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Gabriele Corona risponde alle accuse di Michele Spina e Maurizio Ionico.

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Michele Spina e Maurizio Ionico – da Gazzetta di Benevento

Il Quaderno del 06/05/2010 di R.R.

Spina e Ionico: dietro la vicenda Gaveli questioni molto più consistenti

Nostro servizio – Questa mattina gli imprenditori Michele Spina e Maurizio Ionico hanno tenuto una conferenza stampa presso il Bar Novecento, al Corso Garibaldi di Benevento, sulla vicenda Gaveli, la multisala cinematografica in località Piano Cappelle.

Una storia lunga e intricata che si protrae da quattro anni e per la quale Spina e Ionico sono parte in giudizio civile e imputati con altre 2 persone in un processo. La prima udienza è stata, ieri, rinviata al prossimo 6 luglio, dopo che un primo rinvio c’era già stato a marzo. Entrambi i rinvii sono dovuti a problematiche legate all’astensione degli avvocati della Camera Penale.

La lunga conferenza tenuta dai soci della Sis, società che aveva in fitto alcuni locali nel Gaveli da destinare a bar, pizzeria e sala giochi, è stata aperta da Michele Spina. Ha ricordato tutte le denunce fatte in questi anni nei confronti di persone e istituzioni, precisamente nei riguardi di Luigi Giannuzzi, titolare della multisala Gaveli, con il quale sono insorti dei contrasti che hanno aperto, oltre al giudizio penale, anche un contenzioso amministrativo, dell’Asl Bn1, della Commissione Prefettizia Vigilanza Pubblici Spettacoli, di dirigenti comunali della precedente e attuale Amministrazione Comunale, di Giunta e Consiglio Comunale, di due dirigenti della Digos di Benevento, di un sostituto procuratore della Repubblica di Benevento e di un altro magistrato.

Spina sostiene di essere stato oggetto, nell’ambito delle indagini scaturite a seguito di una denuncia presentata nel 2006 da Giannuzzi, di “un’attività persecutoria” e che non ci sia stata imparzialità nel valutare le due parti in causa. “Alle denunce da noi fatte – ha detto – sono seguite attività d’indagine tese a coprire e mascherare quanto avevamo esposto. Dietro questa vicenda ci sono interessi per milioni di euro ed ecco perché ci siamo trovati tanti personaggi contro”.

La denuncia di Giannuzzi sarebbe partita, ha aggiunto Spina, dopo che, in precedenza, la Sis aveva presentato una denuncia alla Guardia di Finanza su altre attività riconducibili a Giannuzzi, riguardanti apparecchiature per video poker e slot machine. “Ho fatto anche altre denunce – ha aggiunto -: in tutto ne sono 14. Ho prefigurato reati gravissimi: truffa, peculato, corruzione. Che indagini sono state fatte? Non sono mai stato ascoltato”. Spina ha quindi rimarcato il modo in cui, invece, a suo dire, siano state svolte le indagini a suo carico, successive alla denuncia presentata da Giannuzzi. “Possibile – ha detto – che fatti insussistenti rilevati dal Gup Cusani nell’udienza del novembre 2009 non fossero stati allo stesso modo rilevati da chi aveva condotto le indagini?”. Più volte, nel corso della conferenza, a tal proposito, ha fatto riferimento alle informative della Digos sulla vicenda, da cui è scaturita una successiva denuncia di Spina. In tali informative, Spina ha detto che numerose volte compare il nome di Gabriele Corona, presidente dell’associazione ambientalista contro il malaffare Altrabenevento, per informazioni fornite dallo stesso Corona. Qui Spina, ironicamente, si è chiesto, a proposito di Corona e mostrando ai giornalisti un’informativa della Digos: “E’ un dipendente del Comune di Benevento o un ufficiale di Polizia Giudiziaria, o un magistrato? In questa informativa compare il suo nome per 97 volte”.

Successivamente è intervenuto Maurizio Ionico che ha fatto alcune considerazioni sulla vicenda, spiegando in maniera più approfondita alcuni aspetti. Ha ricostruito brevemente la storia fin dall’inizio, ricordando come si sia arrivati al contenzioso legale e alla risoluzione del contratto di locazione. Poi ha fatto riferimento a quanto aveva affermato già in precedenza lo stesso Spina, ovvero a una denuncia fatta dalla Sis su un’altra attività legata a Giannuzzi, riguardante il mondo dei videopoker e delle slot machine.

