De Magistris: la magistratura immobile.
Stampa questo articoloLa magistratura immobile e complice e il senso dello Stato
di Luigi de Magistris – 8 gennaio 2010
Sono passati circa due anni da quando, quale magistrato in servizio alla Procura di Catanzaro, mi sono state sottratte illegalmente indagini che avevano ad oggetto gravi reati commessi da politici, persone ricoprenti ruoli apicali all’interno delle Istituzioni, imprenditori, professionisti vari.
Le attività investigative riguardavano – nell’ambito della gestione illegale del denaro pubblico in Calabria – i rapporti tra massonerie deviate e politica, tra crimine organizzato e istituzioni. Il grumo di potere che soffoca nel crimine una Regione del Sud.
In quegli anni difficili le attività di ostacolo e di interferenza al lavoro svolto non provenivano solo dall’esterno (dalla politica, dal crimine organizzato, da pezzi deviati delle Istituzioni),maanche e per certi versi soprattutto dall’interno dell’ordine giudiziario. Pressioni ed intimidazioni messe in atto da magistrati che hanno violato la legge e commesso crimini. In virtù di tali gravissimi fatti da parte di un collaudato sistema criminale operante soprattutto in Calabria si avviarono diverse indagini da parte della Procura di Salerno.
Le indagini di quell’Ufficio vennero dirette da alcuni magistrati onesti, capaci e coraggiosi.Hanno accertato che nei confronti del mio Ufficio venne messa in atto una pervicace attività criminale proveniente da settori della politica, da magistrati, professionisti e pezzi delle istituzioni. Un intreccio criminale senza precedenti.
È tutto negli atti, in quei documenti che dovevano essere poi sviluppati con celerità e condurre alla verità. Il percorso della giustizia è stato interrotto da chi doveva essere dalla parte dello Stato. Quei magistrati avevano nella loro disponibilità indagini devastanti per i poteri criminali che dominano in Calabria da anni. Documenti, testimonianze, atti, indizi, prove. Uno scenario impressionante per la politica, la magistratura, le istituzioni.
Credo il più grande scandalo politico-giudiziario che abbia mai coinvolto la Calabria. Come non hanno capito quegli ingenui magistrati che li avrebbero fermati, ad ogni costo. Hanno utilizzato il tritolo della carta da bollo di cui sono molto abili i legulei del potere costituito. Hanno messo in atto il prodotto del laboratorio tanto caro a quella parte della magistratura che desidera stare con il potere, con i più forti, per poi trarne benefici nell’interesse particulare e non generale.
I peggiori nemici dell’indipendenza dei magistrati.
La magistratura italiana è a conoscenza da anni che in Calabria vi sono incrostazioni giudiziarie, collusioni, una grave emergenza morale. Quante volte magistrati anche noti, paladini della falsa moralità, sostenevano questi argomenti, ma solo per comodità salottiera, fino a quando non sono stati coinvolti i poteri che loro non osavano contraddire.
Alcuni di questi hanno fatto anche la loro carriera al CSM, magari celebrando la questione morale,ma senza mai brillare in azioni concrete per affrontarla laddove ve ne era bisogno.
Hanno contribuito a produrre un mortale isolamento proprio di quelli che avrebbero dovuto aiutare.
Nonostante questa consapevolezza diffusa è accaduto che i magistrati che hanno indagato per ripristinare un po’di legalità nella cosa pubblica in Calabria sono stati spazzati via da settori dell’ordine giudiziario che hanno agito in piena sintonia con i poteri forti, realizzandosi un intreccio tra magistratura e poteri intollerabile in un Paese in cui ci battiamo per difendere l’indipendenza e l’autonomia dell’ordine giudiziario.
La violenza morale esercitata nei confronti di servitori dello Stato ha prodotto la mia forzata uscita dall’ordine giudiziario e l’esilio di altri magistrati. Collaboratori, appartenenti alla polizia giudiziaria e testimoni distrutti solo per aver reso servizi di giustizia. Hanno ucciso aspettative e speranze di migliaia di persone.
Possiamo più credere che venga resa giustizia? Il potere illegale ha prodotto effetti devastanti che peseranno in Calabria per i prossimi decenni. A fronte di ciò, l’altro lato della stessa medaglia ci mostra magistrati indagati per fatti gravissimi, perquisiti con contestazioni di collusioni senza precedenti, artefici di condotte che avrebbero dovuto produrreun immediato loro allontanamento quanto meno dalla Calabria, che sono ben saldi al loro posto. Esercitano funzioni giudiziarie, continuano indisturbati nella loro attività, magari garantiscono gli stessi equilibri criminali.
Uno scandalo che si consuma nel silenzio complice di chi avrebbe il dovere istituzionale di intervenire.
Una vergogna senza precedenti, resa ancor più nauseante da un oblio diffuso e tipico del vizio della memoria.
A due anni da quegli eventi che hanno segnato per sempre la vita di tante persone che cosa ci resta nella mani, nel ricordo, nelle sensazioni, nel cuore, nella mente? La polverizzazione di inchieste scomode ai poteri; l’insabbiamento di fatti giudiziari; la distruzione di servitori dello Stato; il mantenimento nei loro posti degli artefici delle deviazioni di Stato.
Non si devono dimenticare tutti coloro che hanno creduto nella giustizia ed hanno operato in modo ostinato nella direzione della verità e nello stesso tempo è necessario mostrare lo sdegno più profondo per quei pezzi delle Istituzioni che hanno offeso la dignità dello Stato.De Magistris