Intervista a Gabriele Corona: “Il PM Clemente costretto a lasciare Benevento”
Da Il Sannio Quotidiano del 9 gennaio 2013
L’intervista al presidente di Altrabenevento, sospesosi per motivi elettorali, era stata rilasciata il 7 gennaio, prima dei provvedimenti restrittivi scattati ieri per il sindaco Pepe, Boccalone, Damiano e imprenditori. Resta una testimonianza importante e il segno che qualcosa stesse per accadere a Palazzo Mosti
Corona: “Clemente lascerà indignato questa città”
“Le sue inchieste hanno infastidito anche rappresentanti delle istituzioni integerrimi e decisi contro i mariuoli di coperchietti”
“Fummo noi a segnalare alla Polizia Giudiziaria il caso strano dei lavori in piazza Roma di un Consorzio casertano del cognato dell’ex sottosegretario Nicola Cosentino. Ma non è l’unico caso di denuncia: il mito della città tranquilla è servito a tenere bassa la guardia e a far proliferare il malaffare”
“Sulla candidatura non ho ancora deciso, ho dato la disponibilità a Ingroia per una rappresentanza di servizio”
Teresa Ferragamo
Per caso o per destino, quest’intervista a Gabriele Corona, presidente di Altrabenevento, l’associazione contro il malaffare più movimentista del Sannio, arriva il giorno prima che il bubbone a Palazzo Mosti esplodesse. Tenuta in naftalina per 24 ore o poco meno, viene pubblicata oggi, in uno dei day after più amari che la città di Benevento abbia dovuto vivere, quello della ‘cacciata’ del sindaco Fausto Pepe dalla ‘sua’ Benevento e degli arresti di Luigi Boccalone, presidente del Consiglio comunale ed ex assessore all’Urbanistica, e di Aldo Damiano, consigliere comunale in maggioranza e già assessore ai Lavori pubblici. Una bufera giudiziaria che travolge anche dirigenti, dipendenti comunali e imprenditori. Corona aveva annusato aria di tempesta, subodorato che qualcosa stesse per accadere, la quiete prima della tempesta e aveva affidato a noi un racconto che vi proponiamo comunque, perché resta la testimonianza di un protagonista anche dell’ultima vicenda giudiziaria, considerato che l’inchiesta Mani sulla città (come Antonio Clemente ha voluto chiamarla richiamando il titolo di un famosissimo film di Francesco Rosi) nasce da un esposto di Gabriele Corona nella qualità di presidente di Altrabenevento.
Corona, a quanto pare, sta per concludersi l’inchiesta della Procura della Repubblica di Benevento sugli appalti al Comune di Benevento nata da una segnalazione di Altrabenevento, associazione contro il malaffare da lei presieduta fino a pochi giorni fa.
“L’indagine è in corso e quindi non sono possibili commenti. Segnalammo alla Polizia Giudiziaria il caso strano dei lavori in piazza Roma da parte di un Consorzio casertano, rappresentato dal cognato dell’ex sottosegretario Nicola Cosentino che pur avendo ricevuto una interdittiva antimafia continuava ad effettuare lavori pubblici. A quel Consorzio erano associate alcune imprese interessate a realizzare il parcheggio interrato di Piazza Risorgimento, con un investimento privato di 30 milioni di euro. Una di esse aveva anche ricevuto dall’ex comandante della Polizia Municipale, Francesco Delvino, l’incarico di installare i Photored, poi revocato dalla giunta comunale”.
Le denunce in questi anni sono state tante…
“Non è l’unica segnalazione fatta alla Procura della Repubblica su attività sospette da parte di imprese, faccendieri, amministratori o funzionari pubblici. Abbiamo denunciato anche diverse speculazioni edilizie (Ipermercato Zamparini, alloggi Conca al Rione Libertà, costruzioni nelle sub aree e piano casa a Benevento, distruzione di antichi casolari, castello di Pietrelcina); inquinamento e devastazione del territorio (centrale turbogas Luminosa, discarica Piano Borea, incendio del capannone Barletta a San Giorgio del Sannio, depuratore di Benevento); concorsi pubblici (Amts, concorsi interni al Comune, Polo Calzaturiero) e il riciclaggio di denaro sporco da parte di gruppi collusi con la camorra”.