“Per tale vicenda – ha sostenuto Ionico – la dinamica degli atti conseguenti in capo agli organi di controllo coordinati dalla Magistratura, ha ancora una volta eluso il merito di quello che raccontavano i fatti al punto tale che ci siamo visti costretti, nostro malgrado, a dover denunciare finanche un magistrato”.

“Il processo che sta per iniziare – ha concluso – non può essere semplicisticamente ricondotto alla ‘lite’ tra la Sis srl e la Gruppo Giannuzzi srl, ma necessariamente vedrà il coinvolgimento di tanti personaggi che sono stati a loro modo protagonisti, anche passivi. Una volta eliminato il ‘falso bersaglio’, siamo convinti che alla fine questo processo porterà alla luce la vera e scottante questione che non è la paventata ipotesi di tentata estorsione (di cui Spina e Ionico sono accusati NDR) o la lottizzazione abusiva (di cui accusano Giannuzzi NDR), ma i rilevanti interessi economici che ruotano intorno al mondo dei videogiochi. Speriamo che non intervengano altri fattori che impediscano l’avvio di questo processo, perché sono desideroso di capire perché qualcuno ha voluto che io e gli altri coindagati portassimo per oltre quattro anni la ‘targa di estorsore’ senza peraltro avvertire mai, in questo lungo lasso di tempo, il bisogno di ascoltare le ragioni degli indagati”.

L’inchiesta sul caso Gaveli è stata portata avanti dalla Procura della Repubblica di Benevento a seguito della denuncia presentata nell’autunno del 2006 dal titolare del Gaveli. La causa penale ha avuto alterne vicende che hanno anche portato all’emissione di provvedimenti di custodia cautelare domiciliare per Ionico e Spina (marzo 2008), poi revocati dal Tribunale del Riesame il successivo 6 maggio. Mercoledì 25 novembre 2009, presso il Tribunale di Benevento, si è tenuta l’udienza preliminare che, unitamente ad altri imputati, vedeva coinvolti Spina e Ionico. Il giudice Flavio Cusani aveva pronunciato sentenza di non luogo a procedere per cinque dei sei capi di imputazione a carico di Spina, disponendo il rinvio a giudizio per lo stesso Spina e Ionico, per i fatti originariamente denunciati da Luigi Giannuzzi.

In sede amministrativa il Comune dapprima ha negato l’agibilità al Gaveli, poi l’ ha concessa, nel luglio 2008, provvedendo, in esecuzione delle decisioni assunte dal Tar Campania, a ritirare i provvedimenti emessi nei confronti del Gruppo Giannuzzi (e già sospesi dal Tar).

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Gazzetta di Benevento, 06-05-2010

La verità di Spina e Ionico sulla vicenda della “Multisala Gaveli” e sui loro rapporti con Giannuzzi.Esprimo disprezzo per chi si è servito dei poteri istituzionali per sottopormi a vessazioni

Una lunghissima conferenza stampa, cominciata puntuale intorno alle 10.30 e finita poco dopo mezzogiorno, è stata tenuta da Michele Spina e Maurizio Ionico coinvolti, assieme ad altri, in una complessa vicenda che riguarda la Multisala “Gaveli” a Piano Cappelle.

Spina, che si è aiutato nella esposizione dei fatti con un computer che proiettava lettere, sentenze, dichiarazioni, su un maxi schermo, ha tenuto innanzitutto a ringraziare i presenti “coraggiosi”, che hanno preso parte alla conferenza stampa. Sono peraltro non a caso affianco alla fontana “Flans te alo” (soffiando ti alimento) perché ho proprio bisogno di “incendiarmi”.

E qui ha cominciato il suo lungo excursus, che ovviamente non sta a noi fedelmente riportare ma alle aule dei tribunali, e soprattutto le denunce da egli presentate nei confronti del titolare della Multisala, Luigi Giannuzzi e poi dell’Asl, di un magistrato, di un sostituto procuratore, di vari dirigenti del Comune e della Digos della Polzia di Stato, della giunta e dell’intero Consiglio comunale, della Commissione prefettizia di vigilanza sui locali di pubblici servizi e varie ditte.

Molti mi hanno consigliato ad abbandonare la partita, a non peggiorare la situazione.

Ma io sono una testa matta, ha detto, e le brache non le calo davanti a nessuno. Spina ha quindi espresso disprezzo per chi si è servito, a vario titolo, dei poteri istituzionali per sottoporlo a vessazioni.

Dietro questa vicenda ci sono alcune centinaia di milioni di euro di interesse ed è per questo che abbiamo tanti personaggi contro.

