Zamparini
Probabilmente non è questa l’azione giudiziaria invocata dal sottosegretario Viespoli per bilanciare le pesanti accuse della magistratura a Dirigenti e Tecnici del Comune di Benevento per lo scandalo delle case di via Galanti.
La Procura della Repubblica ha ordinato il sequestro dell’Ipermercato in costruzione in via Valfortore a seguito di un esposto-denuncia presentato al Procuratore capo il 20 dicembre da Marcello Stefanucci della LIPU, Gabriele Corona dello SLAI COBAS, Gianluca Serafini del Partito della Rifondazione Comunista relativo soprattutto alla mancata realizzazione del parcheggio sul tetto dell’edificio che fa decadere la Concessione Edilizia.
L’esposto fu depositato insieme al Dossier di “altrabenevento” presentato alla stampa il 12 dicembre, con il quale si ricordano le tante illegittimità urbanistiche ed amministrative relative alle autorizzazioni rilasciate per costruire il Centro Commerciale a tutti i costi.
Successivamente la LIPU ha chiesto un sopralluogo dei tecnici della vigilanza edilizia i quali hanno accertato varie difformità edilizie chiedendo al Dirigente del Settore, l’arch. Francesco Cassano, di emettere ordinanza di sospensione dei lavori. Il Dirigente non ha provveduto. Il sequestro operato venerdì mattina dagli agenti del nucleo PS della Polizia Giudiziaria è stato disposto dalla dott.ssa Giovanna Pacifico, Sostituto Procuratore della Repubblica di Benevento.
Il Sannio quotidiano tratta la notizia più diffusamente. Il Mattino fa una enorme confusione. Di seguito trovate anche la sintesi del Dossier di “altrabenevento”.
Il SANNIO QUOTIDIANO del 4-03-2006
Centro commerciale, scatta il sequestro
Decreto del pm Giovanna Pacifico, gli agenti della sezione di pg della polizia presso la Procura hanno posto i sigilli al capannone
Tre indagati: Maurizio Zamparini, il direttore del lavori e il presidente del consorzio che li sta eseguendo
Ancora un sequestro ordinato dalla procura. Dopo quello della documentazione relativa agli alloggi di via Galanti, operato dalla digos sia presso gli uffici della Regione che del settore Urbanistica del Comune, in azione sono entrati, ieri mattina, gli agenti della sezione di pg della polizia. I quali, prima di mezzogiorno, hanno fatto visita in via Valfortore al cantiere del centro commerciale ‘I Sanniti’, di Zamparini. Dove hanno eseguito, su decreto del sostituto procuratore Giovanna Pacifico, il sequestro preventivo del capannone, con una superficie di circa 20mila metri quadri, che ospiterà l’ipermercato. Tre gli avvisi di garanzia, destinatari l’imprenditore friulano Maurizio Zamparini, committente dei lavori, immediatamente avvertito di ciò che stava succedendo, l’architetto Rosa De Santis e l’ingegnere Pietro Ciardiello, rispettivamente direttore dei lavori e presidente del Consorzio ‘Calciso’, che li sta realizzando. Ai tre indagati, difesi dagli avvocati Umberto Del Basso De Caro e Roberto Prozzo, sono contestate in concorso alcune violazioni di natura edilizia. In particolare, nel mirino sarebbe finita l’apertura di una decina di finestre, di un paio di porte, di alcuni tubi di areazione e di ventisei lucernari con cupole di plexigas (ciascuno di due metri quadri) sul tetto della struttura, dove è previsto un parcheggio. Si tratta di interventi che – secondo gli inquirenti – sarebbero stati effettuati in difformità al progetto, e ciò avrebbe determinato la totale difformità del capannone. Una presenza, quella della polizia giudiziaria, che, oltre ad interrompere il lavoro degli operai che in quel momento erano all’opera, nel breve volgere di pochi minuti ha fatto il giro della città.
