Quattro bombe a mano in un arsenale scoperto a Benevento. Il PM Antonio Clemente vuole capire quale clan lo utilizzava.
Stampa questo articolo(Gazzetta di Benevento) Benevento, 06-03-2010
In contrada Pino a Benevento i Carabinieri hanno rinvenuto un vero e proprio ARSENALE di armi comuni da sparo e da guerra. Arrestate tre persone. Il tutto è stato trovato in un bunker realizzato lungo il muro perimetrale della casa
Questa mattina in contrada Pino a Benevento, i Carabinieri del Reparto Operativo del Comando Provinciale hanno tratto in arresto per detenzione e ricettazione di armi comuni da sparo e da guerra, alterate e clandestine tre persone: Maria Luisa Colarusso, 41 anni; Tonino Morante, 77 anni; Maria Mignone, 71 anni. Nel corso della perquisizione domiciliare, effettuata presso l’abitazione dei tre, rispettivamente moglie, padre e madre di Renato Morante, attualmente detenuto per il tentato omicidio di un commerciante di San Giorgio del Sannio, i Carabinieri hanno rinvenuto, occultato all’interno di una cavità in cemento, un bunker, realizzata lungo il muro perimetrale della stessa struttura, un vero e proprio ARSENALE, sottoponendo tutto il materiale a sequestro.
Sono state trovate armi: una carabina calibro 22 marca “Custom Silrncr” con binocolo e serbatoio con 7 colpi; un fucile semiautomatico calibro 12 marca “Beretta”, modificato; una pistola russa con matricola abrasa; una pistola semiautomatica marca “Franchi”; una pistola a tamburo smontata; una pistola a tamburo; una pistola semiautomatica; una pistola Star con matricola abrasa completa di serbatoio; una pistola calibro 9 Glok completa di serbatoio; una pistola a tamburo calibro 38 special marca “Smith & Wesson”; una pistola semiautomatica calibro 22 marca “Pietro Beretta” completa di serbatoio; tre silenziatori e due serbatoi vuoti per pistola calibro 9; un serbatoio bifilare per pistola modello Glok ed impugnatura supplementare; 9 serbatoi per pistola.
Inoltre sono state sequestate varie marche di munizioni: 92 calibro 12; 335 calibro 9; 264 calibro 7,65; 50 calibro 6,35; 216 calibro 22; 115 calibro 38; 50 calibro 40; 10 calibro 45 e 105 di altri calibri.
Sono stati rinvenuti vari esplosivi: 15 detonatori a miccia, in alluminio; 4 bombe a mano da guerra in buono stato di conservazione, oltre alla seguente documentazione: due nulla osta per l’acquisto di armi, in bianco, non compilati; un blocco di carta stampato, in bianco, per l’autorizzazione al trasporto di armi; 17 Carte d’Identità in bianco; 3 Patenti di guida in bianco; 2 Carte d’Identità intestate; 2 Patenti di guida intestate; 3 codici fiscali, ed, inoltre: un 1 porta tesserino, 2 alamari metallici, 4 tubolari e 7 gradi metallici per vice sovrintendente, il tutto in uso alla Polizia di Stato ed una paio di manette non matricolate.
Maria Luisa Colarusso, è stata condotta presso la Casa circondariale di Benevento, mentre a Tonino Morante e Maria Mignone sono stati concessi gli arresti domiciliari.
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Da Il Mattino del 7 marzo 2010.
Scoperto arsenale in un bunker.
Una santabarbara nelle adiacenze di una casa alla periferia della città alla contrada Pino. L’hanno scovata i carabinieri del Reparto operativo del Comando provinciale. Vi hanno trovato fucili, pistole, quattro bombe a mano, carte d’identità e patenti in bianco. Sono scattati tre arresti di cui due ai domiciliari. Si tratta di Maria Luisa Colarusso, 41 anni, Tonino Morante 77 anni, e Maria Mignone 71 anni,rispettivamente moglie, padre e madre di Renato Morante, attualmente detenuto e imputato in due diversi processi per tentato omicidio. Per due degli arrestati Tonino Morante e Maria Mignone sono scattati gli arresti domiciliari. Il ritrovamento delle armi è avvenuto ieri mattina in una cavità in cemento, una sorta di bunker, realizzato lungo il muro perimetrale dell’abitazione dove appunto abitano gli arrestati. In particolare erano nascoste nel bunker: due fucili, nove pistole, tre silenziatori, circa mille e duecento munizioni di vario calibro, quindici detonatori a miccia, quattro bombe a mano da guerra in buono stato di conservazione, e poi una serie di documenti: 2 nulla osta per acquistare delle armi, 17 carte d’identità in bianco, 3 patenti di guida in bianco, 3 codici fiscali, 2 patenti di guida intestate, ed inoltre due alamari metallici, sette gradi metallici per vice sovrintendente in uso alla Polizia di Stato e un paio di manette. I tre arrestati sono dunque i familiari di Renato Morante, 40 anni di San Giorgio del Sannio, dipendente della Vesuviana che ha in corso un procedimento per tentato omicidio, commesso, secondo l’accusa, nei confronti di Roberto De Santis un commerciante titolare di un bar di San Giorgio del Sannio. Inoltre Renato Morante è anche rinviato a giudizio per tentato omicidio nei confronti di Giovanni Vesce, che fu gambizzato nel 2003, e che poi è deceduto dopo alcuni anni. Questo secondo processo è stato fissato per il 25 marzo 2010. L’imputato è difeso in questi processi da Monaco. Alla base di questi processi, secondo l’accusa, vi è una forma di gelosia dell’imputato verso uomini che in passato, prima del matrimonio, erano legati sentimentale alla moglie. Ora i carabinieri del Reparto operativo, cercano di appurare come sono giunte queste armi e i documenti, alla contrada Pino alla periferia della città, chi li gestiva e soprattutto come venivano utilizzate. Si ipotizza l’uso da parte della mala per mettere a segno dei colpi. Le carte d’identità potrebbero essere utilizzate per truffe e da persone che hanno interesse a nascondere la loro reale identità. Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica Antonio Clemente e riserveranno sicuramente delle novità.