Indagine della Procura: la risposta di altrabenevento a D’Alessandro
Il Gruppo di lavoro per la città sostenibile contro il malaffare, segnala con una nota inviata a Il Sannio Quotidiano, la gravità delle dichiarazioni del Sindaco D’Alessandro contro la Magistratura e lo invita a spiegare ai cittadini i tanti misteri del Piano di Recupero di Via Galanti.
Sulla questione interviene anche Giuseppe Baccari, il segretario cittadino della Margherita, che nello scorso mese di Dicembre non volle firmare il documento di critica all’operato della Amministrazione, proposto da Rifondazione Comunista.
“ALTRABENEVENTO”
Gruppo di lavoro per la città sostenibile contro il malaffare
presso Codacons, via Martiri d’Ungheria, 13 – BENEVENTO
Alla redazione de
IL SANNIO QUOTIDIANO
Le dichiarazioni del Sindaco a proposito della inchiesta sulla mancata realizzazione degli alloggi di via Galanti sono gravissime. D’Alessandro ritiene, addirittura, che la Magistratura stia operando un “attacco politico” per impedire al Comune di adoperarsi per dare una casa agli abitanti del quartiere.
Per la verità la Procura della Repubblica sta indagando proprio sulla mancata realizzazione di quegli alloggi e delle opere di urbanizzazione dopo oltre 6 anni dal rilascio della Concessione Edilizia.
Il Sindaco invece di nascondersi dietro la solita propaganda sul suo presunto buon governo, deve spiegare:
– Perchè l’incarico di costruire i 72 alloggi ( poi lievitati ad 80 ) in via Galanti è stato assegnato da una ditta che presentava una offerta sostanzialmente diversa da quella prevista dal Bando Pubblico Concorrenziale ?
– Perchè dopo 6 anni dal rilascio della Concessione sono stati consegnati solo 24 alloggi ancora senza gli allacci idrici e del Gas, pur avendo la ditta incassato 15.000 euro di acconto da 80 famiglie ed anche la metà del consistente contributo regionale ?
– Perchè D’Alessandro, Boccalone e Petrucciano, hanno consentito che la ditta CON.CA. pretendesse da ogni assegnatario 12.000 euro in più rispetto al prezzo pattuito, per indice ISTAT e presunti maggiori costi del terreno, assolutamente non dovuti?
– Perchè la ditta non ha realizzato le Opere di Urbanizzazione per un valore di £.1.404.000.000 da cedere al Comune e non ha versato gli importi dovuti per Diritto di Superficie dei suoli?.
– Perchè l’Amministrazione Comunale non ha voluto rescindere il contratto con la ditta CON.CA. per gravi inadempienze, come richiesto dal Tecnico Comunale Responsabile del Procedimento con 2 precise relazioni?
– Perchè gli atti alla Regione Campania per il rinnovo dell’Accordo di Programma sono stati inviati dopo 3 anni dalla scadenza del termine ?
Il Programma di Recupero Urbano del Rione Libertà, approvato definitivamente nel 2000, ha goduto di 20 miliardi di lire di finanziamenti regionali, ma sono state realizzate pochissime opere mentre il quartiere è ancora più degradato di prima.
Di questo deve rispondere D’Alessandro che da quando è stato presentato il primo dossier di “altrabenevento” si limita, irresponsabilmente, a lanciare accuse e minacce ma non si decide a rispondere nel merito alle critiche argomentate.
Benevento, 1 marzo 2006
Gabriele Corona
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IL SANNIO QUOTIDIANO02-03-2006
Boccalone e Cassano, autosospensione
Prime reazioni alle dichiarazioni del sindaco a Il Sannio, intervengono Margherita e ‘altrabenevento’
Mentre la difesa affila le armi ed è pronta a depositare nelle prossime ore i ricorsi al Riesame ( un lavoro nel quale sono impegnati, tra gli altri, gli avvocati Roberto Prozzo, Andrea De Longis junior, Mario Chiusolo e Federico Paolucci) contro il decreto di sequestro della documentazione sugli alloggi di via Galanti (sarà esaminata da un consulente del sostituto procuratore Francesco De Falco), arrivano le prime conseguenze dell’inchiesta. Ieri mattina, infatti, si sono autosospesi dagli incarichi ricoperti, Nicola Boccalone e Francesco Cassano, rispettivamente direttore generale e dirigente all’Urbanistica, del Comune di Benevento. La decisione, comunicata per iscritto, fa seguito ai sette avvisi di garanzia emessi lunedì scorso, e non è stata ulteriormente motivata dai diretti interessati. Anche il sindaco D’Alessandro, il quale nell’edizione di ieri de ‘Il Sannio Quotidiano’ aveva difeso l’operato dei “suoi uomini” e parlato di “magistratura a orologeria”, ha deciso di non offrire ulteriori commenti oltre questa dichiarazione ufficiale: “Valuterò nelle prossime ore la decisione da assumere”.
