Tribunale del Riesame: Genchi non ha violato alcuna legge.
Stampa questo articoloARCHIVIO GENCHI: RIESAME, AGI’ BENE E SU INPUT DI DE MAGISTRIS
(AGI) – Roma, 16 apr. – Gioacchino Genchi non ha violato la legge quando, nella veste di consulente dell’ex pm di Catanzaro, LUigi De Magistris, ha acquisito ed elaborato i tabulati telefonici relativi a utenze in uso a parlamentari ed esponenti dei servizi di sicurezza ne’ ha violato la privacy quando ha effettuato 2600 interrogazioni all’Anagrafe Tributaria utilizzando l’abilitazione del Comune di Mazara del Vallo. E’ quanto si legge nelle motivazioni con cui il tribunale del riesame di Roma, venerdi’ scorso, dando ragione a Genchi, ha disposto l’annullamento del sequestro di copia dell’archivio eseguita dai Ros su richiesta della procura. Il collegio dei giudici, presieduti da Francesco Taurisano, non ha alcun dubbio sul buon operato di Genchi. Con riferimento all’accusa di abuso d’ufficio (per aver violato la norma che prevede la preventiva richiesta di autorizzazione alla Camera di appartenenza per l’acquisizione di tabulati di membri del Parlamento e quella sulle utenze in uso ad appartenenti ai servizi di sicurezza), il riesame scrive testualmente: “Le attivita’ di acquisizione, di elaborazione e di trattamento dei dati storicizzati nei tabulati attestanti il traffico telefonico compiute da Ganchi non possono definirsi illecite. Egli non violo’ le guarentige a tutela dei parlamentari interessati dalle acquisizioni dei tabulati di traffico telefonico”. Genchi “ha agito, di volta in volta, in forza del decreto autorizzatorio emesso dal pm, comunicandogli ogni emergenza di conoscenza storica circa il coinvolgimento di membri del Parlamento conme soggetti intestatari ovvero usuari di utenze di telefonia (come nei casi del senatore Pittelli, dell’onorevole Prodi e del senatore Mastella, ndr). Non sussiste – si legge ancora – profilo di illiceita’ nella condotta acquisitiva di Genchi ne’ e’ rinvenibile illiceita’ nell’esercizio delle funzioni di elaborazione e trattamento dei dati, legittimamente e lecitamente raccolti in forza dei provvedimenti del pm, funzioni legalmente dovute nella qualita’ di consulente tecnico”. Stesso discorso vale per l’analisi delle utenze telefoniche intestate alla Presidenza del Consiglio, al ministero della Difesa, a quello dell’Interno e a una persona. Per il tribunale del riesame, la procura di Roma “non ha definito la specificita’ e la concretezza della violazione addebitabile al consulente tecnico, strutturante ‘il factum’ costituente il reato di abuso d’ufficio”. Insomma, Genchi ha agito sempre “nell’esercizio delle sue funzioni di ausiliare del pm De Magistris, ne’ e’ dato comprendere il nocumento per la sicutreza dello Stato”.