Dopo la famiglia Barretta-Porcelli, pure ‘A Combattente minaccia i dipendenti ‘infedeli’
Il 25 marzo, subito dopo il servizio del Corriere della Sera che ha dimostrato quali gravissime falsità, mancati controlli e collusioni politico-sindacali hanno caratterizzato la gestione del servizio di mensa scolastica a Benevento, la ditta della famiglia Barretta-Porcelli con un farneticante comunicato, ha annunciato querela per quello che definisce “l’ennesimo atto di un progetto criminoso costruito da chi senza scrupoli diffonde false notizie e ciò, non per tutelare gli interessi dei bambini, ma quelli occulti di chi ha interesse a screditare la Ristoro’ per farla uscire dal mercato. Tutto quanto e’ stato riportato da Corona e dal sito on line del Corriere e’ frutto di un costrutto criminoso ben organizzato con la complicità di dipendenti infedeli ed assoldati per distruggere l’azienda, presumibilmente a fronte di chissà quali chimere e promesse……. La dipendente licenziata che parla nel video ha dichiarato innumerevoli falsità’…. Gli altri signori che parlano con il volto coperto sono adepti e complici di Corona, dichiarano falsità.”
Si tratta di dichiarazioni che dimostrano a quale livello di sfacciataggine arrivano le famiglie che contano in questa città, abituate a negare sempre, con veemenza, qualunque responsabilità, anche quando sono evidenti, perché c’è sempre qualche autorità compiacente che le protegge e qualche giornalista mendicante disposto a difenderne il buon nome. Tanto, poi, la gente, benchè schifata, si arrende, si rassegna, e quindi gli affari, anche quelli sulla pelle dei bambini, possono continuare.
Stavolta non è andata così per alcune ragioni coincidenti, ma innanzitutto perchè quei dipendenti della ditta che pure in passato avevano tentato di segnalare le gravissime condizioni del servizio, hanno trovato maggiore sostegno per cominciare a denunciare, pur sapendo che avrebbero subito ritorsioni. E infatti finora una dipendente è stata sospesa perché accusata di aver fotografato una pentolaccia sudicia, un’altra è stata licenziata perché non ha voluto dichiarare di aver visto la prima mentre fotografava, la terza ha perso “soldo e servizio per 10 giorni” perché ha messo un “Mi piace” ad un post di Altrabenevento su Facebook relativo ai compensi scandalosi per il figlio della direttrice mentre gli altri fanno la fame, alla quarta, sindacalista scomoda, viene contestato di essere stata “scoperta” a fumare fuori dalla mensa prima di cominciare il turno di lavoro.
Adesso la Ristorò si agita, annuncia inutili querele, subisce le prime seppur tardive perquisizioni e naturalmente sceglie come avvocato un legale dello studio del sottosegretario Umberto Del Basso De Caro. Ma i coniugi Barretta-Porcelli che hanno già precedenti penali, non temono tanto le indagini della magistratura che in questa città sono in genere tanto lunghe ed arzigogolate da consentire sempre qualche prescrizione. Temono invece che altri dipendenti, o ex dipendenti, anche quelli che hanno lavorato in nero e hanno lasciato in condizioni misteriore, possano decidere di dire quello che sanno e soprattutto quello che hanno visto. Si preoccupano i vertici della Ristorò e per questo fanno credere che se il Comune dovesse rescindere il contratto per il servizio mensa, tutti i dipendenti rimarranno senza lavoro. E’ falso, lo sanno tutti che i lavoratori per ora vanno in cassa integrazione e poi dovranno essere assunti -tranne quelli che si sono resi responsabili di gravi reati – dalla ditta che subentrerà.
Insieme ai Barretta, si preoccupa per il comportamento dei lavoratori anche ‘A Combattente che su facebook si atteggia da piccola boss per terrorizzare gli ‘infedeli’.
E’ la moglie di un noto spacciatore di droga della città, con vari precedenti penali, da due anni uomo di fiducia della Ristorò. Fa lavori delicati, tra il capannone bruciato e quello attualmente utilizzato dalla famiglia Barretta, tra le cucine e i depositi, con gli orari più insoliti. Però lavora in nero e quindi, se la Ristorò perderà l’appalto, lui non potrà essere assunto dal novo gestore.
‘A Combattente è su tutte le furie anche se cerca di dimostrare sicurezza, e minaccia soprattutto quei dipendenti o ex dipendenti della Ristorò che hanno rilasciato dichiarazioni a giornalista del Corriere della Sera. “Gente’ e niente”, “Omm è mmerd”, “Fallito” scrive di tanto in tanto e poi cancella. Poi ricomincia. Ci tiene però a mostrare sicurezza soprattutto ai fedeli sostenitori (tra i quali un dodicenne con la madre che si pente ma poi ricomincia) che partecipano entusiasti alle sue esibizioni. E’ eloquente questo suo post, scritto dopo una serie di insulti tanto coraggiosi da essere poco dopo cancellati. “A dimenticavo e mo vammi a querelare per quello che sto scrivendo po se avete le palle mi affrontate ma nn pens ca t convien e nn penso che ai le palle per farlo vist che vi nascondete”. Ancora più eloquente la conversazione che segue: Semplice (nome finto) “Nn ti calcolare a nessuno, lasciali rosicareee”. ‘A Combattente: ” Infatti io nn e pens devono rossicare sempre loro mi sto divertendo a provocarli ma vd che nn hanno le palle per affrontarmi e pur song nu 1.50 ahahahah”. Composto (nome finto) “Ahahhahahahahhahahha ….. la gente è buona solo a scrivere…….oppure a fare chiacchiere non possono competere con chi fa i fatti un bacio”. A’ Combattente: “Brav, tu mi conosci!” Pirolì “sono andati a letto avranno fatto troppo lavoro sono lavoratori domani si devono alzare presto”. ‘A Combattente: ” Infatti io invece dormo perche mu pozz permett”. Coccodè “E mazzate e mazzate ……. voglio vede”.
Anche questo è il mondo che gira intorno alla mensa per i bambini di questa città su cui deve indagare la magistratura!
L’affidamento di questo servizio alla Ristorò è terminato. Il Comune ha dovuto rendersene conto e tra qualche giorno anche la ASL, colpevolmente distratta, dovrà assumersi le sue responsabilità.
Auguriamo ai dipendenti ed ex dipendenti onesti della Ristorò, una buona Pasqua di Resurrezione,
L’incubo è finito, grazie ancora per il coraggio e la lezione di civiltà!