La proroga dell’inchiesta UDEUR a Napoli ritarderà l’insediamento del nuovo Procuratore Capo della Repubblica di Benevento?
Stampa questo articoloda Il Mattino del 23/07/2008
di LEANDRO DEL GAUDIO
“La Procura di Napoli non chiude l’inchiesta sul caso Mastella. Sei mesi dopo il trasferimento degli atti da Santa Maria Capua Vetere a Napoli, la Procura mostra di voler portare avanti nuovi approfondimenti investigativi. Passaggi obbligati, a garanzia degli stessi principali protagonisti dell’inchiesta che ha investito, tra dicembre e gennaio scorsi, i vertici campani del partito Udeur. In queste ore, la Procura napoletana punta ad andare avanti, a tracciare nuovi sviluppi. Possibile una richiesta di proroga delle indagini, un’istanza posta al vaglio di un giudice per le indagini preliminare, ma anche richieste di stralcio e trasferimento di atti in altri distretti.
Scaduti i sei mesi concessi ai pm per raggiungere le proprie conclusioni e indirizzare avvisi di conclusione delle indagini (o richieste di archiviazione), dunque, gli inquirenti chiedono altro tempo. Una proroga, al termine della quale la Procura di Napoli potrebbe definire i capi d’accusa o chiedere al gip di archiviare le singole posizioni. L’inchiesta è quella che vede indagati, tra gli altri, l’ex ministro della Giustizia Clemente Mastella, sua moglie Sandra Lonardo, presidente del consiglio della regione Campania; due ex assessori Udeur, Andrea Abbamonte e Luigi Nocera, e altri esponenti del mondo politico, amministrativo e giudiziario della Campania. Un’inchiesta terremoto, che lo scorso gennaio provocò le dimissioni di Clemente Mastella da ministro guardasigilli, la sua uscita dall’Unione con la caduta del governo Prodi. Una vicenda giudiziaria trasferita da Santa Maria Capua Vetere a Napoli per motivi di competenza territoriale, che ora porta la firma del pm Francesco Curcio, del capo del pool mani pulite Giuseppe Maddalena e dello stesso procuratore Giovandomenico Lepore. Associazione per delinquere, concussione, corruzione, le accuse a vario titolo contestate a un gruppo di indagati. Al centro dell’attenzione dei pm finisce la questione delle nomine Asl, vicenda per la quale Sandra Lonardo è accusata di tentata concussione. Il presidente del consiglio regionale avrebbe imposto a Luigi Annunziata (direttore generale dell’Azienda ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta) la nomina di due primari, pronunciando una frase che finisce agli atti: «quello è un uomo morto». Un’accusa che il presidente Lonardo ha respinto in modo categorico fin dalle prime battute delle indagini. Difeso dal penalista Titta Madìa, Sandra Lonardo ha sempre rivendicato la correttezza della propria azione politica e amministrativa improntata al principio della meritocrazia nella scelta di dirigenti e collaboratori e da sei mesi attende gli esiti delle indagini. Del tentativo di rimuovere il manager casertano rispondono anche Mastella, Nicola Ferraro, Andrea Abbamonte e Fernando Errico, ex esponente di punta del partito del Campanile. Su queste contestazioni, la Procura di Napoli ha deciso di acquisire anche la testimonianza di altri esponenti del mondo amministrativo napoletano, tra cui l’assessore alla Sanità Montemarano. Altro personaggio centrale nel corso delle indagini è Carlo Camilleri, consuocero dell’ex guardasigilli, per il quale è stato recentemente revocato l’ordine di custodia cautelare agli arresti domiciliari. L’indagine, nel passaggio da Santa Maria a Napoli, è stata già oggetto di interventi da parte del gip Maria Laura Alfano, che confermò l’impianto accusatorio su richiesta dei pm partenopei, e del tribunale del Riesame.”Leggi: Tarda ad arrivare Maddalena