L’università del Sannio è “università delle banane”?
Stampa questo articoloDal blog http://simoneaversano.wordpress.com
25 Giugno 2009
L’università delle babane
C’è un’università in cui gli studenti non vogliono partecipare, non voglio intervenire per conoscere i problemi nè per tentare di risolverli. In questa università i rappresentanti degli studenti sono manovrati dai vecchi rappresentanti, e dalle così dette “istituzioni” accademiche, studenti fuori corso da anni che sono ormai una sorta di feudatari che controllano tutto e tutti col semplice strumento della conoscenza diretta di docenti e personaggi importanti. Farsi controllare da questi feudatari significa assicurarsi la tranquillità, come studenti e come rappresentanti. Infatti se dovesse succedere qualche problema, tipo una piccola rivolta popolare o un piccolo scandalo interno sulla didattica o su altro, è certo che chi non verrà colpito sono le persone protette dai feudatari, perchè attraverso la loro protezione agisce la longa manus dei docenti più importanti. Questi docenti hanno tutto l’interesse a far girare le cose come preferiscono, perchè in questo modo possono rendersi immuni anche loro da critiche e attacchi da parte di chiunque sia. In sostanza, l’obiettivo-cardine dei docenti più in vista nello svolgimento delle loro attività è quello di arricchire il proprio potere (e il proprio portafoglio) dimostrando sempre di più di controllare ogni cosa. In questo modo si ramifica una rete scandalosa in cui i professori proteggono certi studenti per proteggere se stessi, e certi studenti proteggono i professori per restare protetti e tranquilli e trarne giovamento anche in termini di carriera accademica.
Non c’è bisogno di regalare gli esami con degli imbrogli, questo l’hanno capito in questa università. Non serve sporcarsi le mani con atti penalmente rilevanti, è sufficiente gettare su tutto e su sutti un’ombra di minaccia: la minaccia che tutto sia controllato e perciò ogni reazione sia rischiosa. E così, quando devono eleggersi le nuove rappresentanze studentesche, si capisce già che vincerà il partito di chi si schiera coi professori più in vista, e verranno eletti gli studenti che hanno dimostrato maggiore asservimento al potere. Nessuno che minacci un cambiamento delle cose, nessuno che dimostri di impegnarsi perchè le cose migliorino in senso democratico, avrà mai vita facile nell’università delle banane. Nessuno di questi stolti rivoluzionari della democrazia potrà mai vincere un’elezione. E il perchè è facile da capire. Ci sono delle regole di ateneo che disciplinano un pò tutto, dal quorum delle elezioni alle condizioni per presentare una lista. Queste regole le fanno i rappresentanti insieme ai professori, perchè si tratta di regole stabilite dal senato accademico. Ma i rappresentanti, come detto alleati coi professori più potenti per mantenere intatto lo status quo, hanno tutto l’interesse a far sì che non si possano eleggere studenti liberi pensanti alle nuove rappresentanze. Le teste calde possono minacciare la rete di collusioni già ramificata da anni, perciò le regole e il modo in cui esse vengono pubblicizzate sono resi molto complessi, molto intricati al punto che possono capirci veramente qualcosa soltanto quelli che non hanno bisogno di capire, ossia gli studenti protetti dai feudatari e dai professori potenti. Gli altri, quelli che partecipando attivamente determinerebbero la democraticizzazione dell’università delle banane, sono tagliati fuori sia dalle regole sia dalla possibilità di fare qualcosa per modificarle.
Tutto è controllato da chi ha interessi congruenti con il potere. Persino la attribuzione di fondi per le associazioni studentesche nell’organizzazione di attività sportive e culturali è tutta sotto il controllo delle associazioni medesime. E’ bastato che una volta da certe associazioni siano stati eletti i rappresentanti: essi hanno iniziato a porre regole che tagliassero fuori tutte le altre associazioni, con l’appoggio in ciò dei professori; i professori in contraccambio hanno chiesto il rispetto dello status quo e l’asservimento delle associazioni ai loro interessi, e tutti erano ben felici di tagliare fuori le altre associazioni perchè così l’interesse del potere rimaneva per sempre tutelato; in seguito le nuove rappresentanze sono venute fuori dalle medesime associazioni che avevano già dimostrato di servire il potere nel modo migliore, e così queste stesse associazioni hanno potuto continuare a beneficiare degli stessi fondi che già avevano rubato in precedenza dalle tasse pagate da tutti gli studenti.
Ma perchè gli studenti non si sono mai ribellati a tutto ciò? Perchè gli studenti sono una massa incosciente per propria natura, inconsapevole della propria posizone e del proprio ruolo. Il fantasma di non riuscire a superare gli esami ha sempre tenuto a freno qualsiasi mira rivoluzionaria, persino quelle più moderate. Ma d’altra parte, come già detto, il passaggio degli esami era tenuto sotto controllo dai feudatari e dalle associazioni poste sotto i loro domini, i quali attraverso la conoscenza dei professori più potenti potevano tenere a bada ogni possibile entusiasmo di rivolta ai poteri costituiti. Ma c’è anche un altro motivo nel silenzio degli studenti, e consiste nel fatto che essi hanno bisogni e desideri elementari: basta organizzare una festa o un evento di svago in grande stile, con grandi nomi e molto sfarzo, per far credere agli studenti che i rappresentanti, le associazioni, i feudatari e persino i docenti sono dalla loro parte e lavorano per i loro interessi. Insomma, con un colpo di spugna tutto il possibile marcio va via, e il silenzio si mantiene forte e stabile, quasi del tutto incontrastabile.
A somma chiusura di questo sistema imperante nella università delle banane, c’è il meccanismo di elezione del preside di una facoltà. Ad eleggerlo devono essere in maggioranza professori ma c’è anche una componente di studenti, che sono i rappresentanti eletti. Questi rappresentanti, per continuare a poter fare i propri comodi senza che nessuno possa accusarli o colpirli in alcun modo, devono soltanto ascoltare la voce del feudatario di turno: chi costui imporrà di votare sarà il nuovo preside. In effetti c’è anche un’altra possibilità, ossia che i rappresentanti non seguano il diktat del feudatario per scegliere secondo le promesse dei candidati alla presidenza. In questo caso però nulla cambia, come sempre: infatti si verifica solo un indebolimento del feudatario che può essere sostituito da un altro, ma può anche facilmente riabilitarsi con una nuova campagna a favore del vincente e del potere che permane sempre sotto il medesimo controllo. In ogni caso, insomma, chi ha stabilito e detenuto il potere continua a controllarlo impedendo inevitabilmente che qualsiasi barlume di democrazia faccia il suo ingresso nella università delle banane.