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Passerelle post-sisma, la rabbia di un parroco: “Peccato che di Santoro ce ne sia uno solo”.

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Da Megachip 19/04/09
Don Aldo Antonelli, parroco di Antrosano (Aq), è un parroco molto combattivo, arrabbiato con i nostri attuali governanti. Tanto che agli amici via e-mail pochi giorni fa ha scritto polemicamente: «Ci vuole una bella faccia tosta per presentarsi tra i terremotati a terremoto avvenuto, senza che si sia mossa una sola foglia per ben tre mesi di scosse che hanno fatto da premessa al disastro. Dov’erano tutte questa facce di culo, nei mesi di dicembre e gennaio e febbraio e marzo, quando la città, a intervalli ravvicinati, sobbalzava di paura di notte e di giorno? Sono le stesse facce che senza pudore, dopo aver predicato anni e anni la loro ideologia di “più mercato e meno stato”, ed aver inventato il trucco della “cartolarizzazione”, oggi, dopo il terremoto della “loro” crisi economica, invocano la presenza dello Stato!»

Ma don Aldo è anche quello che sul sito di «Micromega» di recente ha scritto “Peccato che di Santoro ce ne sia solo uno!”.

Che ne pensa di Annozero e di come la vostra tragedia è stata spiegata da Michele Santoro e dalla sua redazione, che proprio in questi giorni sta vivendo nuovamente delle pressioni e delle vere e proprie censure? Non ultima l’ “espulsione” (per usare un termine calcistico) del vignettista Vauro?
«Ho visto la trasmissione Annozero e non capisco cosa ci sia stato di “indecente” sì da attirarsi all’unisono l’ira di Silvio Berlusconi e di Gianfranco Fini. Meglio, capisco l’allergia di Sansilvio a tutto ciò che non sia plauso, compiacenza e genuflessione. Pur riconoscendo esplicitamente “lo straordinario impegno dei Vigili del fuoco e della Protezione Civile”, cui Santoro ha dato atto di aver fatto “tutto il possibile e più del possibile” (parole testuali che si possono riascoltare connettendosi ad Internet www.annozero.it), si è voluto puntare l’indice “sulla mancata prevenzione, sia sotto l’aspetto della normativa e dell’edilizia antisismica, sia sotto quello dell’organizzazione dei soccorsi” (Giovanni Valentini su ‘La Repubblica’ del 15 Aprile). Ma forse non è questo il compito dell’autentica “Informazione”, che in un regime di generale asservimento ai diktat del potere deve diventare anche “Controinformazione”? Ora si pretende che Santoro faccia una trasmissione riparatrice… Io, se stessi al suo posto, manderei la replica intera della puntata incriminata! Piuttosto, ho davanti a me, le scene, queste sì indecenti, dello spumante e delle fette di mortadella sbandierate in parlamento “alla faccia di Prodi” di qualche mese fa. Avete sentito i due corifei dire qualcosa?»

Le visite di mezzo governo non l’hanno favorevolmente impressionata. In una sua e-mail agli amici ho letto parole forti: “Assassini! Mi viene il vomito al solo vederli! Assassini travestiti da crocerossini: mi viene la pelle d’oca al solo sentirli nominare! Vampiri che si auto-riciclano come donatori di sangue! Non trovo parole! …” Solo passerella pre-elettorale?
«Dice bene: solo passerella elettorale! In tre giorni abbiamo visto una dozzina di ministri alternarsi sui balconi della sciagura, circondati da tanto di guardia del corpo e da fotografi e da giornalisti e da cortigiani di sorta. “Ministri al lavoro in prima fila. La squadra: Alfano, Zaia, La Russa, Tremonti, Bossi e Calderoli tra la gente per coordinare le operazioni” titolava un giornale! Senza pudore alcuno, si sono tuffati a precipizio, come si tuffano i falchi sulle carogne. Che io sappia, gli unici che sono andati che con molta discrezione e senza rilasciare dichiarazione alcuna, sono stati Franceschini e Di Pietro. Li avete visti voi in televisione?»

Ora si parla di ricostruzione sia de L’Aquila che nell’Abruzzo. Avete paura dell’arrivo delle speculazioni in odore di mafia?
«Il pericolo di infiltrazioni mafiose c’è ed è reale. E non soltanto perché là dove c’è odor di soldi la mafia immancabilmente alligna, ma anche per una motivazione aggiunta: la politica stessa, dalla “scesa in campo” di Berlusconi e della sua destra, è diventata organica alla mafia. È un mondo tutto da scoprire quello dei rapporti tra Berlusconi e la mafia: i segni comunque ci sono: Milano 2, Arcore e lo stalliere Mangano, Dell’Utri e compagnia bella. Con l’ok del popolo plaudente, Berlusconi ha riempito il parlamento di figure sospette: “suoi” avvocati, “suoi” ragionieri, “suoi” commercialisti, “sue” veline. Di fronte a questi aggettivi possessivi che accompagnano professionalità varie come non pensare all’altro aggettivo possessivo di “Cosa nostra” che sembra essere diventata “Casa nostra”?»

Si fida dei nostri governanti e dei tempi – diciamo così – “tecnici” che hanno avanzato, cioè 24 mesi? Oppure rimarrete nelle tendopoli e nei prefabbricati a lungo come per l’Irpinia e i precedenti terremoti?
«Le frasi pronunciate dal premier a L’Aquila hanno qualcosa di déjà vu: “Entro due anni gli abitanti riavranno le case”. Sono le stesse parole che pronunciò a San Giuliano, il paesino del Molise dove il 31 ottobre 2002 il terremoto si era accanito contro la scuola uccidendo 27 bambini e la loro insegnante. Tre giorni dopo la strage, il premier convocò una conferenza stampa: “Mi sono intrattenuto con degli amici architetti per mettere a punto un’ipotesi di progetto per la costruzione di una nuova San Giuliano”. Anche allora il disegno era quello della ‘new town’, la città satellite: “Un quartiere pieno di verde con la separazione completa delle automobili dai percorsi per i pedoni e per le biciclette. Un progetto che potrebbe portare in 24 mesi a consegnare agli abitanti di San Giuliano dei nuovi appartamenti funzionali, innovativi, costruiti secondo le nuove tecniche della domotica”.
Sono passati sette anni e a San Giuliano è ancora tutto da finire… Sarebbe interessante andare a farvi una visita. Peccato che molti dimenticano o fanno finta di non ricordare. Tra bugie e gaffes Berlusconi, non so fino quando, continua a tenersi a galla come un pallone gonfiato. Non so se è una scusante o un aggravante, ma ho l’impressione che lui la falsità la tenga nel suo DNA come un elemento portante del suo patrimonio genetico».

Ma don Aldo, nonostante la sua arrabbiatura, non si è perso d’animo e ha pensato anche a un progetto realizzato come una sorta di gemellaggio con il sindaco di Fossa, paesino vicino a L’Aquila: si tratta della costruzione di un gazebo in legno ed acciaio che ospiti gli uffici comunali finché il Comune non sarà reso di nuovo funzionale; dopodiché resterà a disposizione della Pro Loco come luogo di socializzazione e di animazione per la comunità.

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