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Marcia e raccolta firme contro la Luminosa

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Foto Gazzetta Benevento

Foto Gazzetta Benevento

CORTEO TELESPEGNIAMOIl Mattino del 09/12/2009

Clown, asini e ambientalisti sfilano contro la centrale

Hanno raccolto centinaia di firme, sia di persona che attraverso il sito www.avampost.wordpress.com, e soprattutto hanno indotto a riflettere tantissimi cittadini che fino ad ora si sono lasciati scivolare addosso il problema o magari non ne erano proprio a conoscenza. Giornata intensa, quella di ieri, per gli attivisti del coordinamento delle associazioni e dei comitati contro la centrale elettrica «Luminosa» prevista a Ponte Valentino. Un gruppo è stato impegnato da mezzogiorno fino alla sera in un banchetto per la raccolta di firme allestito di fronte a piazza Santa Sofia, per dare forza e peso ad una petizione che sarà inviata al sindaco di Benevento Fausto Pepe e al presidente della Provincia Aniello Cimitile; un altro gruppo ha invece dato vita alla «Marcia per il territorio» partita da Ponte Valentino intorno alle 13 ed approdata in città circa 3 ore dopo. Un corteo di protesta, indubbiamente,per dire no ad un impianto che viene giudicato pericoloso per l’ambiente e per la salute dei cittadini; un corteo, però, reso allegro e colorato dalla presenza degli asinelli della fattoria didattica «La Cinta Onlus» e dai «Clown dottori», giunti per l’occasione da tutta la Campania. Tra l’altro, spostandosi dall’area industriale verso Benevento lungo alcune strade interpoderali, i volontari si sono trovati di fronte piccole discariche abusive e altri esempi di degrado ambientale. Il corteo è entrato in centro passando lungo via Traiano, per poi unirsi al banchetto nei pressi della Prefettura, richiamando l’attenzione di tanti passanti, anche grazie alle note di un gruppo di musicisti e alla dimostrazione degli allievi di una scuola di ballo. Tante le firme raccolte, ad ogni modo è ancora possibile aderire alla petizione degli ambientalisti dal sito www.avampost.wordpress.com.

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Il Sannio quotidiano del  09-12-2009

Cittadini in marcia «per spegnere Luminosa»

Una lunga marcia per dire no a un impianto che il territorio non vuole. Si è conclusa intorno alle 18 in Piazza Santa Sofia la manifestazione indetta dal Coordinamento delle associazioni che si battono da mesi contro la realizzazione della centrale termoelettrica a gas metano prevista nell’area industriale di Ponte Valentino.

“Spegniamo la Luminosa” lo slogan che ha scandito gli otto chilometri percorsi a piedi dai circa cento partecipanti. Da Ponte Valentino alla centralissima Piazza Santa Sofia, attraverso le strade rurali che collegano la zona industriale al centro cittadino. Un modo anche per riscoprire il ricco patrimonio di tradizioni e naturalità che fanno ancora di Benevento una città a misura d’uomo.

Ambientalisti, comitati civici, movimenti per la promozione di stili di vita basati sulla sostenibilità, fianco a fianco con docili asinelli e coloratissimi clown. Un corteo dalla esigua partecipazione ma comunque non trascurabile per il significato della protesta: “La centrale Luminosa – spiegano i promotori dell’iniziativa – sarà altamente inquinante per la sua potenza, 400 megawatt, e produrrà gas inquinanti che nuoceranno alla salute nostra e dei nostri figli. La stessa Luminosa afferma in un suo documento che l’energia prodotta dalla centrale verrà in parte dirottata anche altrove. Per cui è evidente che non si tratta di un impianto necessario a Benevento e al Sannio ma a soddisfare il fabbisogno energetico di altre realtà e il “fabbisogno” affaristico di società che ancora propongono interventi anacronistici. Tutto il mondo ha imboccato la strada delle energie rinnovabili, Luminosa vorrebbe installare un impianto che brucia gas metano. Se gli enti locali non riusciranno a impedirne l’insediamento – aggiunge il Coordinamento – la centrale sarà realizzata a danno della salute dei residenti e a danno di quell’indotto economico, sempre più rilevante, che nel Sannio è sostenuto dalla vocazione rurale, ambientale, turistica”.