E a che punto sono queste indagini?
“Alcune indagini hanno dato vita a processi tuttora in corso (Zamparini, Conca, Polo Calzaturiero, Concorso Amts, Capannone Barletta, tangenti al commissario Iacp Angelucci) altre non sono state ancora concluse. Quello che emerge, anche da queste attività, è il tasso enorme di corruzione nel Sannio che, peraltro viene sempre di più attraversato da fenomeni criminali e scandali nazionali. Si pensi alla P3 di Pasqualino Lombardi, per diversi anni di casa al Tribunale di Benevento, oppure alla indagine sulla P4 che ha portato in galera l’ex magistrato Alfonso Papa, dopo le dichiarazioni di Marcello Fasolino, anch’egli interessato a diversi affari su Benevento, e ancora allo scandalo delle false polizze fideiussorie del Principato di Monaco e di Malta, che hanno portato agli arresti di commercialisti con incarichi in Enti pubblici mai revocati, e uomini di affari beneventani, tra i quali Paolo Viscione, grande accusatore di Marco Milanese, ex finanziere, parlamentare e segretario di Tremonti, salvato dagli arresti per pochi voti dei suoi amici deputati. Si tratta di casi di corruzione gravissimi ed inquietanti portati all’attenzione pubblica solo da Altrabenevento. I rappresentanti istituzionali e gran parte della stampa, infatti, continuano a minimizzare la gravità di questi fatti”.
Eppure Benevento, nell’immaginario collettivo, resta una tranquilla cittadina di provincia. Anche se proprio Antonio Clemente, il sostituto procuratore titolare di molte inchieste in corso, denunciò in un’intervista al Sannio Quotidiano, circa un anno fa, una corruzione dilagante anche nel Sannio e l’esistenza di una sorta di pax mafiosa. Concorda con questa analisi?
“Anche le indagini condotte in questi ultimi anni sulle amministrazioni comunali di Telese, Calvi, Montesarchio, le Comunità Montane, la Asl, la Croce Rossa, l’Inps, l’ispettorato del Lavoro, lo Iacp, l’Arpac, i falsi invalidi, la truffa a danni del Fatebenefratelli hanno confermato che il mito della “città tranquilla” è servito solamente a tenere bassa la guardia con il conseguente proliferare del malaffare. Stranamente è rimasta esente la Provincia che pure presenta casi strani di gestione delle sue aziende speciali Marsec, Art Sannio e Sannio Europa e lo spreco di denaro pubblico delle società spin-off che coinvolgono docenti universitari, a cominciare da quella che ha usufruito di corposi finanziamenti pubblici per il sistema di sicurezza a tutela dell’Arco di Traiano che non funziona”.
Sull’azione amministrativa di Palazzo Mosti ci sono sette inchieste in corso, crede che Pepe reggerà all’urto dei colpi della magistratura?
“Comunque sta per essere scoperchiato il grande pentolone della corruzione dilagante in questa città, con gli intrecci perversi tra politici-affaristi-funzionari pubblici e camorristi e i contraccolpi già si sentono. Probabilmente quella sugli appalti al Comune di Benevento è infatti l’ultima indagine del sostituto procuratore Antonio Clemente che ha svolto un lavoro incessante e difficile per contrastare il malaffare. E’ stato attaccato e denunciato da delinquenti, faccendieri e politici rinviati a giudizio, ma non ha ricevuto da almeno la metà del Tribunale di Benevento il sostegno necessario. Anzi, le attività di quel magistrato hanno infastidito anche quei rappresentanti delle istituzioni che sono integerrimi e decisi contro i “mariuoli di coperchietti” e in grande imbarazzo quando si indaga sui politici locali e i poteri forti”.
