Il Fatebenefratelli durante tangentopoli arginava la “politicizzazione della assistenza sanitaria” oggi cede alle pressioni di un ministro.
Comunicato stampa del 13 gennaio 2014
Durante tangentopoli, i frati del Fatebenefratelli si opponevano alla “politicizzazione dell’assistenza sanitaria”, oggi devono rispondere di abusi edilizi per aver avuto fretta di accontentare un politico.
Oggi il Comune di Benevento emetterà gli atti per la chiusura del bar dell’Ospedale Fatebenefratelli perché i lavori di ristrutturazione, anche su strutture murarie, sono stati eseguiti senza le previste autorizzazioni e senza il parere obbligatorio della Soprintendenza ai Beni Storici. Per questo motivo gli atti saranno trasmessi anche alla Procura della Repubblica affinchè valuti gli aspetti penali degli abusi riscontrati.
Il Superiore dell’Ospedale Fatebefratelli, il frate Bellino Angelino, al secolo Salvatore, il 28 maggio del 2013 aveva presentato al Comune una SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) per comunicare l’inizio di lavori di manutenzione straordinaria per la realizzazione del bar all’interno della struttura ospedaliera in locali completamente diversi da quelli dove era ubicato fino a novembre 2012, quando fu chiuso a seguito di un sopralluogo dei NAS dei Carabinieri e della ASL di Benevento.
Come riferito dalla stampa, la chiusura sarebbe avvenuta su sollecitazione dell’allora deputato Nunzia De Girolamo che voleva farlo affidare alla cugina. Secondo Mario Liguori, l’amministratore della società che per molti anni ha gestito quel bar, la chiusura a seguito del verbale dei NAS serviva solo a non riconoscergli il valore dell’avviamento per decenni di attività.
Il 13 giugnoo del 2013 sempre fra Bellino comunicava al Comune che intendeva rinunciare alla SCIA presentata quindici giorni prima, ma non provvedeva a richiedere alcun’altra autorizzazione per i lavori necessari a collocare il bar e i relativi servizi igienici in locali destinati a uffici, depositi, sottoscala e corridoi.
Il giorno dopo la rinuncia, il 14 giugno, Liguori Giorgia, la cugina della De Girolamo, presentava alla ASL la Autocertificazione per la idoneità sanitaria dei locali nei quali i lavori previsti sono stati realizzati comunque e senza autorizzazioni. Ad ottobre la stessa Giorgia Liguori presentava SCIA commerciale al Comune di Benevento dichiarando che i nuovi locali erano idonei e provvisti di tutte le autorizzazioni previste per legge.
Adesso la Procura della Repubblica dovrà valutare anche se questi comportamenti del gestore del Bar e del proprietario dei locali, abbiano rilevanza penale, ma di certo si tratta di una vicenda imbarazzante per i frati del Sacro Cuore soprattutto per quanto scritto vent’anni fa su una piccola pubblicazione sugli Ospedali Fatenefratelli nel mondo. A proposito di quello di Benevento, si legge: “Questo Ospedale Fatebenefratelli non può essere e non vuole essere una “azienda”. Già da alcuni anni l’Ordine Ospedaliero dei Fatebenefratelli ha individuato nella fredda tecnologia, nella burocratizzazione e politicizzazione della assistenza sanitaria, i motivi cardini della dilagante disumanizzazione dell’assistenza dell’uomo che soffre. Questa analisi non ha costituito per l’Ordine dei Fratebenefratelli motivo di sconforto, ma sprone per intraprendere un nuovo, coraggioso e difficile cammino di ritorno alle origini, al carisma di San Giovanni di Dio nell’assistenza dell’uomo malato”.
La pubblicazione è stata stampata nel 1992, in piena tangentopoli e allora i frati si ponevano come baluardo contro la dilagante “politicizzazione dell’assistenza sanitaria”. Oggi, invece, devono rispondere di alcune ipotesi di reato per aver ceduto alle pressioni politiche per la gestione di un bar.
Che tristezza! Chissà che ne pensa l’Arcivescovo di Benevento, che di certo non è Papa Francesco.
Per Altrabenevento- Gabriele Corona