La vicenda del centro commerciale è da tempo al centro di aspre polemiche politiche e di denunce, anche per ciò che riguarda l’altro capitolo dei tre capannoni, oggetto di una consulenza tecnica d’ufficio disposta dal pm Pacifico, che nel giugno dello scorso anno aveva chiesto al Comune di fornire tutti gli atti adottati nel 2004 dopo l’annullamento della concessione rilasciata per la realizzazione dei tre manufatti per altrettante attività in precedenza situate sui suoli destinati al centro commerciale ‘I Sanniti’. Un’operazione che aveva incontrato, di fatto, lo stop del Comune di Benevento, che aveva ordinato l’abbattimento dei capannoni.
Ulteriori difficoltà erano sorte a causa del rinvenimento all’interno del perimetro di realizzazione dell’ipermercato di importanti e consistenti reperti archeologici che avevano reso impraticabile anche l’ipotesi di edificare le strutture in altra area rispetto a quella inizialmente prevista. Nacque all’epoca l’idea-necessità di unire le varie opere necessarie: la costruzione dell’ipermercato, la realizzazione del parco fluviale. L’accordo fu raggiunto nei primi giorni dello scorso agosto, con un’intesa che conferiva all’imprenditore friulano il compito di realizzare sia il parco fluviale che il parcheggio annesso all’ipermercato. Il risultato fu salutato con enorme soddisfazione dagli amministratori locali, tra i quali l’assessore Fernando Petrucciano che annunciò: “Zamparini, secondo l’accordo stipulato, cede alla città di Benevento 30mila metri quadrati circa di terreno destinati a Parco fluviale”.
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IL SANNIO QUOTIDIANO 4-03-2006
Lucernari, la Lipu aveva chiesto di annullare la concessione
una vicenda al centro di polemiche Pochi giorni fa l’interrogazione del consigliere comunale Lepore
(a. o.) La costruzione del centro commerciale di via Valfortore ha da sempre catalizzato critiche e contestazioni. Tra gli ultimi rilievi presentati, in ordine temporale, vanno sicuramente ricordati quelli della Lipu che il 21 febbraio scorso ha ufficialmente chiesto al dirigente del settore Urbanistica del Comune di Benevento, Francesco Cassano: “La sospensione dei lavori di costruzione del Centro Commerciale di via Valfortore e l’annullamento delle relative Concessioni edilizie per le gravi difformità dell’opera realizzata rispetto al progetto autorizzato”. Una richiesta, quella che poi il dirigente decise di non accogliere, che era motivata anche alla luce dei risultati di un sopralluogo effettuato dai tecnici dell’Ufficio Vigilanza Edilizia del Comune, allertati sempre dalla Lipu. Gli ambientalisti segnalavano l’assenza, nell’opera realizzata, del previsto parcheggio da 14.000 metri quadri previsto sul tetto della struttura. Al suo posto, invece, venivano segnalati 26 lucernari con cupole di plexiglas che a detta della Lipu, renderebbero oggi impossibile la realizzazione del parcheggio. La contestazione sui posti macchina asserviti al centro commerciale non è slegata dall’intera funzionalità della struttura, anche alla luce delle prescrizioni della legge regionale 1/2000 che fissa i parametri in materia.
Alla denuncia della Lipu ha fatto seguito l’intervento del consigliere comunale della Margherita, Cosimo Lepore (il primo a portare la vicenda alla ribalta della cronaca, tre anni fa) che qualche giorno dopo ha presentato un’interrogazione consiliare per chiedere non solo l’annullamento del permesso a costruire rilasciato a Maurizio Zamparini, argomentato con la mancata realizzazione del parcheggio sul tetto, ma anche l’abbattimento dei tre capannoni presenti nella stessa area e comunque legati al progetto dell’ipermercato. I capannoni in questione, infatti, furono costruiti per la delocalizzazione di attività produttive preesistenti nella zona dove poi è stato costruito il fabbricato del centro commerciale. Nel novembre 2003 il Comune annullò la concessione edilizia per i tre capannoni, rilasciata a Reti e Sviluppo nel 2002 successivamente rilevati dallo stesso Zamparini. L’imprenditore friulano si impegnò, in seguito, ad abbattere in prima persona le tre strutture. Quelle strutture non sono mai state abbattute e Lepore ne ha chiesto recentemente le ragioni.