Secondo lei Antonio Clemente lascerà questa Procura?
“Gli esposti contro Clemente non hanno sortito effetti nel senso che il magistrato non ha commessi abusi, ma ha maturato la convinzione di lasciare questo tribunale che, evidentemente, nonostante l’impegno di alcuni valenti magistrati, continua a rimanere per buona parte un porto delle nebbie”.
Intanto lei sta per ‘salire’ o ‘scendere’, scelga lei, in politica. Da giorni si fa il suo nome come candidato lista “Rivoluzione Civile” di Antonio Ingroia?
“Come ho già precisato in questi giorni, mi sono sospeso dalla carica di presidente di Altrabenevento che continuerà certamente la sua attività. Ho dato la disponibilità per una candidatura di servizio nella lista “Rivoluzione Civile” di Antonio Ingroia ex Procuratore Antimafia di Palermo, ma non c’è ancora alcuna decisione ufficiale”.
Qualche perplessità viene avanzata però anche a livello nazionale per la partecipazione alla lista di Rifondazione Comunista, comunisti Italiani, Verdi e Italia dei Valori, soprattutto da uno dei movimenti promotori “Cambiare si può” . Si preannuncia una ‘rivoluzione’ a metà?
“I rappresentanti di “Cambiare si può” hanno ragione di essere perplessi, ma non credo affatto che il problema più grosso siano i partiti che finora hanno accettato il programma di Ingroia, “Cambiare si può” e “Movimento Arancione”. Credo che la fretta possa fare brutti scherzi per la composizione delle liste. Il pericolo non è solo il paventato riciclaggio di vecchi arnesi della politica, temo che, invece, la lista possa ospitare anche quei personaggi interessati all’antimafia di facciata, quelli cioè che predicano solo la “cultura della legalità” magari sempre alla ricerca di finanziamenti ed incarichi pubblici, ma che non hanno mai il coraggio di denunciare fatti concreti per lasciare la situazione così com’è”.
Su Del Basso De Caro, candidato del Pd, lei si è già espresso. E gli altri?
“Ripeto, non c’è ancora alcuna certezza sulla mia candidatura. Comunque, Rita Marinaro è mia amica, ci conosciamo da quando avevamo cinque anni. Abbiamo fatto molte battaglie insieme, ma non condivido la politica di Sel a Benevento, partito lacerato da infinite polemiche interne e troppo appiattito sulle posizioni di Gianluca Aceto, l‘assessore all’ambiente della Provincia che addirittura difende il progetto devastante di centrale elettrica sotterranea tra Morcone e Pontelandolfo. Vendola proprio oggi, commentando le dichiarazioni di Monti, ha detto che il suo comportamento è ispirato dal Grande Oriente d’Italia, con riferimento alla massoneria. Sel a Benevento, invece, non fa commenti sull’alleato Umberto del Basso De Caro e sulla sua tradizione massonica”.
E i rapporti con il Movimento 5 stelle?
“Con gli amici di “Movimento a 5 stelle” c’è un buon rapporto di collaborazione che mi auguro prosegua anche dopo le elezioni. Spero a tal proposito che le posizioni politiche di quel movimento, soprattutto in tema di urbanistica ed edilizia, siano più autonome e meno condizionate da studi tecnici trasversali”.
Posizioni radicali, le sue, che non conoscono mezze misure. Sono condivise da tutte le anime che a livello nazionale sostengono la Lista Ingroia?
“Queste sono le cose che penso e non è la prima volte che le dico. Mi rendo conto che non sono mazzi di fiori e quindi mi aspetto anch’io contraccolpi da parte degli interessati e perplessità anche da parte di chi si lamenta di questo sistema che soffoca la città e la intera provincia, ma infondo non lo vuole cambiare. Per per questo insisto nel ricordare che questa mia candidatura non è affatto scontata”.