Trasporti: studio dell’Isfort e bella puntata di Report.
Stampa questo articoloda Il Manifesto del 9 maggio 2010| di Anna Donati
Meno passeggeri, più automobili
Leggera discesa del numero di passeggeri per chilometro, aumento dell’uso dell’auto (che interessa il 65,3% delle persone che si spostano), nuove motivazioni e antiche richieste. L’istituto di formazione e ricerca per i trasporti (Isfort), ha presentato i risultati dell’Osservatorio Audimob sulle dinamiche della mobilità degli italiani negli ultimi dieci anni, dal 2000 ad oggi. Secondo i risultati dell’indagine gli italiani si muovono di più, ma in modo diverso rispetto al passato. Si allungano i km percorsi ogni giorno e di conseguenza anche il tempo dedicato al trasporto aumenta, cresce anche l’uso dell’automobile, nonostante i tanti proclami per la mobilità sostenibile, ma cambiano anche le motivazioni degli spostamenti e il loro carattere sistematico.
In dieci anni aumentano del 17,8% i passeggeri/km (…). È interessante analizzare la distribuzione degli spostamenti sulla base della lunghezza chilometrica. Gli spostamenti fino a 2 km passano dal 2000 al 2009 dal 37,7% al 31,1%, quelli di corto raggio tra 2 e 10 km restano stabili intorno al 42%, crescono invece in maniera decisa quelli di media distanza tra 10-50 km che passano dal 18,1% al 24%. Infine quelli oltre 50 km hanno un peso molto limitato, il 2,1% nel 2000 diventato il 2,8% nel 2009.
Questi numeri inducono due riflessioni immediate: il 73,3% dei cittadini che si spostano non fa più di 10 km ma la spesa per gli investimenti per soddisfare questa domanda di mobilità urbana non supera il 6% degli investimenti della legge obiettivo, perché vengono privilegiate nuove autostrade che incrementano il traffico motorizzato e nuove tratte ad alta velocità ferroviaria (…). Scelte ponderate alla domanda effettiva degli spostamenti dovrebbe invece privilegiare investimenti sui nodi per ferrovie urbane, metropolitane e tramvie, il cui funzionamento interessa più dei due terzi delle persone. (…)
Lo studio Isfort passa poi ad analizzare i mezzi utilizzati per gli spostamenti che confermano un crescente dominio dell’automobile, la diminuzione percentuale di chi usa bus e tram e metropolitano e di quelli che si spostano a piedi e in bicicletta. Infatti l’auto passa dal 59,3% degli spostamenti nel 2000 al 65,3% del 2009 e di questi ben il 57,7 viaggia solo. Nello stesso periodo chi si sposta a piedi passa dal 21,4% degli spostamenti al 17,3%, chi usa la bicicletta dal 3,8% al 3,7%, chi usa bus/tram/metropolitane passa dal 5,3% al 4% degli spostamenti così come è diminuito chi usa il treno, ma cresce la quota di spostamenti con più mezzi in combinazione, dall’1,8% al 3,6%. È chiaro dai dati che c’è stato negli anni un «travaso» di viaggi dalle singole modalità di trasporto, per la gran parte collettivi, alle combinazioni di mezzi, la cui spina dorsale è rappresentata da un vettore pubblico, e questo è l’unico dato positivo delle tendenze in atto.
Nello studio sono anche visibili significative differenze tra piccole e grandi città, dove l’auto prevale in modo deciso nelle prime, mentre la congestione delle seconde induce un uso maggiore del trasporto pubblico. L’automobile consolida la sua posizione e anche i dati delle emissioni nei trasporti di Co2, nonostante l’efficienza dei veicoli sia migliorata, è cresciuta al 28% mentre nel 1990, anno della sottoscrizione del protocollo di Kyoto, era il 23%, quindi è di tutta evidenza il fallimento delle politiche italiane nel contenimento delle emissioni nei trasporti.
(la versione completa dell’articolo su www.sbilanciamoci.info)
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