Queste insieme ed altre contestazioni relative all’ipermercato di via Valfortore sono state oggetto di un dossier presentato lo scorso 12 dicembre da ‘altrabenevento’, gruppo coordinato da Gabriele Corona.
In ogni caso, alle diverse contestazioni di presunte irregolarità sostenute dai vari soggetti, si sono sempre detti estranei Maurizio Zamparini ed il suo staff, che hanno costantemente rivendicato la correttezza delle procedure. Allo stesso modo, l’assessore e i dirigenti dell’Urbanistica del Comune di Benevento hanno sempre sostenuto la totale liceità delle operazioni messe in campo, rispedendo, a volte anche in maniera dura, le accuse rivolte.
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IL MATTINO del 04/03/2006
Ancora nell’occhio del ciclone la struttura commerciale che sta realizzando Zamparini
Giudice sequestra l’ ipermercato
Contestate alcune difformità edilizie. C’è l’ultimatum della conferenza dei servizi
L’ipermercato di Maurizio Zamparini, in costruzione a via dei Longobardi, è stato sequestrato ieri mattina dalla polizia giudiziaria. Un provvedimento adottato dal sostituto procuratore della Repubblica Giovanna Pacifico e in cui si contestano delle difformità edilizie. Un accertamento che ha preso il via da esposti e da una relazione della vigilanza edilizia del Comune. Ieri mattina al momento della notifica del provvedimento erano al lavoro diversi operai che stanno completando proprio la struttura principale, di circa ventimila metri quadrati, destinataria appunto del provvedimento di sequestro. Sul posto, ha presenziato alla notifica, anche uno dei legali di Zamparini, l’avvocato Roberto Prozzo. Nelle prossime ore contro questo provvedimento vi sarà ricorso al Tribunale del riesame di Benevento a cui si chiederà il dissequestro. L’attuale provvedimento del magistrato Giovanna Pacifico non ha nulla a che vedere con un precedente procedimento, che nei mesi scorsi, era stato avviato dalla stessa Procura. Era accaduto che proprio la settima scorsa Maurizio Zamparini, accompagnato da un altro suo legale Umberto Del Basso De Caro, si era recato al Palazzo di Giustizia per chiarire i vari aspetti della costruzione dell’ipermercato in via di ultimazione a via dei Longobardi. «Come legale ho accompagnato Zamparini in Procura – aveva dichiarato Umberto Del Basso De Caro – perchè aveva un incontro con il procuratore Pilla. L’industriale nel corso del colloquio ha voluto ribadire la piena liceità dell’insediamento e che si considera vittima di una serie d’iniziative,che stanno rallentando la realizzazione dell’opera». Come si ricorderà quando s’iniziò a parlare di questo ipermercato non erano mancate le polemiche proprio nel settore del commercio locale. Infatti c’era chi vedeva in questa realizzazione dei danni a una parte degli operatori. Poi si sono aggiunte le difficoltà a livello urbanistico, con progetti a lungo vagliati ed esaminati, e con verdetti di commissioni spesso oggetto di contestazioni. Una situazione che continua a rimanere complessa. Ieri infatti si è riunita anche la conferenza di servizi. Conferenza con tecnici comunali ed a cui non hanno preso parte i rappresentanti di Zamparini perchè impossibilitati. Infatti era stata stipulata un’ intesa tra ente locale e l’industriale. L’intesa, all’epoca sottoscritta dall’assessore Fernando Petrucciano e Maurizio Zamparini, prevede che l’industriale realizzi a sue spese il Parco fluviale previsto nell’area di via Valfortore e lo doni alla città. Inoltre, Zamparini dovrà procedere, sempre a sue spese, all’abbattimento dei capannoni. Dovrà sorgere su quell’area anche il parcheggio che sarà al servizio in generale dei cittadini e quindi anche degli utenti dell’ipermercato. La commissione ieri mattina ha rilevato delle inadempienze di Zamparini, rispetto a quell’intesa, e gli ha intimato di dare attuazione a quell’accordo. e.m.
