Il Corriere della Sera ordina a Vulpio di non occuparsi della nuova tangentopoli.
Carlo Vulpio è l’inviato del Corriere della Sera che più di altri ha seguito l’evolversi della inchiesta di De Magistris, “toghe lucane” sulla corruzione in Basilicata che ha coinvolto magistrati, politici, mafiosi, affaristi e massoni.
Il giornalista, autore del bellissimo libro, “Roba nostra” presentato a Benevento a giugno scorso, è stato a lungo intercettato ed indagato, insieme al capitano dei carabinieri, Zaccheo, dagli stessi giudici sotto inchiesta a Potenza e Matera, addirittura per una presunta “associazione per delinquere finalizzata alla diffamazione”. Vulpio è stato pure indagato e prosciolto insieme a De Magistris, per presunte fughe di notizie relative alle indagini “Why not” e “Poseidone”.
Dopo il sequestro dei documenti al tribunale di Catanzaro, ordinato dalla Procura di Salerno, Vulpio è riuscito a scrivere solo l’articolo pubblicato dal Corriere e qui riproposto, perchè subito dopo il suo direttore gli ha ordinato di non occuparsi più di quelle incredibili inchieste.
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