Mensa scolastica, il sindaco si nasconde.
Mensa scolastica, seconda lettera aperta al sindaco Fausto Pepe:
“Il suo comportamento è gravissimo, invece di tutelare senza tentennamenti la salute dei bambini, lei si è nascosto dietro i procedimenti burocratici di Moschella. Così ha creato un dramma per migliaia di famiglie. Nonostante il divieto saremo presenti alla Conferenza stampa della Ristorò in attesa che lei si decida ad accettare il confronto che le stiamo chiedendo da tempo.”
Da diversi mesi i genitori di molti bambini segnalano che i pasti della mensa scolastica sono immangiabili o scadenti, ma lei non si è degnato di andare immediatamente sul posto ad ascoltare, assaggiare, verificare e chiedere spiegazioni.
Il 16 dicembre scorso, con il dossier “Scarpe e ceci”, abbiamo denunciato diverse “anomalie” ed irregolarità del servizio gestito dalla Ristorò, ma lei si è limitato ad annunciare che avrebbe approfondito la questione. Invece doveva recarsi subito al centro di cottura di ponte Valentino e constatare di persona, ad esempio, la presenza delle pentole indecenti.
Poi è emersa la non idoneità dei locali mensa, la mancanza del certificato di agibilità, i lavori abusivi per il secondo centro di cottura e la presenza di zolfo nei locali attigui alle cucine, ma lei non si è smosso dalla sedia.
Ha fatto finta di non sentire quando le abbiamo raccontato che con i soldi del Comune, e quindi dei contribuenti, vengono pagati stipendi da fame a tutti i dipendenti tranne che ad un noto ingegnere membro della commissione edilizia comunale, figlio della signora factotum della Ristorò, e ad un consigliere comunale del suo partito.
Ha fatto il distratto quando abbiamo denunciato il ricorso al lavoro nero per quel servizio pubblico oppure quando sono state licenziate, sospese da servizio o raggiunte da provvedimenti disciplinari diverse signore che lavorano in mensa. Sono proprio quei dipendenti che dovranno testimoniare sulle condizioni di lavoro e l’organizzazione del servizio, insieme ad altri, compreso qualche pregiudicato e il parente di qualche magistrato.
Quando poi abbiamo segnalato diverse violazioni contrattuali, lei ha continuato a chiedere al comandante della Polizia Municipale, Moschella, di valutare i fatti e quindi anche il comportamento dello stesso dirigente Moschella che ha firmato il contratto con la Ristorò e avrebbe dovuto controllarne la corretta applicazione. E Moschella ha girato la domanda ai dirigenti scolastici che non possono controllare il rispetto del Capitolato di Appalto che, peraltro, non conoscono.
Se lei si fosse attivato personalmente, come fa quando la materia le interessa, avrebbe constatato facilmente che alle 9 del mattino le vaschette dei “secondi” sono confezionate e sigillate, quindi tre ore prima che quel pasto sia mangiato dai bambini (invece di 20 minuti come da contratto). Avrebbe anche potuto vedere da solo i tre bastoncini di pesce serviti al posto dei quattro indicati sul menù, e guardando le etichette si sarebbe accorto che le verdure sono sempre surgelate (le patate precotte), mentre il capitolato prevede che debbano essere FRESCHE. E sempre a proposito di etichette si sarebbe accorto, guardando le foto da noi pubblicate, che dopo la nostra segnalazione in quella relativa ai famigerati bastoncini di pesce è sparito l’addensante E464. Se si degnasse di guardarle, quelle etichette, scoprirebbe anche che non sono mai indicate le grammature dei cibi, contrariamente a quanto previsto da contratto.
Lei si è nascosto dietro la burocrazia di Moschella ed invece avrebbe potuto facilmente consentire l’accertamento della verità. Ad esempio, considerato che vuole organizzare l’osservatorio sulla legalità e che amministra un Ente dotato di un piano anticorruzione ispirato soprattutto alla trasparenza, avrebbe dovuto disporre la pubblicazione sul sito del Comune del Capitolato Speciale di Appalto per il servizio mensa e di tutti i documenti relativi al rapporto con la Ristorò. Avrebbe dovuto far pubblicare le etichette di ogni pasto, quelle che le mamme non possono fotografare; avrebbe dovuto far pubblicare l’elenco dei fornitori e così tutti avrebbero capito chi produce i misteriosi bastoncini.
Non lo ha fatto perché, evidentemente, dopo aver verificato che non sarà più candidato ad alcuna carica elettiva, il rapporto con i cittadini le interessa molto meno. Allora, perché non delega la questione mensa al suo vicesindaco, erede allo scanno?
26 febbraio 2015
Per Altrabenevento- Gabriele Corona