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“altrabenevento”
Gruppo di lavoro per la città sostenibile contro il malaffare
presso Codacons, via Martiri d’Ungheria, 13 – BENEVENTO
Dossier: Ipermercati
La realizzazione di Ipermercati è, in genere, motivo di contrasto tra imprenditori, politici, faccendieri, associazioni dei commercianti e dei consumatori, ambientalisti, speculatori, ditte di costruzioni, mafiosi e camorristi. Diversi Comuni sono stati sciolti per infiltrazioni malavitose connesse alla costruzione delle Grandi Strutture di vendita, vari amministratori pubblici sono stati inquisiti, ed in qualche caso condannati, per tangenti percepite per concedere le autorizzazioni che non si potevano rilasciare, o per aver preteso l’assunzione, anche temporanea, di giovani disoccupati da ricattare.
Anche a Benevento le richieste di autorizzazione per la costruzione di due Ipermercati, hanno determinato polemiche, ricorsi tra associazioni di commercianti, ricatti, denunce tra avvocati e tecnici, scontri tra consiglieri di opposizione Assessori ed imprenditori, diatribe e contrapposizioni anche all’interno di Alleanza Nazionale. Pare che anche la clamorosa dichiarazione di sfiducia del Sindaco D’Alessandro nei confronti del suo presidente provinciale, Capezzone e il ritiro della delega all’Urbanistica a lui conferita nel 2001, avesse molto a che vedere con gli Ipermercati. Anche le note polemiche nei confronti del Settore Urbanistica e dei consulenti del P.R.U.S.S.T. da parte di un altro ex assessore all’Urbanistica, Roberto Prozzo, poi diventato avvocato della soc. Reti & Sviluppo titolare delle Concessioni Edilizie per l’Ipermercato di via Valfortore, sono state determinate o alimentate ulteriormente dalle vicende politico-amministrative degli Ipermercati.
Prozzo ha più volte denunciato presunte illegittimità relative alla autorizzazione rilasciata per la costruzione del Centro Commerciale Moccia di contrada San Vito. Quelle difformità urbanistiche si riducevano ad un illegittimo ampliamento della zona commerciale per un millimetro sulla planimetria. Ciò ha determinato una variante per la riduzione della volumetria. Ben più gravi gli scempi ambientali a danno della collina e del corso d’acqua denunciati solo dalla LIPU. Ancor più grave il problema della viabilità assolutamente insufficiente che ha determinato molte proteste dei cittadini e degli abitanti della zona. Il capogruppo di AN in consiglio comunale si è preoccupato solo di denunciare le responsabilità della Provincia che ha dato il parere favorevole per la idoneità della strada che in quel momento, essendo ancora una strada statale, rispondeva ai requisiti previsti dall’art. 5 della legge regionale n1 del 2000. Paolucci avrebbe dovuto invece ricordare le responsabilità del Comune che ha concesso le autorizzazioni ad edificare l’Ipermercato in quella zona sapendo che per quella strada il Comune ha richiesto da molto tempo la declassificazione a strada comunale. Se quella declassificazione fosse stata concessa dalla ANAS, come si sarebbe potuto considerare quella strada idonea a collegare un Centro Commerciale con la Tangenziale?
Ma non c’è dubbio sul fatto che le difformità urbanistiche e le illegittimità degli atti riscontrati a proposito dell’Ipermercato BUONVENTO, sono davvero poca cosa se confrontati con gli intrighi affaristici dell’Ipermercato di via Valfortore . Per rendere una idea chiara di quanto è accaduto, è bene ricordare che la prima richiesta di lottizzazione per una struttura commerciale su quell’area, fu presentata dai proprietari dei terreni nel 1998. Quella richiesta fu però bocciata perché su quel terreno si doveva realizzare una strada prevista dal Piano Regolatore. Un analogo progetto fu presentato nel 2000 e fu accolto dall’Ufficio Tecnico, nonostante la strada di piano regolatore fosse ancora prevista.
Il Consiglio Comunale, pertanto, nel dicembre 2000 adottò la variante urbanistica riservandosi di approvare successivamente il Piano di Lottizzazione che prevedeva 9 lotti per un totale di 75.000 metri cubi di volumetria. Ma prima che il Commissario Straordinario subentrato al Consiglio Comunale sciolto prima delle elezioni, approvasse la Lottizzazione in data 14 maggio 2001, il progetto era già stato modificato. Infatti il 27 aprile 2001era già stato portato in Commissione Edilizia un altro progetto che prevedeva 134.000 metri cubi invece dei 75.000 approvati dal Consiglio Comunale e poi confermati dal Commissario Straordinario. Quel parere che doveva essere “di massima” e peraltro espresso solo da una minoranza della Commissione, diventò definitivo.
