L’ex commissario dell’ASI conferma il mistero del commissariamento
Stampa questo articolo(Il Sannio Quotidiano del 21 ottobre)
Lo Statuto dell’Asi nel cassetto della Regione
“Lo Statuto dell’Asi è pronto dal 2007 ma la Regione inspiegabilmente non lo approva”. Parola di Luigi Abbate, commissario straordinario dell’Area di Sviluppo Industriale di Ponte Valentino dal 2007 al 2008.
La nomina di Abbate (finita nel 2008 al centro delle cronache nell’ambito dell’inchiesta sull’Udeur) avrebbe dovuto preludere al ripristino degli organi politici del Consorzio Asi sciolti nel 2007. Ma da tre anni l’ente di Ponte Valentino resta guidato da una gestione commissariale affidata al funzionario della Regione Campania, Filippo Diasco, il cui incarico scadrà a giugno 2010 con l’approvazione del Consuntivo.
Perchè perdura una fase commissariale così lunga? A rilanciare l’interrogativo è l’ex commissario Luigi Abbate, sotto la cui guida fu licenziato lo schema di Statuto che dovrebbe dare il via libera alla formazione di nuovi vertici politici dell’ente consortile: “Non riesco a capire le ragioni di tanto ritardo per una semplice presa d’atto – rileva Abbate – Nel dicembre del 2007 la commissione Regolamenti della Regione Campania approvò lo schema del nuovo Statuto dell’Asi, da noi redatto. A quel punto sarebbe bastata una semplice ratifica in Consiglio regionale per aprire la nuova campagna di adesioni. Trascorsi i novanta giorni previsti dalla legge, i soci avrebbero potuto darsi nuovi vertici e la gestione commissariale si sarebbe così conclusa. E invece la presidenza del Consiglio regionale continua inspiegabilmente a non mettere all’ordine del giorno il provvedimento, né è stato dato riscontro alla mia lettera del gennaio 2008 con la quale sollecitavo il passaggio in aula. A questo punto mi domando: perchè questa attesa? A chi giova il perdurare della gestione commissariale? Certo non al Sannio e alle istituzioni locali, come dimostra la vicenda ‘Luminosa’. Rischiamo seriamente di vederci piombare sul territorio un intervento fortemente inquinante, anacronistico e non gradito alle comunità locali. Gli enti locali, soci fondatori del Consorzio, sono costretti addirittura a rivolgersi con atto formale ai vertici dell’Asi per chiedere la revoca del lotto assegnato alla società. Un paradosso evidente, reso possibile e alimentato solo dalla perdurante e non motivata inerzia della Regione. E’ ora che qualcuno dia spiegazioni – conclude Abbate – e che la programmazione dello sviluppo industriale di Benevento e nel Sannio tornino nelle mani degli enti locali, com’è giusto che sia”.