A Benevento troppi magistrati “locali”.
Stampa questo articoloDa Gazzetta di Benevento del 5 febbraio 2010.
De Lorenzo: Sulla questione giustizia qui a Benevento è ora che si solleciti l’attenzione del Consiglio Superiore della Magistratura
Ritengo giusta la presa di posizione assunta dal presidente della Camera Penale, Regardi
La giusta presa di posizione del presidente della Camera Penale del Tribunale di Benevento, Regardi, in merito a quanto si verifica nella nostra città sul cronico rinvio di processi, merita una serena valutazione.
La questione giustizia, qui da noi, deve, una volta per sempre, essere affrontata ed è impensabile che si possa ancora procedere sul percorso odierno che, credo sia lapalissiano e sotto gli occhi di tutti, ogni giorno, non fa che presentare un percorso ad ostacoli sempre più difficile da fronteggiare.
Personalmente, ho sempre creduto, sfidando molte volte anche il credo popolare, nella magistratura, ma, allo stato, mio malgrado, non posso che, quale rappresentante delle istituzioni locali, associarmi al coro dei dissidenti, purtroppo, quotidianamente, sempre più numeroso.
Anche se svolgo una professione che nulla ha a che fare con la giustizia, ho avuto l’opportunità di fare esperienze a dir poco allucinanti.
E l’ultima vicenda, che ha interessato la stampa nazionale, che mi ha visto protagonista, senza verun dubbio, dimostra che se non fosse intervenuta un’altra Procura, con l’ausilio dell’Arma dei Carabinieri, sempre di altra sede, io avrei pagato per colpe non commesse. Il che è gravissimo. Il silenzio assordante, protrattosi per anni, qui a Benevento, chiede una presa di posizione precisa ed indifferibile.
Credo che sia giunto il momento di sollecitare l’attenzione del Csm, come anche il guardasigilli, sulla opportunità di evitare che magistrati, senza, è ovvio, nulla eccepire sulla preparazione di ognuno di loro, continuino a svolgere la propria attività nella stessa città ove sono vissuti, hanno studiato, mantengono rapporti di amicizia e così via.
Molti avranno memoria del clamore suscitato, anni fa, quando il problema fu sollevato, a gran voce, prima dal compianto avvocato Ismaele De Ciampis e, poi, ripreso dall’avvocato Gino De Pietro.
Ritornano alla memoria le frasi pronunciate, all’epoca, in piena udienza, dall’avvocato De Ciampis: “…qui – così esclamò il noto penalista, sbattendo la porta – non se ne può più… coniugi, parenti ed affini, magistrati ed avvocati siedono l’uno accanto all’altro…”. Non so, oggi, cosa direbbe, se fosse ancora in vita.
Le problematiche sono gravi, molto gravi e, quotidianamente, corrono ormai di bocca in bocca.
La destinazione al Tribunale di Benevento di Giuseppe Maddalena, quale procuratore della Repubblica, per fortuna, ha impresso una svolta. La presenza di questi ha evitato di toccare il fondo, ma, tuttavia, mi si permetta la sincerità, Maddalena non può, in tutta onestà, risolvere da solo il problema qualora non gli si tenda una mano.
E’ intorno a lui che bisogna guardare al fine di operare una svolta decisa e netta. La presenza di un valido ed eccellente direttore d’orchestra è sì importante, ma, nel contempo, è opportuno, per la buona riuscita dell’opera, fornire a quest’ultimo collaboratori liberi che vadano sulla stessa operatività.
Ecco perchè ritengo doveroso lanciare pubblicamente un grido di allarme alla stragrande maggioranza degli operatori della giustizia locale che, ogni giorno, subiscono, con malcelato raccapriccio, le conseguenze di questa triste realtà, di adoperarsi tutti insieme al fine che il problema giustizia, qui a Benevento, sia affrontato.
Una volta per sempre.