Del Vecchio deve tirare fuori il QTE che non può essere l’oscuro strumento di tortura per i prenotatari degli alloggi IACP
Stampa questo articoloIl Commissario dello IACP, Nino Del Vecchio, con la sua nota alla stampa, in risposta alle critiche di Altrabenevento, non chiarisce le ragioni degli aumenti, pari al 25-30%, del prezzo di vendita degli alloggi assegnati da oltre 20 anni a 620 famiglie beneventane. Egli nega che i maggiori costi dipendano dai diversi contenziosi relativi agli espropri dei terreni, su cui sono sorti gli edifici in questione, e che hanno consentito ad alcuni proprietari di terreni e ai loro avvocati di accumulare un credito di circa 15 milioni di euro nei confronti del Comune a rischio dissesto.
Il commissario dell’Istituto fa l’esempio dei 180 alloggi di Santa Maria degli Angeli per assicurare che la spesa per l’acquisto dei terreni è rimasta invariata e pari al 10% del costo di tutte le opere realizzate, cioè case ed urbanizzazioni. Bene, prendiamo atto delle rassicurazioni di Del Vecchio, ma allora, perchè lo IACP ha chiesto a quegli assegnatari una corposa integrazione del prezzo di vendita sostenendo di aver dovuto sopportare maggiori costi? A cosa sarebbero imputabili?
Quell’intervento edificatorio, il primo di una lunga serie assegnato alla società consortile CON.CA., la stessa degli alloggi di via Galanti per i quali è in corso un processo penale, o a ditte ad essa collegate, come il Consorzio Lavoro Patria e Famiglia, che pure hanno fatto fortuna con lo IACP, è stato caratterizzato da un lungo contenzioso per le opere di urbanizzazione e la qualità dei lavori eseguiti negli appartamenti. Fin dall’assegnazione dell’appalto, due ditte diverse si contendevano lo stesso cantiere con diverse vicende giudiziarie connesse, fino a quando recentemente la CON.CA. ha vinto l’arbitrato (come altri due con il Comune su quali prossimamente torneremo) che è costato allo IACP alcuni milioni di euro.
Del Vecchio, cercando di non imitare il rettore Bencardino che considera la pubblica Università cosa propria, dovrebbe chiarire alla città che cosa è successo e quanto è costata l’incredibile vertenza con quel Consorzio. Dovrebbe spiegare qual era quel famoso mandato di pagamento per il quale l’ex commissario IACP Andreucci ha ricevuto dall’amministratore di quel consorzio una tangente di 30mila euro, come sostiene la procura della repubblica di Benevento. Soprattutto dovrebbe chiarire se, per caso, non siano proprio i maggiori costi pagati alla CON.CA. ad aver determinato l’aumento del prezzo di vendita degli alloggi.
E sempre per favorire l’arduo compito di fare chiarezza che compete al commissario pubblico dello IACP, vogliamo fare anche noi un esempio sui costi di altri alloggi assegnati con preliminare di vendita, quelli di Capodimonte e di Pacevecchia, bivio Perrillo. Si tratta di 136 appartamenti per i quali nel bando dello IACP, firmato il 15 novembre 1990 dal direttore Gustavo D’Alessio e dal Presidente Aldo Cucinelli, si prevedevano prezzi DEFINITIVI in base alla tipologia degli appartamenti prenotati. Ebbene, se si sommano i prezzi stabiliti per il rispettivo numero di appartamenti, si ottiene la somma di lire 15.831.000.000 equivalenti a 8.176.029 euro.
Però l’appalto assegnato dallo IACP, alla Lodigiani, che dopo il terremoto giudiziario che la coinvolse anche a Benevento si trasformò in Impregilo, poi in Impregima e in ultimo in CO.E.N. (Consorzio Edilizio Napoletano), ammontava a lire 11.379.074.000 pari ad euro 5.876.801. Quindi, i soldi versati dai prenotatari come da bando e poi preliminare di assegnazione, erano più che sufficienti per costruire quegli appartamenti e le relative urbanizzazioni (strade, fogne, impianti vari). E allora, che cosa è successo? Come mai sono necessari altri soldi? E perchè lo IACP si ricorda adesso di misteriosi e presunti maggiori costi, considerato che la regolare attestazione di conclusione dei lavori è stata sottoscritta dai tecnici dello IACP il 10 novembre 1998?
Tutti questi misteri possono essere svelati facilmente se il commissario Del Vecchio si decide a rendere noto il QTE, Quadro Tecnico Economico, che finora, invece, è stato solo richiamato per inviare agli acquirenti lettere minacciose che contengono frasi del tipo “Il prezzo è riportato nel QTE finale dell’intervento approvato dalla stessa Regione Camania …. e pertanto, con ogni effetto di legge ed ogni conseguenza giuridica, la si invita, diffida espressamente costituendola in mora, al pagamento di quanto di propria spettanza pari a … oltre interessi e rivalutazione, in mancanza si procederà come per legge, riservandosi ogni azione”.
È possibile che un Istituto Pubblico possa assumere un comportamento del genere in questa città civile e di cultura? Del Vecchio si deve decidere a rendere noto il QTE che non può essere utilizzato come oscuro e terribile strumento di terrore. Quel documento indica la composizione delle singole voci del prezzo, parametrato a metro quadrato della superficie complessiva di ogni appartamento, cioè la superficie utile o calpestabile più quelle di balconi, garage in percentuali anche una quota di parti comuni. Ne fornisca una copia alle famiglie interessate e tartassate, prima che la renda pubblica Altrabenevento.
Il presidente – Gabriele Corona
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