Contemporaneamente, sempre da palazzo Mosti, è stata annunciata per i prossimi giorni una conferenza stampa dedicata all’argomento. L’appuntamento dovrebbe svolgersi già entro la fine di questa settimana.
Intanto, proseguono le reazioni e i commenti di forze politiche e associazioni sulla questione di via Galanti. Ieri hanno fatto sentire la propria voce la segreteria cittadina della Margherita e il gruppo ‘altrabenevento’.
Giuseppe Baccari, segretario cittadino della Margherita, citando Gramsci anticipa di non voler fare un uso strumentale della questione morale. “Ci limiteremo – scrive Baccari – a denunciare ancora una volta il fallimento politico di questa destra di governo e a ricordare ai beneventani qualche significativo episodio sulle questioni urbanistiche denunciate in consiglio comunale da Cosimo Lepore e dai consiglieri d’opposizione, denunzie, queste, che avrebbero dovuto allertare chi allora si propose prepotentemente come tribuno del popolo e, che ora, stranamente tace”. “La gestione Viespoli e successivamente quella di D’Alessandro – prosegue l’affondo del segretario – lasciano una città in ginocchio e ferita nel suo orgoglio, con le cassi comunali paurosamente vuote, con una pletora di dirigenti esterni profumatamente pagati e dei quali non si avverte la presenza e che spesso hanno dato origine a discussi atti amministrativi, una città con servizi scadenti, con un bilancio comunale ispirato alla finanza creativa, un Comune che sfugge al dissesto finanziario grazie alle rate che l’Università del Sannio versa annualmente per saldare l’acquisto di immobili concessi, nel passato, in comodato d’uso a titolo gratuito”. La nota prosegue: “L’attenzione di questi nostri amministratori si è soffermata su progetti effimeri e propagandistici, troppo spesso disarticolati tra loro e che nulla hanno prodotto sul piano dello sviluppo e della occupazione, progetti che sono serviti solo a foraggiare tecnici della prima e della seconda repubblica ed ad attrarre su Benevento personaggi e ditte molto chiacchierate. Una città che ha visto la magistratura indagare su iniziative come quelle di Piazza Duomo e del Piano di Recupero del Rione Libertà, che ha visto la gestione dell’urbanistica disarticolata da ogni strumentazione e norma, che non ha saputo tutelare il verde pubblico e zone paesaggistiche di grande valenza come quella del Viale degli Atlantici, che ha permesso la costruzione di capannoni e parcheggi in pieno Parco fluviale”. Anche da queste considerazioni pare nascere il giudizio finale di Baccari:
“D’Alessandro non può invocare presunte bombe ad orologeria di fronte a queste reiterate illegittimità denunziate in Consiglio comunale e sulle pagine dei quotidiani, sarebbe più onesto invece prendere atto e porre rimedio ai guasti provocati dalla sua coalizione di centro destra”. Dalle dichiarazioni rilasciate a ‘Il Sannio quotidiano’ dal primo cittadino parte anche ‘altrabenevento’: “Le dichiarazioni del sindaco a proposito della inchiesta sulla mancata realizzazione degli alloggi di via Galanti sono gravissime. D’Alessandro ritiene, addirittura, che la magistratura stia operando un “attacco politico” per impedire al Comune di adoperarsi per dare una casa agli abitanti del quartiere. Per la verità la Procura della Repubblica sta indagando proprio sulla mancata realizzazione di quegli alloggi e delle opere di urbanizzazione dopo oltre 6 anni dal rilascio della Concessione Edilizia”.
