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Il presidente dell’ASIA rifiuta i dati di bilancio che giustificherebbero l’aumento del 72% della Tassa rifiuti.

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Lucio Lonardo

Se non rappresentasse tragicamente l’ennesimo atto di arroganza e di oltraggio ai cittadini ed alle legittime aspettative di trasparenza dei conti delle aziende pubbliche, la lettera con cui ieri il Presidente Lonardo ci ha motivato il suo rifiuto di esibire il bilancio consuntivo 2009 dell’ASIA, dettagliato per voce, farebbe pensare ad un colpo di calore o ad una barzelletta ben riuscita.

Ad aprile scorso i beneventani hanno ricevuto all’improvviso gli avvisi per il pagamento della Tassa Rifiuti Solidi Urbani per l’anno 2009 senza che l’Amministrazione, sollecita solo nell’attivare ampie campagne di propaganda ora per questo taglio di nastro ora per quell’inversione di senso unico, li avvertisse del salasso deciso un anno prima.

A maggio scorso Palazzo di Città, Altrabenevento, il Condacons e la Flaica-CUB, con un loro dossier, hanno denunciato per la prima volta che l’aumento complessivo reale della TARSU 2009 è pari al 72%, passando da € 10.120.000 a € 17.479.957, e che questo aumento è in larga parte immotivato e mal determinato, al punto che se ne è chiesta una riduzione di circa 5 milioni, in base ad articolate e motivate argomentazioni. Alla conferenza stampa era presente anche il Sindaco, che si impegnò a presentare un “contro dossier” di cui tuttora non c’è traccia, né è stata data spiegazione di come mai nelle previsioni di spesa dell’anno 2009 il costo per lo smaltimento dei rifiuti in discarica a carico del Comune è aumentato in un solo anno del 111 per cento, passando da un milione e novecentomila euro del 2008 a quattro milioni di euro.

Uno dei motivi dello spropositato aumento della TARSU 2009 consiste nella decisione dell’Amministrazione, che neppure il Sindaco ancora si decide a spiegare, di pagare all’ASIA la bellezza di 10milioni e 900mila euro, cioè quasi 4 milioni di euro in più rispetto al 2008, dopo aver già pagato all’ASIA circa 4milioni di euro per ricapitalizzazione e arretrati.

Nel frattempo il CdA ed il Comune hanno approvato il bilancio consuntivo ASIA 2009, che si è chiuso con un cospicuo utile, ovviamente realizzato attraverso il saccheggio delle tasche dei contribuenti, costretti a pagare con la TARSU 2009 ben più dei costi effettivi del servizio.

Il 9 giugno scorso, dopo l’approvazione del bilancio consuntivo del 2009 da parte del CdA dell’ASIA, abbiamo chiesto una prima volta di poter aver copia del documento e ci è stato risposto che dovevamo aspettare l’approvazione del Comune e la pubblicazione al Registro Imprese. Lo scorso 9 luglio, dopo l’approvazione del Comune, abbiamo ri-chiesto il bilancio, dettagliato per singola voce di costo, ed abbiamo ricevuto dal Presidente Lucio Lonardo una risposta stupefacente. Ci è stato opposto che “nel riscontrare la Sua cortese richiesta in oggetto, Le rappresento che la stessa non può essere esaudita ai sensi e per gli effetti dell’articolo 2391 ultimo comma del codice civile”.

La norma è citata del tutto a sproposito da Lonardo perché l’articolo 2391 del codice civile, all’ultimo comma recita “L’amministratore risponde altresì dei danni che siano derivati alla società dalla utilizzazione a vantaggio proprio o di terzi di dati, notizie o opportunità di affari appresi nell’esercizio del suo incarico”. La disposizione, relativa al conflitto di interessi, evidentemente, impone agli amministratori di non usare notizie e dati dell’azienda amministrata per trarne rilevante vantaggio! Ora, mentre non riusciamo ad immaginare quale rilevante vantaggio personale Lonardo possa ritrarre dal rendere pubblici i conti dettagliati dell’ASIA, riusciamo, invece, chiaramente a capire quale vantaggio deriverebbe ai cittadini dal verificare che i costi consuntivi del servizio siano inferiori a quelli pagati dal Comune all’ASIA coi soldi della TARSU, sulla base delle previsioni a firma Lonardo.

E’, dunque, davvero incredibile ed osceno il ricorso a sproposito all’articolo 2391 del codice civile, per giustificare il rifiuto di esibire i conti dell’ASIA, che i cittadini sono chiamati a saldare attraverso il pagamento di una tassa esosa ed ingiustificata.

Rileggendo la lettera a firma del Presidente ASIA, un solo pesantissimo conflitto d’interessi è dato rilevare: quello tra l’ASIA e il diritto dei cittadini a conoscere la verità.

Tutte le comunicazioni sin qui intercorse tra Palazzo di Città e l’Asia, sono state trasmesse per conoscenza al Sindaco ed all’Assessore alla Trasparenza, chiamati in causa anche dal Presidente dell’Asia. Fa specie che entrambi ritengano di tacere ancora.

Antonio Medici – presidente della Associazione Palazzo di città

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