Il corteo partito da Ponte Valentino è entrato in città da Via dei Longobardi, ha percorso Via Martiri di Nassiriya per poi salire lungo Via San Pasquale. Suggestivo il passaggio accanto all’Arco di Traiano (simbolicamente non illuminato in segno di protesta nei confronti di ‘Luminosa’) e lungo Corso Garibaldi, dove la sfilata di asinelli e clown non ha mancato di attirare l’attenzione di molti. Il corteo si è quindi concluso nei pressi della Prefettura dove era allestito un banchetto per la raccolta di firme nell’ambito della petizione contro la centrale promossa dal Coordinamento. L’iniziativa ha già raccolto 180 adesioni via internet (al link www.avampost.wordpress.com) e circa duecento al gazebo.

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Servizio su NTR 24 TV

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TG Notizie da TELE SPEGNIAMO LA LUMINOSA

9 dicembre alle 23.43

Da Ponte Valentino Clown Caramella

Buonasera. Grandi ragli di asini ieri alla passeggiata in difesa del territorio, in compagnia di Rosy e figlie, mancava tra gli altri la Bindi, impegnata con gli strascichi dei bagordi del NO B DAY.

Notevole il dispiegamento di forze dell’ordine, a contenere la folla inferocita.

Ma veniamo ai nostri, da segnalare l’affabilità con cui l’Assessore Castiello si è dato ai media locali, nonché alla nostra TV TELE SPEGNIAMO LA LUMINOSA, una TV clownesca, una delle poche non prezzolate dal cavaliere.

Il mio raglio libero, come diceva il buon Lucio.

Il nostro Assessore, incalzato dalla giornalista sull’impossibilità di conciliare l’eccessiva illuminazione illuminante della Luminosa, in periodi dove è altresì quasi d’obbligo iniziare ad attuare una decrescita, orbene, dicevamo, il Nostro giungeva ad ammettere che preferisce un Pil lungo a uno corto…..ossia, un Pil alto anziché basso, ossia…come dire, un Pil che cresce anziché che decresce.

Era a fagiolo, a questo punto, la considerazione un po’ scontata da parte del compare della sottoscritta giornalista, Clown Nanosecondo, il quale, tallonando a zona l’Assessore, lo rimbrottava sui noti fatti testè accaduti su scala nazionale, ovverossia sull’ultima tendenza fashion degli assessori, che è quella di fare..come dire…sesso a tutte le ore.

Il Castiello sorvolava con eleganza sulle provocazioni, non lesinando qualche accenno di risata, e la giornalista seria riportava l’attenzione sul discorso anzitempo iniziato, ossia sulla decrescita, chiedendo espressamente all’Assessore quale fosse il numero di scarpe portato ai piedi.

Pronto il Nostro rispondeva 42, e a quel punto l’altra clown, Nanatena, suggeriva all’assessore di provare ad accorciare il piede fino almeno a 40, per saggiare su se stesso l’importanza della decrescita, in quanto avrebbe consumato meno suola, meno pellame, e in buona sostanza la sua complessiva impronta ecologica sarebbe diminuita sensibilmente.

L’abbronzato Assessore ha infine declamato, che, quando sarà tutto finito e ci sarà la vittoria contro la Luminosa, faremo tutti una bella festa.

Ci inviterà tutti al Castiello.

Con nonscialans il Caro si è poi dileguato, salutando primariamente ad ampi gesti comunitari, profondendo varie ragioni a sussidio della sua impossibilità a prendere parte alla camminata, per precedenti impegni presi. Abbiamo saputo da informatori infiltrati, che era atteso dai suoceri a pranzo, e che questa usanza in uso a Benevento nei dì di festa risulta essere testè per molti invalidante, inquantocchè di impedimento, spesso e volentieri, a ben altri impegni o svaghi.

Anche l’infaticabile Campolongo ce lo ha confermato, provato sulla propria pelle.

L’allegra brigata si è poi portata lungo le vie interponderabili dello scibile umano, lì dove il vento muta, le foglie tacciono, il cor s’acquieta.

