Piazza Duomo: fallito il tentativo di utilizzare i fondi dell’incubatore d’mpresa per acquistare lo scheletro di cemento dei privati. Ma Damiano non si rassegna.
Stampa questo articoloLa Regione: l’«Incubatore d’impresa« non può essere realizzato nell’edificio di piazza Duomo.
Il Comune, almeno per il momento, non ha i soldi per acquistare l’immobile di proprietà del Consorzio Cepid in Piazza Duomo. I 7 milioni, infatti, che gli amministratori avrebbero voluto destinare per entrare in possesso dell’edificio in costruzione, su una delle aree modali della città, non sono utilizzabili: in quell’edificio, l’ente avrebbe voluto localizzarvi l’Incubatore d’impresa, ma dalla Regione è pervenuto parere contrario al trasferimento. «L’Incubatore d’impresa – spiega l’assessore ai Lavori pubblici, Aldo Damiano – è una struttura nella quale realizzare una serie di servizi a beneficio delle imprese, garantendo adeguato supporto alle loro attività imprenditoriali. In un primo momento, lo avevamo previsto all’interno del Piano degli insediamenti produttivi di località Roseto che, è evidente, costituisce il naturale prolungamento dell’adiacente area industriale di contrada Olivola, completandone la organizzazione funzionale ed infrastrutturale». Inserito all’interno del Parco progetti della Regione, l’ipotesi progettuale del Comune di Benevento fu confortata da un finanziamento ammontante a 7 milioni di euro. Somma che indusse il sindaco Fausto Pepe e la sua amministrazione ad immaginare di prendere i classici due piccioni con una sola fava, realizzando comunque l’Incubatore d’impresa, ma nel contempo acquistare l’edificio Cepid, obiettivo che, però, la Regione ha vanificato. «C’è da ricordare – prosegue l’assessore Damiano – che l’idea della localizzazione a Piazza Duomo dell’Incubatore tendeva ad evitare di determinare l’incompletezza dell’intervento in quell’area centrale di Benevento. Dopo il concorso di idee con appalto del primo lotto per realizzarvi il Museo d’arte contemporanea, effettuato dalla precedente amministrazione, noi siamo riusciti ad ottenere ulteriori 7 milioni necessari a completare l’opera. Sembrava ovvio cercare di realizzare il Museo accanto all’immobile Cepid incompleto. Per tale motivo abbiamo intrapreso la strada dell’acquisizione». Ma, nella mattinata di ieri, l’assessore è stato costretto a convocare il presidente del Cepid, Almerigo Angrisani, comunicandogli quanto appreso dalla Regione, ossia che l’Incubatore d’impresa va realizzato ex novo, in area industriale, per cui l’intervento va fatto laddove previsto dal progetto finanziato, ossia contrada Roseto. Pur tuttavia, il Comune non molla, è sempre intenzionato ad acquisire l’edificio: «Ci attiveremo diversamente per reperire un’alternativa – dice Aldo Damiano -, nel senso che puntiamo sempre ad entrare in possesso dell’immobile Cepid, i fondi riuscuremo comunque a trovarli». Volontà di acquisizione, peraltro, sancita pure nel Puc, che ha classificato l’immobile e l’area come area di utilizzo ad uso pubblico. Classificazione, però, che il Cepid ha contestato mediante apposita osservazione: il Comune non può modificare la destinazione d’uso di un’area sulla quale è stata rilasciata una concessione edilizia, in scadenza sì a novembre, ma tuttora vigente. Oltretutto, sostengono i soci del Cepid, questo fa venir meno pure l’accordo stipulato, ossia i privati non sarebbero più disponibili a cedere l’immobile.