Ditta edile da vittima estorsioni a complice del clan. A Napoli
Stampa questo articoloIl Mattino – NAPOLI (4 luglio)
- Sette persone, ritenute affiliate al clan camorristico dei Sarno, sono state arrestate dai carabinieri del comando provinciale di Napoli, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere, con l’accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Da vittima di estorsioni da parte di clan cammoristici a complice del clan Sarno per ottenere gli appalti. È la parabola compiuta da una ditta edile sottoposta a sequestro preventivo dai carabinieri nell’ambito dell’inchiesta «Free Wall» che ha portato all’arresto dei sette affiliati al clan Sarno e del titolare della ditta «Edil Disa srl», con l’accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso. Ecco i nomi degli arrestati: Vincenzo Sarno, 39 anni, capo dell’omonimo clan, Antonio Di Sarno, 49 anni, di Cercola, i fratelli Claudio e Ciro Terracciano, 31 e 34 anni, di Pollena, Vincenzo Gammella, 32 anni, di Cercola, Vincenzo Terracciano, 35 anni, di Cercola e Umberto Scognamiglio, 38 anni, di Ercolano.
«La cordata – spiega il capitano dei carabinieri Pierluigi Buonomo, comandante della compagnia di Torre del Greco che ha coordinato l’operazione – era stata costretta a rivolgersi al Tar dopo che le erano stati decurtati dei punti durante la gara d’appalto. Il Tribunale amministrativo aveva dato ragione ai tre imprenditori che quindi sarebbero dovuto essere riammessi. A quel punto, sono incominciate le intimidazioni del clan che hanno portato la cordata a rinunciare».
L’appalto, invece, è stato affidato a una ditta collegata ai Sarno che, in una precedente operazione anticamorra attuata a maggio e denominata «Biancaneve», figurava come vittima di estorsione. «Dopo aver subito intimidazioni e minacce la ditta – ha detto Buonomo – si era rivolta al clan per essere aiutata a vincere la gara d’appalto e versare poi una quota ai Sarno».