Registi inconfutabili di tale marcia sderenante, sciancoliante, sbullonante, sfravecante, sono stati i noti nomi dell’ecologismo solidale beneventano, tali Zio Bacco, Zio Tullio e Zio Marcello. L’entrata poi in Benevento dall’Arco di Trionfo è stata un susseguirsi di emozioni indimenticabili, come la telefonata forsennata in questura da parte delle signore guardie (con cui ho avuto modo anch’io di interloquire, allorquando ho comunicato loro che avevo una zia in polizia, al che la vera signora guardia donna mi ha chiesto quanto tempo fa, e io pronta risposi: 40 anni fa, io andavo ancora all’asilo). Dunque, dicevamo, l’entrata sotto l’arco ha avuto un che di messianico, di profetico, e all’urlo della folla si accompagnava il lento passo delle asinelle che, incuranti e sprezzanti verso il podio improvvisamente acquisito, continuavano la vita e la filosofia di sempre, loro vere maestre della decrescita e della riconciliazione con la madre terra.

Finanche le cacche sparse qua e là ci ricordavano la nostra natura terrena, la nostra nascita tra muchi, sangue e talvolta appunto, come dire…merda, e ci supportavano in questo percorso faticoso di attenti e consapevoli testimoni del nostro tempo, dove non si può e non si deve sentenziare dall’alto dei propri privilegi, ma scendere nella nuda cacca e sporcarsi le mani.

La sottoscritta giornalista, con il prezioso ausilio di clown Mecala, nel tentativo inoltre di agganciare quante più persone per far loro firmare la petizione (che non era, come ipotizzato da Clown Scimmietta, una lezione di peti ma una cosa serissima e difficilissima da attuare, vista la riluttanza, ormai risaputa, a farsi coinvolgere da parte del pubblico beneventano), incappava in tre rampolli della Benevento bene, lui giovane trentenne a cui i soldi non erano purtroppo serviti per conservare i capelli, e loro, due bellissime signorine imbellettate e griffate. Ordunque, il giovane, all’invito di andare a firmare, risponde con fare deciso (fare inscritto nel DNA grazie a generazioni e generazioni di abitudine al potere) a dimostrare la fine che aveva ormai fatto la locandina sulle notizie della Luminosa: tale locandina giaceva inerte tra le sue mani, ormai ridotta a mille pezzettini. La sottoscritta giornalista, lasciando per un attimo cadere lo scopino microfono della propria emittente, chiede con grazia se almeno l’avrebbe riciclata, o viepiù buttata nel sacco nero.

Lo scopino per un attimo si torceva da solo nelle mani, volendo ritornare all’uso originale. Tant’è.

Con innominabile acuzie clown Mecala l’aveva da tempo individuata la puzza, era proprio sotto il naso!

Non paga, le indefesse giornaliste, memori delle lezioni dell’esimio Daniele detto il Tufo e dell’encomiabile Gabriele detto il Corona, ricordavano a chicche e sia l’impatto impattoso e impattante, anche fuorviante e inasprente, della centrale de quo. Spiccavano per veemenza due signori favorevoli, di cui uno in particolare si accendeva tutto per smontare una ad una le tesi sostenute dalle associazioni. Lì le giornaliste hanno spostato abilmente l’oggetto del contendere su ben altre fonti energetiche: hanno tirato fuori l’orgasmometro, famoso oggetto pluripunta, flessibile, metallico, mobile, che all’uopo serve per massaggiare il cranio o la testa che dir si voglia, e con esso si diffonde una sensazione di benessere, dovuta alla cascata di beta endorfine (che ricordiamo essere oppiacei endogeni), che inondavano oltremisura il soggetto ricevente, il quale si è poi detto soddisfatto, appagato, felice.

E per finire un ringraziamento generale agli amici clown, il dolcissimo TROMBELE, lo spumeggiante SCIMMIETTA, la sfavillante NANATENA, la tenera MECALA, l’indomito NANOSECONDO che ha finalmente realizzato il suo sogno di entrare su un asino in città, e grazie a tutti coloro che pedissequamente e formichinamente si stanno battendo e si batteranno e si sono battuti perché possiamo costruire insieme una comunità più a misura di uomo, di terra e di asino. E aggiungerei di CLOWN.

Da Ponte Valentino è tutto.  Ma questo è solo l’inizio.  Clown Caramella

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