I certificati anti-mafia non servono a niente, sono carta straccia
Stampa questo articoloANSA del 17 aprile
TERREMOTO: BUZZETTI,IMPRESE CERTIFICATE CONTRO RISCHIO MAFIA
Contro i rischi di infiltrazioni della criminalita’ organizzata nella ricostruzione post-terremoto nei territori abruzzesi ”la prima cosa e’ l’impiego di imprese edili note e certificate”. Ad affermarlo e’ il presidente dell’Ance, l’Associazione nazionale costruttori edili, Paolo Buzzetti, alla guida di una delegazione di costruttori in visita all’Aquila.
”I certificati anti-mafia non servono a niente, sono carta straccia – prosegue Buzzetti incontrando gli imprenditori edili aquilani e le autorita’ locali – bisogna piuttosto tenere conto della storia delle imprese, impegnate da anni sul settore, senza affidarsi solo a criteri burocratici. Se ci si rivolgera’ ai soggetti giusti il rischio di infiltrazioni mafiose e’ tenuto sotto controllo”. Il presidente dei costruttori ha assicurato la ”piena disponibilita’ dell’Ance a contribuire alla vigilanza su tali aspetti”.
”Si fa fatica a comprendere i sospetti di cattiva costruzione o materiali inadatti di cui si sente parlare questi giorni – ha detto ancora Buzzetti – ma se venisse accertato che alcune imprese hanno costruito male, vanno cacciate immediatamente. Ma io credo che si tratti di casi limitati o limitatissimi”.
Le norme di edilizia antisismica che risalgono al 1974 e successivamente al 1996 “sono sufficienti, vanno benissimo: un edificio costruito sulla base delle regole antisismiche del ’74 non va giu’”, ha aggiunto Buzzetti, il quale invita a “non mettere in piedi regole nuove ad ogni terremoto che si verifica, meglio piuttosto controllare che le leggi in vigore siano effettivamente applicate. Va bene l’applicazione della normativa del 2005 – sostiene Buzzetti – purché vi siano controlli sulla qualità di quello che si realizza”.
Concorda sull’inutilità di nuove norme antisismiche anche Remo Calzona, ordinario di ingegneria all’Università La Sapienza di Roma: “Ad ogni nuova scossa c’é chi chiede una nuova norma, questo è una assurdità. I livelli di conoscenza ingegneristica sul sisma sono elevatissimi, di norme ce ne sono anche troppe piuttosto occorre procedere sulla strada della garanzia di qualità, si tratta di requisiti che vengono applicati per gli edifici industriali ma in alcuni casi non per le costruzioni civili”. Calzona insiste sulla necessità di procedere a un sistema di controlli sulla qualità, sui conglomerati utilizzati, sulla messa in opera corretta, sulle armature e quindi sui collaudi: un insieme di controlli il cui fine sia appunto la garanzia delle prestazioni indicate nel progetto. “In molti casi – afferma il docente – si scopre che ci sono proprio queste carenze. In più una volta realizzati, gli edifici hanno bisogno di manutenzione e le eventuali manipolazioni non devono riguardare nessuna delle strutture portanti”. Ad essere più a rischio, ad esempio, secondo Calzona, sono gli edifici ottocenteschi in quanto oggetto di numerose manipolazioni sulla base di criteri discutibili. Buzzetti e i costruttori dell’Ance hanno incontrato le autorità locali tra le quali il presidente della regione Abruzzo, Gianni Chiodi, e il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente. Il presidente dell’Ance, oltre a ribadire la disponibilità dell’associazione per la ricostruzione dell’edificio-simbolo, la casa dello studente, ha ipotizzato la modifica di alcuni criteri, tra i quali il superamento del massimo ribasso per le parti strutturali degli edifici, da applicare nella fase ricostruttiva post-terremoto. “Dobbiamo essere in grado di realizzare un modello Abruzzo – ha detto Buzzetti – che possa introdurre novità positive da utilizzare anche a livello nazionale”. “L’Aquila non è una città di carta – ha affermato il sindaco – molti edifici sono ancora in piedi, se non fossero stati costruiti con norme antisismiche i morti sarebbero molti di più, fino a 2500″. Secondo i primi sopralluoghi della delegazione dell’Ance, sulla base di “oltre 2 mila verifiche, in periferia il 75% degli edifici è agibile”.