Mensa per anziani e malati psichici, perchè nessuno dei funzionari del pachiderma ASL si è accorto delle violazioni contrattuali?
Comunicato stampa del 14 maggio 2015
Ventucci renda nota la risposta della Ristorò alla video-denuncia di Altrabenevento.
Testo della lettera inviata oggi al commissario della ASL., Dottor Gelsomino Ventucci.
Il 27 aprile, abbiamo pubblicato la video-inchiesta sul servizio che la ASL ha affidato alla società Ristorò per la somministrazione dei pasti agli anziani e ai malati di mente di diversi centri assistenziali della provincia. Il nostro lavoro, documenta chiaramente le numerose violazioni contrattuali da parte della ditta della famiglia Barretta- Porcelli, che incidono sulla qualità dei pasti, ed ha dimostrato che erano giustificate le proteste della Rete Sociale, l’associazione dei familiari dei malati psichici, per la scarsa qualità dei pasti serviti nelle vaschette di plastica. Purtroppo per diversi anni, quelle proteste non sono state ascoltate ma dopo il clamore procurato dalla video-denuncia, i diversi funzionari della ASL competenti per il controllo sul servizio, hanno dovuto riunirsi per una intera settimana per decidere cosa fare. Le diamo atto che Lei non si è nascosto ed infatti ha visitato i centri di assistenza di Morcone e Puglianello per verificare direttamente il servizio, ma l’8 maggio, dopo 10 giorni di riunioni e confronti, Lei si è limitato a firmare, insieme al Direttore Amministrativo, avv. Antonio Mennitto, il provvedimento prot. 69637 nel quale si legge “preso atto della nota del Comune di Benevento prot. 27628/15 allibrata al prot. asl 68896 del 7.5.2015, relativa all’agibilità della Ditta Ristorò, si ritiene doversi procedere con decorrenza dal giorno 11.05.2015 alla sospensione del servizio mensa presso le strutture della ASL in via cautelare e temporaneamente fino alla data del 31.05.2015….”
Quindi, la sospensione è motivata solo con la mancanza di agibilità dei locali. E’ proprio il caso di dire che ‘la montagna ha partorito il topolino’!
Si pongono, pertanto, alcune domande alle quali vorremmo avere un sua cortese risposta. Innanzitutto, perché vi siete accorti solo adesso che manca l’agibilità? A maggio 2013, dopo l’incendio del capannone della famiglia Barretta- Porcelli, furono utilizzate le cucine del capannone ex Polo Calzaturiero, ampliate, nessuno dei suoi funzionari, dirigenti, direttori, capi di dipartimento, ha mai chiesto il certificato di agibilità? La ASL che controlla i locali di tutte le mense private per accertarsi che siano idonei ed igienicamente sicuri, non si accorge che i locali utilizzati per il “suo” servizio mensa non hanno mai avuto il certificato di agibilità?
Abbiamo denunciato la mancanza di quel documento a dicembre 2014 e poi altre volte ancora fino a quando anche il riottoso comandante della Polizia Municipale del Comune di Benevento, non lo ha dovuto riconoscere, ma nessuno della ASL ha letto alcun articolo in proposito? Nessuno ha saputo che agli inizi di aprile Moschella ha sospeso il servizio di mensa scolastica proprio per mancanza di quel certificato di agibilità? A metà di aprile scorso avete prorogato il servizio affidato alla Ristorò fino alla fine di settembre 2015 e neppure allora, dopo il clamore sollevato dal caso mensa scolastica, Vi siete accorti che mancava l’agibilità per le cucine?
Avete fatto finta di niente fino a quando, proprio il video di Altrabenevento vi ha sbattuto in faccia questo piccolo particolare di cui adesso non potete non tener conto.
La nostra denuncia pubblica, però, non si è limitava a questo. Abbiamo segnalato infatti, soprattutto diverse violazioni contrattuali ma, a quanto sembra, non sono state ancora valutate dai Suoi uffici competenti. Sappiamo che i burocrati quando vogliono far finta di non sapere, sono capaci di dire che non leggono i giornali, non vedono la televisione, non consultano informazioni on line, non usano internet e neppure facebook con il proprio cellulare. Per questo motivo Vi riassumiamo ufficialmente, con questo documento che sarà protocollato, i fatti da noi accertati anche successivamente alla video-denuncia, che rappresentano violazioni al contrattato firmato tra la ASL e la Società Ristorò:
– Violazione art. 3 del Capitolato di Appalto: “Dalla preparazione al consumo dei prodotti cotti non devono intercorrere più di trenta minuti”. Abbiamo invece verificato per diversi giorni fino alla sospensione del servizio, che la consegna delle vaschette con la cena avveniva 2-3 ore prima dell’orario previsto, a causa del lungo giro effettuato dallo stesso furgone per risparmiare sui costi di trasporto. Sul documento di consegna predisposto dalla Ristorò risultava “Consegnato alle 18,30”, ma in realtà la consegna avveniva tra le 17 e le 17,30. Anche a causa di questa violazione i pasti risultavano non graditi o immangiabili.
– Violazione art. 3 del Capitolato di Appalto: “La ditta aggiudicataria dovrà preoccuparsi del ciclo completo del vitto, dalla preparazione alla distribuzione e successiva raccolta ed allontanamento degli avanzi” e successivo art. 4 “La consegna del pasto, l’assistenza durante il pasto e il ritiro del vassoio, sono a carico della ditta con proprio personale”. “Inizio consegna vassoi agli ospiti, ore 12,30-13 per il pranzo, ore 19 per la cena. Inizio ritiro 1 ora dopo il servizio”- In realtà l’operatore della Ristorò che portava le vaschette rimaneva sul posto per 5 (cinque) minuti, non le distribuiva al pazienti, e non effettuava assistenza e neppure le pulizie dopo il pasto.
– Violazione art. 5 “Il menù dovrà conformarsi alle prescrizioni previste dal Dietetico…”. Invece la Ristorò più volte non ha rispettato il menù e sulle vaschette dei pasti, come Lei ha potuto verificare direttamente nel corso della sua visita, non era indicata la grammatura dei prodotti serviti.
Sappiamo che dopo la video-denuncia la Ristorò ha presentato alla ASL la sua risposta che le chiediamo di rendere pubblica.
Adesso quindi, Lei dovrebbe essere in grado di spiegare:
-Come mai nessuno dei suoi funzionari ha denunciato l’andazzo che durava da anni e che noi abbiamo documentato con il video del 27 aprile.
-Chi ha pagato le fatture alla Ristorò accertando la regolare esecuzione del contratto anche se non si potevano verificare neppure le grammature dei pasti.
-Chi ha fatto finta di non vedere le segnalazioni del disservizio che sono arrivate nel corso degli anni dai responsabili delle strutture periferiche e dai familiari degli assistiti.
Per Altrabenevento – Gabriele Corona