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Berlusconi conferma la controriforma delle intercettazioni.

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INTERCETTAZIONI:SENATO,ANCORA MURO CONTRO MURO.MARTEDI’ VOTO EMENDAMENTI

(ASCA) – Roma, 13 apr – Sfumano, almeno per il momento, le speranze di mediazione sul ddl intercettazioni. Oggi l’ufficio di presidenza della commissione Giustizia del Senato dove e’ all’esame il provvedimento, si e’ limitata a stabilire il calendario dei lavori, cancellando la seduta prevista per il pomeriggio e registrando un nulla di fatto circa le attese di un ”clima sereno e cooperativo” che pure lo stesso presidente Filippo Berselli auspicava ancora poco prima della riunione.

”Sulle intercettazioni continua il muro contro muro con maggioranza e governo” ha sentenziato al termine dell’ufficio di presidenza il vicepresidente del gruppo Pd, Felice Casson. ”Ci saremmo aspettati una linea piu’ morbida dal Pdl dopo la firma del Presidente Napolitano al legittimo impedimento” ammette la senatrice Pd, Silvia Dalla Monica.

”Prosegue la nostra battaglia per evitare danni al nostro sistema giudiziario, la nostra posizione resta quella di garantire le indagini di polizia e magistratura anche per reati gravi, di tutelare la riservatezza delle persone e la liberta’ di stampa, oltre a garantire il diritto alla difesa – incalza Casson -. I nostri emendamenti propongono infatti un sistema equilibrato a tutela dei diritti costituzionali garantiti, mentre il ddl Alfano e’ totalmente fuori equilibrio perche’ mira esclusivamente a impedire le indagini e a bloccare la liberta’ di stampa”.

Non si escludono proposte emendative da parte del governo e della maggioranza, osserva dal canto suo Berselli, ma che certo non vanno nel senso della richiesta di un ritiro del ddl o dello stralcio della parte relativa alla diffusione delle intercettazioni.

”Non c’e nulla di nuovo” testimonia il capogruppo Udc, Giampiero D’Alia, secondo cui ”ci pare di capire che se proposte dovranno arrivare, giungeranno dal governo”.

Intanto i lavori della commissione inizieranno domani mattina, in settimana si proseguira’ con l’illustrazione degli emendamenti. Martedi’ governo e relatore daranno il loro parere, per procedere quindi con il voto.

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Da il Corriere.it del 17 aprile 2010

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LE RIFORME – Riguardo al capitolo riforme Berlusconi spiega: «Quelle costituzionali non sono le più importanti. La riforma costituzionale è qualcosa a cui vale la pena di lavorare». Poi ha detto che si farà «sentendo tutti» e possibilmente «con l’assenso di una opposizione responsabile, se diventerà responsabile». Servirà a dare allo Stato «un assetto più moderno» permettendo di «prendere decisioni con la necessaria tempestività». Secondo Berlusconi, dopo aver dato la possibilità all’elettorato di votare direttamente il loro sindaco e presidente di Regione, «poter scegliere anche il presidente dell’Italia credo sia un diritto in più per i cittadini». Il sistema delineato dalla Costituzione «risente del fatto che i padri costituzionali l’abbiano fatta dopo venti anni di dittatura ed avevano timore del ritorno di un regime e tutti i poteri sono stati dati all’assemblea parlamentare». La conseguenza, per il premier, è che quello italiano «è l’esecutivo con meno poteri al mondo». Il presidente del Consiglio «è un primus inter pares – ha concluso – vive solo della sua personale autorevolezza e infatti gli altri sono durati 11 mesi».

INTERCETTAZIONI – Poi il premier ha parlato delle nuove norme sulle intercettazioni «Credo che sia una guerra santa che stiamo combattendo». Serviranno solo per reati gravi non «per cercare notizie di reato», ha spiegato, ma nel caso in cui ci siano «già gravi indizi di colpevolezza».

FISCO – «Nel giro di due anni realizzeremo un codice unico in materia fiscale per eliminare le migliaia di leggi che oggi creano troppa confusione». «A causa di questa situazione – ha detto il premier – anche aziende che si fanno assistere da studi fiscali di primo piano si trovano ad essere oggetto delle attenzioni dell’Agenzia delle Entrate e magari a subire un giudizio anche quando erano convinti di non aver commesso reati». Berlusconi ha anche preso l’impegno preciso di ridurre le tasse «appena i conti pubblici saranno a posto». «La prima cosa che faremo – ha detto – sarà pensare alle famiglie numerose e la seconda l’abolizione dell’Irap che io chiamo imposta rapina».

LA BATTUTA – Infine si è rivolto alla platea dei mobilieri: «Io sono venuto qui per il pranzo, ma qualcuna delle hostess la invitate o no?». «Questi – ha proseguito Berlusconi – non sono peccati. Non commettere atti impuri, è scritto. Tutto il resto è permesso». «Vedete – ha proseguito Berlusconi – è questa la differenza tra noi e quegli altri. Il loro problema è che sono sempre arrabbiati, che non hanno autoironia, mentre qualche storiella ti pulisce la mente, ti apre al sorriso».

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