Per Gabriele Corona che firma la nota di ‘altrabenevento’, il sindaco deve chiarire ancora diversi punti legati alla vicenda via Galanti. Tra questi: “Perchè dopo 6 anni dal rilascio della concessione sono stati consegnati solo 24 alloggi ancora senza gli allacci idrici e del gas, pur avendo la ditta incassato 15.000 euro di acconto da 80 famiglie ed anche la metà del consistente contributo regionale? Perché D’Alessandro, Boccalone e Petrucciano, hanno consentito che la ditta CON.CA. pretendesse da ogni assegnatario 12.000 euro in più rispetto al prezzo pattuito, per indice ISTAT e presunti maggiori costi del terreno, assolutamente non dovuti? Perché la ditta non ha realizzato le opere di urbanizzazione per un valore di £.1.404.000.000 da cedere al Comune e non ha versato gli importi dovuti per diritto di superficie dei suoli? Perché l’amministrazione non ha voluto rescindere il contratto con la ditta CON.CA. per gravi inadempienze, come richiesto dal tecnico comunale responsabile del Procedimento con 2 precise relazioni? Perché gli atti alla Regione Campania per il rinnovo dell’Accordo di Programma sono stati inviati dopo 3 anni dalla scadenza del termine?”.
“Di questo – conclude Corona – deve rispondere D’Alessandro che da quando è stato presentato il primo dossier di ‘altrabenevento’ si limita a lanciare accuse ma non si decide a rispondere nel merito alle critiche argomentate”.
IL MATTINO 02/03/2006
L’ACCUSA DI BACCARI DELLA MARGHERITA
«Con gli avvisi, fallisce l’era del centrodestra»
E sulla questione Zamparini scatta l’interrogazione di Lepore
«Finisce, sepolta da una valanga di avvisi giudiziari, l’era fallimentare del centro destra». Giuseppe Baccari, coordinatore cittadino del Fiorellino si è così espresso sulle ultime vicende che hanno coivolto il Comune di Benevento. Dopo aver sostenuto che la Margherita potrebbe ora facilmente cavalcare come partito d’opposizione la questione morale, Baccari ricorda che «poiché sappiamo bene come diceva Gramsci, che l’uso politico della questione morale è sempre immorale e che chiunque strumentalizzi politicamente l’opera della magistratura non rende giustizia né alla magistratura né alla politica, ci limiteremo a denunciare ancora una volta il fallimento politico di questa destra di governo». Il giudizio negativo di Giuseppe Baccari, comunque, non si limita agli ultimi avvenimenti, bensì va ben oltre. «La gestione Viespoli e successivamente quella di D’Alessandro lasciano una città in ginocchio e ferita nel suo orgoglio, con le cassi comunali paurosamente vuote, con una pletora di dirigenti esterni profumatamente pagati e dei quali non si avverte la presenza e che spesso hanno dato origine a discussi atti amministrativi, una città con servizi scadenti, con un bilancio comunale ispirato alla finanza creativa che nasconde, dietro ad artifizi contabili, debiti per centinaia di miliardi, un comune che sfugge al dissesto finanziario grazie alle rate che l’Università del Sannio versa annualmente per saldare l’acquisto di immobili concessi, nel passato, in comodato d’uso a titolo gratuito». Un giudizio sostanzialmente negativo sulla politica urbanistica di palazzo Mosti viene anche dal consigliere comunale della Margherita, Cosimo Lepore, che intervenire più speficamente sulla questione urbanistica con un’interrogazione presentata ieri proprio sulla questione Zamparini. In particolare, il capogruppo del Fiorellino in consiglio comunale nell’interrogazione «sollecita l’abbattimento dei capannoni di via Valfortore e l’annullamento del permesso di costruire rilasciato a Maurizio Zamparini per la realizzazione di un parcheggio di 22.000 metri quadrati nell’ansa del fiume Calore. Inoltre, Cosimo Lepore chiede di sapere: «Perché il dirigente del settore Urbanistica dopo l’annullamento della concessione edilizia 7133 non ha provveduto ad emettere l’ordine per l’abbattimento dei capannoni realizzati nella fascia di vincolo ambientale lungo il fiume Calore di via Valfortore e quali provvedimenti ha assunto il dirigente del settore urbanistica dopo aver riscontrato che Maurizio Zamparini nonostante gli impegni sottoscritti, non ha provveduto ad abbattere i suindicati capannoni». Infine, Lepore chiede spiegazioni sul «perché il dirigente del settore urbanistica non ha ancora provveduto ad annullare il permesso di costruire 175 che era stato rilasciato per realizzare il parcheggio di 22.000 metri quadrati in area parco fluviale a seguito di un accordo sostitutivo che Maurizio Zamparini non ha mantenuto».