Camorra, scommesse e sale giochi.
Stampa questo articoloDa Il Mattino.it (27 aprile)
Uno degli arrestati muore d’infarto. Coinvolti anche tre carabinieri. Bingo e scommesse gestiti dai Casalesi
Blitz in 13 città, 29 persone arrestate
Nell’ambito dell’operazione Hermes sono stati arrestati anche tre carabinieri. Il maresciallo Pietro Bruno è accusato di una fuga di notizie avvenuta nel novembre del 2006: il sottufficiale sarebbe entrato abusivamente nel server del Ros di Napoli per acquisire informazioni riservate sul conto di Renato Grasso, l’uomo intorno al quale ruota l’intera indagine, in relazione al suo coinvolgimento in un’indagine nei confronti del clan dei casalesi. Il maresciallo è accusato di violazione del segreto di ufficio e corruzione.
Inoltre per favoreggiamento nei confronti di Nicola Schiavone, il figlio del boss Francesco, soprannominato Sandokan e di altri due importanti esponenti dell’organizzazione sono stati arrestati due militari in servizio presso la compagnia di Casal di Principe, Luigi Di Serio e Luigi Cocuzza. Gli arresti sono stati eseguiti dai militari dell’Arma in seguito ad indagini condotte dal Ros.
Uno dei 29 destinatari delle ordinanze di custodia , Antonio Ambrosanio, di 55 anni, è morto mentre i militari della Guardia di Finanza stavano procedendo alla cattura nella sua abitazione. L’uomo, a quanto si è appreso, è stato colpito da un infarto e a nulla sono valsi i soccorsi prestati anche dagli stessi finanzieri.
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Approfondimenti
■ Uno degli arrestati muore d’infarto. Coinvolti anche tre carabinieri
NAPOLI (27 aprile) – Eseguiti dalla Guardia di Finanza oltre 29 arresti disposti dalla Dda del capoluogo campano. Colpiti camorristi, mafiosi e imprenditori collusi e sequestrati in 13 città d’Italia beni e valori per oltre 150 milioni di euro. Cento gli indagati per lo più imprenditori impegnati nel settore del gioco e delle scommesse per riciclare il denaro di clan camorristici fra i quali il clan dei Casalesi, dei Misso, dei Mazzarella e di numerose cosche della città e della provincia di Napoli, nonchè del clan mafioso dei Madonia.
Esponenti del clan dei Casalesi ma anche della camorra napoletana e della mafia sono tra i 29 arrestati nell’operazione dei reparti «Gico» di Napoli e dello «Scico» che hanno svelato un business illecito legato al controllo delle sale bingo e delle attività per scommesse sportive.
I reati contestati vanno dall’associazione di tipo mafioso, all’estorsione, alla truffa allo Stato, al riciclaggio di denaro sporco, alla corruzione di pubblici ufficiali. La Guardia di Finanza ha potuto così disarticolare un’organizzazione criminale che controllava imprese nel settore dei giochi pubblici, come il bingo e la raccolta di scommesse sportive ed ippiche.
Le indagini ruotano intorno alla organizzazione costituita da Renato Grasso, più volte, sin dagli inizi degli anni ’90, coinvolto in inchieste per legami con clan della camorra e in particolare con il clan dei Casalesi. A lui, secondo le indagini, venivano affidate le somme di danaro fornite dalle organizzazioni malavitose che poi attraverso un sistema di «scatole cinesi» venivano impiegate nella realizzazione di sale bingo.
Sono state sequestrate 39 società commerciali e 23 ditte individuali. Il sequestro ha riguardato anche 100 immobili, 104 autoveicoli, 140 quote societarie per un valore di oltre 150 milioni di euro. Diverse le sale bingo sotto sequestro tra le quali quelle di Cassino, Milano viale Zara, Cernusco sul Naviglio, Lucca, Padova, Brescia, Cologno Monzese, Cremona, nonchè altre sale in provincia di Caserta e Frosinone.
La finanza ha sequestrato infine la società Betting 2000, che sviluppa un alto volume di affari a livello nazionale nel settore delle scommesse sportive.