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Pdl, probiviri e P3 – Il comitato che processa Granata: ombre di massoneria e “nuova cricca”. Il suo legame con il “Maestro” Spinello, quelli del giudice Gallo con i faccendieri
Tutti li chiedono. Tutti li vogliono. Sono loro, i probiviri del Pdl. Ma la commissione è un rebus: un organo che non si è mai riunito, composto da membri messi lì chissà da chi. Probiviri spesso sconosciuti. Ma soprattutto frequentatori, dieci anni fa come oggi, di persone accusate di voler ricostituire una P2. Insomma, forse non si tratta dei probiviri ideali per giudicare Fabio Granata, reo di aver criticato i poteri oscuri nel Pdl.
Vittorio Mathieu, stimato filosofo, è figura di spicco della commissione di probiviri. Ma anche amico di Salvatore Spinello. È il 9 settembre 1999 quando la Dia di Napoli registra un incontro nell’ufficio di un noto commercialista. A parlare è proprio Spinello: nato a Caltanissetta nel 1922, una lunga carriera ai vertici della massoneria. Poi, dal 1980, Gran maestro del Grande Oriente scozzese d’Italia-Comunione di piazza del Gesù, amico di Craxi e di tanti big della Prima Repubblica. “Ritorniamo come prima – esordisce Spinello – e ripartiamo. Dobbiamo tornare ad essere i consulenti aulici del potere costituito. Per arrivare al grande gioco politico non è necessario diventare parlamentare, ma pilotare i parlamentari. Occorre una riscrittura della Costituzione, che è un po’ vecchiotta, delle attribuzioni dei poteri dello Stato”.
Per i pm, una specie di nuova P2 radicata in tutta Italia. Non gente qualunque, ma familiari di ministri e ambasciatori stranieri. Ma ci sono altri legami inquietanti: secondo il mafioso pentito Angelo Siino, Spinello gli avrebbe chiesto voti per far eleggere un democristiano e gli avrebbe presentato Flavio Carboni (ancora lui). Di più: Spinello sosteneva di conoscere Vincenzo Casillo, appartenente alla camorra, accusato dell’omicidio Calvi e ucciso da un’autobomba.
Disciplina morale
Nel 2000 Spinello fu arrestato, ma alla fine gli elementi raccolti non sembrarono sufficienti per sostenere l’accusa di violazione della legge Anselmi. Mathieu non fu indagato, però, secondo quello che emerse dieci anni fa, sarebbe un importante massone che ha rapporti stretti con Spinello. Nel 1992 Spinello ha fondato il Cirs, Centro internazionale studi e ricerche, che lui chiama il “braccio secolare dell’istituzione”, cioè la copertura dell’attività massonica. Nel Cirs, che voleva riscrivere la Costituzione italiana, troviamo Mathieu. Spinello e Mathieu in quel periodo sono una coppia indivisibile e organizzano convegni e accademie tra Italia, San Marino e Germania.
Ma come nasce il Centro studi?
Lo racconta, registrato dalle cimici, il 13 ottobre 1999 lo stesso Spinello mentre in auto sta andando da Vittorio Casale (massone anche lui e socio, anni dopo, dell’ex amministratore di Unipol, Giovanni Consorte): “…ero entrato in massoneria e dall’interno della struttura il Gran maestro di allora Ceccarini premeva perché si costituisse una struttura culturale che fosse il supporto, direi, nel mondo profano e creò il Centro Internazionale Studi e Ricerche a Torino… siccome eravamo tutti massoni, ivi compreso il presidente, il rettore magnifico dell’Università di Torino, ci siamo sentiti ieri, e lui, Mathieu, Durando, Ricossa eccetera, ci consorziamo in un istituto che fa i corsi post universitari… per creare una classe politica e ci distribuiamo le discipline per l’insegnamento. Mathieu prende la disciplina morale”.
Spinello poi pensa di creare un network di società amiche che si aiutino sul mercato. Il progetto è battezzato Altair e il massone pensa di offrire la presidenza a Mathieu. Il 30 ottobre la Dia annota questa telefonata di Spinello: “Mathieu ha accettato di diventare presidente onorario dell’Altair, è la compagnia profana del lavoro, in effetti è la compagnia delle opere no, e questo ci ha giovato moltissimo naturalmente dal punto di vista referente no?”.
Che curricula
Ma non c’è soltanto Mathieu: Granata sarà giudicato anche da Sergio Gallo. E qui non rileva tanto che si tratti dell’ex capo di Gabinetto di Gianni Alemanno, toccato dalle polemiche sul suo compenso annuale di 210 mila euro lordi. No, il punto è che il nome di Gallo ricorre tra gli ospiti del convegno organizzato nel settembre 2009 dal Centro Studi di Pasquale Lombardi. Chissà se è lo stesso Gallo di cui parlano Arcangelo Martino e Pasquale nelle loro intercettazioni. Martino: “Chiamati Gallo… se sta oggi ci andiamo un attimo dai”.
Ma nella commissione ecco anche l’ex ministro Giuliano Urbani e Guido Possa, ex dipendente Fininvest, amico fraterno del Cavaliere. Poi la solita schiera di avvocati come Franco Paolo Sisto, onorevole e difensore di Max Verdoscia, accusato di aver portato la droga nei festini di Giampi Tarantini. E poi Maria Teresa Armosino, azzurra doc, presidente della Provincia di Asti e deputato, doppio incarico cui la probovira non ha rinunciato.
Già, l’esordio della commissione è piuttosto tormentato. Ma non è soltanto la Fondazione dei finiani a sparare a zero. Anche nei corridoi del Pdl più ortodosso qualcuno storce il naso: “La commissione c’è, in teoria”. In teoria? E l’esponente del Pdl sotto anonimato punta il dito sull’articolo 41: “Gli aderenti e gli associati al Popolo della libertà e i rappresentanti delle Associazioni sono tenuti a ricorrere preventivamente al Collegio dei Probiviri in caso di controversie”. Poi il pidiellino ortodosso allarga le braccia: “Il codice prescrive un collegio di probiviri e noi l’abbiamo messo nello statuto. E abbiamo anche nominato i componenti. Ma non sappiamo nemmeno se li abbiamo votati e chi sono”.
di Marco Lillo e Ferruccio Sansa
da Il Fatto Quotidiano del 27 luglio 2010