Io, è bene ricordarlo, in questo processo sono parte lesa, ha continuato. Non ho mai né chiesto né ricevuto una sola lira da chi poi mi ha denunciato e questo lo ha fatto solo dopo che io, a mia volta, avevo interessato la Guardia di Finanza su certe operazioni che non mi convincevano.

Spina era il rappresentante della Sis, una società che stipulò un contratto di locazione commerciale con il “Multisala Gaveli” del Gruppo Giannuzzi avviando, nel 2005 un’attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande.

Da quel momento, ha detto Spina, sono cominciate le vicende che hanno portato anche al suo arresto assieme a quello di Maurizio Ionico.

Rispetto a tante azioni tese a turbare il nostro esercizio commerciale, dice Spina, esercitammo da subito le doti della tolleranza e della pazienza. Ma fu tutto vano…

La denuncia di tentata estorsione fatta loro dal proprietario della Multisala, li condusse all’arresto ai domiciliari su cui il Tribunale del Riesame fece subito giustizia, ha detto Spina, in quanto, oltre a rilasciarli entrambi, precisò anche i limiti delle vere questioni, ha detto Spina.

Spina è stato anche molto duro con Gabriele Corona, noto esponente ambientalista, che secondo lui è stato usato dagli inquirenti per descrivere persone e fatti non corrispondenti al vero.

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Video: I nomi di tutti i denunciati

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La risposta di Gabriele Corona del 7 maggio.

Con la conferenza stampa di ieri, Michele Spina e Maurizio Ionico, hanno per l’ennesima volta, sostenuto di essere vittime di una congiura di cui io sarei uno degli attori principali insieme ad un vice prefetto, il direttore della ASL, alcuni dirigenti comunali, il sindaco, il segretario generale del Comune, numerosi consiglieri ed assessori, la direzione dei Monopoli di Stato, una società di video giochi, i funzionari e gli ispettori della Digos, la Guardia di Finanza ed infine due magistrati.

Stando ai fatti, per ora risulta solo che i due imprenditori sono stati rinviati a giudizio dalla Magistratura per tentata estorsione perché in concorso ed in riunione tra loro insieme a due dirigenti attualmente in servizio presso il Comune di Benevento, “con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, anche in tempi diversi, con minacce esplicite e con minacce implicite, concretizzatesi nel prospettare la chiusura della Multisala GAVELI, per pretesi inadempimenti contrattuali, per pretese inosservanze della normativa igienica e della salute, per pretesa inagibilità e violazioni urbanistiche, inosservanze in realtà inesistenti e peraltro non ravvisate dallo stesso giudice amministrativo … compivano atti idonei tutti diretti in modo non equivoco a costringere Giannuzzi Luigi a dare o promettere loro denaro”. (tratto dalla sentenza del Gup del 25/11/2009).

Spina e Ionico si difendono sostenendo di aver rotto i rapporti di affari con il proprietario della sala cinematografica e di aver denunciato, seppur in ritardo, diverse presunte irregolarità, non per estorcere qualche milione di euro, ma solo perché convinti della effettiva inagibilità della struttura ed anche della insanabile “lottizzazione abusiva”, non riscontrata dall’ufficio di Vigilanza Edilizia ma accertata, secondo loro, dal Giudice per l’Udienza Preliminare che li ha rinviati a processo.

Effettivamente la sentenza del GUP su questo aspetto è contraddittoria e confusa, ma di certo il magistrato non ha affatto sostenuto che si possa contestare la “lottizzazione abusiva”  tant’è che non ha rinviato gli atti alla Procura della Repubblica per i provvedimenti conseguenti.

Ma Ionico e Spina non si rassegnano e continuano a denunciare tutti quelli che non la pensano come loro;  se poi gli esposti presentati vengono archiviati, denunciano anche i magistrati per “Giustizia a senso unico”.

Per quanto mi riguarda, confermo che sui fatti oggetto del processo, riferirò in Tribunale, soprattutto come dipendente del Comune di Benevento, secondo legge  quando sarò chiamato a testimoniare, ma sono d’accordo con Spina e Ionico quando affermano che gli interessi in campo sono molto più consistenti di quelli finora oggetto di indagini sulla Multisala. Per questo sono curioso di comprendere perché hanno annunciato alla stampa che “Il processo che sta per iniziare non può essere semplicisticamente ricondotto alla ‘lite’ tra la S.I.S.srl e la Gruppo Giannuzzi srl, ma necessariamente vedrà il coinvolgimento di tanti personaggi che sono stati a loro modo protagonisti, anche passivi”.

Gabriele Corona

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