Giuseppe Gargani, il vero referente politico di Pasqualino Lombardi della nuova P3
Stampa questo articolopubblicato su Gli Italiani il 27/07/2010
P3, retroscena. Lombardi e Gargani. Uno “pensionato sfigato”, l’altro “rampante” da Csm?
di Eleonora Mastromarino
Chi è Pasquale Lombardi? Un geometra nominato nelle commissioni tributarie, ex sindaco democristiano di Cervinara, in provincia di Avellino, e uno dei 3 arrestati nell’ambito delle indagini sulla presunta associazione segreta che partecipava alle cene di casa Verdini e che era in contatto diretto con Dell’Utri.
Lo hanno definito un pensionato sfigato, un chiacchierone, un millantatore, eppure secondo gli inquirenti era proprio lui l’addetto ai contatti con il mondo giudiziario per conto della nuova P2. Dalle intercettazioni rese pubbliche di recente, però si capisce che tutti parlano con Lombardi, giudici costituzionali, presidenti di regione, leader politici, tutti lo ascoltano. Nonostante la forma quasi ridicola e spesso in dialetto, il contenuto di queste conversazioni è decisamente allarmante.
Il ruolo di Lombardi è tutto da capire, cosa faceva di lui un personaggio così influente? Da dove proveniva il suo potere di scambio? Secondo quanto appreso da sue recenti dichiarazioni, ad introdurlo nel mondo della giustizia fu suo cugino Giuseppe Faraone, potente Procuratore Antimafia di Benevento. Il quale però non è più attivo dalla fine degli anni ottanta, dunque cosa gli avrebbe fatto mantenere questa posizione di favore fino ad ora?
Non è difficile individuare le sue origini politiche, secondo quanto sostenuto da Nicola Casentino, in un’intervista rilasciata a Rosanna Capacchione, “Lombardi aveva aderito a Forza Italia insieme a Giuseppe Gargani, al quale faceva riferimento quando entrambi erano nella Dc”.
Giuseppe Gargani è un potente uomo politico di origini avellinesi, esponente di spicco della Democrazia Cristiana di cui era componente della direzione nazionale, nonché deputato, è stato anche sottosegretario alla giustizia per circa 5 anni a partire dal 1979, oltre che più volte presidente della commissione Giustizia alla Camera.
Nel 1994 dopo lo scioglimento della DC aderisce al Partito Popolare Italiano che lascia nel 1999 per aderire a Forza Italia, di cui diventa presto responsabile Giustizia con cui viene eletto parlamentare europeo per due volte (nel 1999 e nel 2004), diventando anche presidente della Commissione giuridica e per il mercato interno.
Personaggio di non poco conto, considerato che nel 2008 è indicato dal premier, Silvio Berlusconi, come coordinatore del “pool di saggi” che dovevano aiutare il ministro Angelino Alfano a organizzare la riforma della giustizia. Dunque Gargani, insieme all’ex presidente Francesco Cossiga ed al giudice costituzionale Romano Vaccarella, prepara per il ministro il primo Lodo Alfano e lavora ad uno dei punti cardini del programma di governo di Berlusconi, la radicale innovazione del sistema giustizia in Italia. Le priorità del pool sono infatti: la separazione delle carriere tra pubblici ministeri e giudici; il ripristino dell’immunità parlamentare, e, quindi, una diversa disciplina per l’autorizzazioni a procedere; la revisione del Consiglio Superiore della Magistratura che preveda un’effettiva parità tra membri togati e laici; ed, infine, per quanto riguarda l’azione penale, i procuratori dovranno seguire gli indirizzi indicati dal parlamento.
Il fratello dell’eurodeputato, Angelo Gargani, è magistrato fuori ruolo in servizio al ministero come capo del controllo interno, ovvero colui che gestisce le ispezioni ministeriali, ed è anche presidente della commissione che nomina i giudici tributari. Essendo stato coinvolto nell’inchiesta P3 è ora sottoposto a provvedimento disciplinare del Csm. Angelo Gargani compare nel fascicolo a causa di una telefonata proprio con l’amico Pasquale Lombari del dicembre 2009. Infatti in quei giorni si era diffusa la notizia che ci sarebbe stato un avviso di garanzia a carico di Roberto Formigoni, Presidente della Regione Lombardia, per un inchiesta sull’inquinamento atmosferico condotta dal procuratore aggiunto di Milano, Nicola Cerrato.
In quella occasione, Lombardi telefona ad Angelo Gargani per farsi mettere in contatto con il procuratore milanese, dicendo: «Stammi a sentire. Tu dovresti avere per regola il numero di Nicola Cerrato… vedi un poco se giovedì o massimo venerdì posso arrivare a Milano e mi fai fissare un appuntamento…». Gargani domanda: «Ma lui ti conosce?». E Lombardi: «E come non mi conosce. Pasqualino è amico di Giacomino (Caliendo, magistrato e sottosegretario alla Giustizia, anche lui politicamente legato a Giuseppe Gargani ndr)…Si deve ricordare, se non ricorda glielo ricordi, gli dici che questa è roba nostra e deve venire un poco da te…tu gli dici che è l’amico di Giacomino, amico mio, è amico di tutti quanti…». Il giorno dopo Gargani chiama Lombardi: «Allora, Nicola ti aspetta domani all’una».
Se la carriera di Angelo Gargani, sembra essere in difficoltà, quella del fratello Giuseppe è ancora tutta da scrivere. Non essere stato rieletto al parlamento europeo nel 2009, non gli ha fatto abbandonare la politica, infatti nel 2010 passa dal Pdl all’Udc, recuperando così l’antico rapporto con Ciriaco De Mita. Inoltre, in questi giorni, si sente ancora parlare di lui come del possibile futuro vicepresidente del Csm, al posto dell’ex-democristiano avellinese Nicola Mancino.
Le scelte possibili per la maggioranza sembrano essere due, o una figura di “alto profilo” come Annibale Marini, ex presidente della Consulta, oppure una opzione tutta politica e a quel punto la maggioranza potrebbe puntare proprio su Giuseppe Gargani, visto anche il gradimento dell’Udc.