La successiva relazione istruttoria del Responsabile dello Sportello Unico per le Attività Produttive dichiarava conforme agli strumenti urbanistici quel Progetto e la Conferenza dei Servizi lo approvò senza accorgersi che il Piano di Lottizzazione prevedeva 75.000 metri cubi mentre il progetto ne prevedeva 134.000. La Conferenza di Servizi decise anche che quell’Ipermercato poteva essere autorizzato solo come “delocalizzazione” di attività esistenti che si erano aggregate come consorzio “I Sanniti”, ma il Permesso non venne rilasciato al Consorzio, bensì ad un privato (prima Paolo D’Arco di reti & Sviluppo e poi Maurizio Zamparini, ditta individuale.)
E dov’è l’asse viario di primaria importanza necessario per collegare l’Ipermercato con la tangenziale? Non c’è, ma al Comune di Benevento basta l’impegno di Reti e Sviluppo-Zamparini a realizzarlo, per rilasciare tutte le autorizzazioni. A tutt’oggi quella strada non esiste nonostante gli annunci di apertura dell’Ipermercato per Aprile 2006.
Ma il problema più grosso per l’Ipermercato di via Valfortore è il parcheggio. Infatti la modifica del progetto per la volumetria di 134.000 metri cubi e la richiesta di autorizzazione a realizzare una struttura di Grande Distribuzione, fa lievitare anche la superficie per la sosta degli autoveicoli.
Nella prima ipotesi, cioè il Piano di Lottizzazione approvato dal Consiglio Comunale nel 2000, le aree a parcheggio dovevano coprire una superficie di solo 4.589,40 metri quadrati, mentre nella ipotesi prevista dal progetto poi autorizzato, i parcheggi calcolati assommavano a 47.831,58 metri quadrati.
Come fare a realizzarli su una superficie totale complessiva di 48.701 metri quadrati che deve anche contenere, ovviamente, iun enorme fabbricato, le strade e il verde pubblico? Allora viene annessa un’area dall’altra parte della Ferrovia, per farne un parcheggio ed il lotto complessivo sale a 53.987 mq. Ma questa superficie ancora non è sufficiente per contenere Ipermercato, strade e parcheggi ed allora si inventa la storia dei tre capannoni con annesso parcheggioda costruire nell’area destinata Parco Fluviale.
Quell’area da molti decenni è destinata a Parco e tale previsione viene confermata con la Bozza di Viariante al Piano Regolatore del luglio del 2002, ma in quel momento era già stata rilasciata la Concessione Edilizia per costruire i capannoni su quei terreni.
Formalmente il progetto presentato da due imprenditori locali prevedeva tre edifici per attività produttive che secondo una strana interpretazione delle norme urbanistiche potrebbero essere costruiti in zona F2- Parchi, ma si scopre ben presto che si tratta di tre capannoni destinati a tre Commercianti-artigiani che già svolgono la loro attività sui suoli dove deve sorgere l’Ipermercato e che devono trovare una nuova collocazione.
Il parcheggio di 24.000 mq sproporzionato per i tre capannoni, è destinato ad essere asservito all’Ipermercato come dichiara lo stesso Zamparini nell’atto notarile di acquisto dei terreni che dal costo iniziale di 68 milioni di lire, salgono in un mese, a £. 3.000.000.000 e poi raddoppiano il valore nella settimana successiva. Quella Concessione Edilizia sarà poi annullata con le conseguenti velenose polemiche, ma i Capannoni non sono stati mai abbattuti. E il parcheggio da asservire all’Ipermercato che fine ha fatto?
Nel Marzo 2003 il Consiglio Comunale approvò la Variante al Piano di Lottizzazione che ancora prevedeva 75.000 metri cubi e nel nuovo progetto è previsto un parcheggio sul tetto dell’Ipermercato. Formalmente il progetto prevede le superfici per parcheggi richieste dalla Legge Regionale 1/2000, ma rimangono molti dubbi sulla reale possibilità di organizzare sul tetto della struttura commerciale un ‘area di sosta di 14.000 metri quadrati.
Nella seconda metà del 2004, dopo le polemiche velenose, comincia una trattativa tra l’Assessore all’Urbanistica e lo stesso Zamparini, il quale si oppone all’abbattimento dei capannoni con alcuni ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato, ma poi si dichiara disposto all’abbattimento a condizione che il Comune lo autorizzi a realizzare un Parco da cedere al Comune.
Si tratta di una strana “condizione”!
In realtà il progetto presentato prevede la costruzione di un Parcheggio da 22.000 mq da utilizzare per l’Ipermercato. Il “Parco” da cedere al Comune è solo una striscia di terreno lungo il fiume Calore, in zona alluvionale, della grandezza pari alla metà circa di quanto dichiarato e che occupa una parte di alveo fluviale di proprietà del demanio. E’ chiaro che il Parco è una invenzione per realizzare sempre quello stesso parcheggio già previsto nell’atto notatile del 2002.
Ma è una soluzione che non regge ed infatti è già stata presentata il 13 ottobre scorso, la richiesta di Variante Urbanistica per fare in modo che quel Parcheggio non ricada più in zona F2-Parco, ma diventi a tutti gli effetti un parcheggio in zona Commerciale. Come si fa una tale trasformazione? Secondo la Legge Regionale all’Urbanistica ci vuole un valido motivo, un fatto nuovo.
Ci pensa la Soprintendenza Archeologica che solo ora si accorge che nell’area dell’Ipermercato sono stati trovati reperti di grande importanza e pertanto uno dei parcheggi previsti non può essere realizzato. Si preoccupa però, la Soprintendente, per le superfici a parcheggio che Zamparini deve garantire, ed allora propone al Comune di modificare le destinazioni urbanistiche della zona per consentire che quel Parcheggio, prima a servizio dei Capannoni e poi del Parco, sia annesso all’Ipermercato.
E il Comune asseconda la richiesta avviando, l’iter per la modifica degli strumenti urbanistici secondo le decisioni che Zamparini aveva preso già nel marzo del 2002.
Ma intanto è successo qualcos’altro. Il 12 ottobre (il giorno prima della richiesta di modifica urbanistica della zona), il Comune ha rilasciato a Zamparini un Permesso di Costruire in sanatoria ed in Variante, sempre per l’Ipermercato. Incredibilmente quel Permesso prevede la possibilità di realizzare tutti i parcheggi la dove erano già previsti, compreso quello in area archeologica. Questo progetto risulta approvato anche dalla Soprintendenza Archeologia! Ma allora quei reperti sono da tutelare o non?
Una precisazione deve essere fatta a proposito degli standard per i parcheggi degli Ipermercati. Nel caso dell’Ipermercato Bonvento l’Ufficio Tecnico comunale si è convinto che la superficie complessiva delle aree a parcheggio deve essere pari alla superficie di vendita moltiplicato per un indice che, nel caso di quella struttura di vendita, è pari a 2,5. Secondo la Legge Regionale 1/2000 l’indice per l’Ipermercato Zamparini è pari a 2 e pertanto essendo la superficie di vendita pari a 16.691 mq, i parcheggi devono avere una superficie complessiva di 33.382 metri quadrati e non di 44.255, come “stranamente” previsto dal progetto. Pertanto riducendo le superfici dei parcheggi i reperti archeologici sono salvaguardati e anche l’area destinata a Parco Fluviale.
Appare evidente, quindi, che quel Parcheggio in area Parco serve a sostituire quello sul tetto dell’edificio dove già si evidenziano strutture in plastica a copertura di lucernari, che non consentono affatto la circolazione e la sosta delle auto.
Questi ultimi fatti aumentano la convinzione che ci troviamo dinanzi ad una concertata azione speculativa per cui proprio non si comprende il ritardo della Procura della Repubblica nel concludere la inchiesta avviata 3 anni fa.
Benevento, 12 dicembre 2005
altrabenevento