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Benevento e Sannio nella morsa della criminalità – Le istituzioni devono diffondere la cultura della legalità

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Pubblichiamo volentieri il comunicato di Simone Aversano, un giovane studente di Giurisprudenza dell’Università del Sannio, autore del blog (http://simoneaversano.wordpress.com)

Comunicato stampa del 30 marzo 2009

Negli ultimi mesi tutti noi cittadini del Sannio e di Benevento stiamo assistendo al crescere di fenomeni di criminalità, che spesso vanno al di là del singolo episodio rappresentando, invece, elementi di qualcosa di ben più radicato ed esteso. Questo qualcosa va sotto il nome di criminalità organizzata, ma può assumere anche la denominazione di camorra, di mafia, e di volta in volta identificarsi in termini come cosche, clan, ‘ndrine. Parole e definizioni che noi sanniti non sentiamo come nostre. Appartengono infatti a culture e a territori lontani dal Sannio e dalla sua storia. Appartengono a fantomatiche terre di frontiera, dove per decenni (a volte oltre un secolo) si sono sviluppati ed accresciuti i fenomeni più noti legati alla criminalità organizzata. Terre che noi cittadini del Sannio continuiamo a rappresentarci come distanti, separate dalle nostre terre da un profondo vallone invalicabile, la fortificazione che ci permette di continuare a dormire sonni tranquilli.

Dietro questa distrazione, sotto questa superficialità, la criminalità organizzata si è invece infiltrata anche qui nel Sannio. Ciò non è dimostrato soltanto dalle indagini della magistratura locale e campana (indagini che peraltro sono state rese note alla cittadinanza soltanto da pochi, audaci organi di informazione): la prova più evidente di questa ulteriore colonizzazione da parte della criminalità campana sta nelle vicende che negli ultimi tempi molti cittadini hanno vissuto e stanno vivendo sulla propria pelle. Si tratta di vicende isolate, sporadiche, che riguardano il singolo più che la comunità. Per questo il tessuto sociale comune, il senso comune che lega noi cittadini sanniti, non vede ancora l’imminente pericolo, nonostante esso sia dietro casa, a volte già dietro la porta e pronto a bussare.

Ma ad essere più miopi in questo contesto non sono i cittadini, singoli o associazioni: sono le istituzioni a mancare qui nelle nostre terre sannite. Qualche iniziativa già viene portata avanti, da scuole ed enti locali. Ma quello che manca è una vera cultura della legalità, che si possa respirare sempre. Quello che manca è l’educazione e lo stimolo delle giovani generazioni, sempre più sensibili al richiamo dei passatempi e delle spensieratezze e sempre meno assidue nella frequenza scolastica. Sono decine e decine i giovani studenti, anche ben al di sotto della maggiore età, che ogni mattina, in qualunque periodo dell’anno, popolano la sola città capoluogo. E non c’è bisogno di andare in cerca di questi fenomeni in zone così dette “disagiate” o “degradate”. Ormai marinare la scuola è diventato, quello sì, elemento culturale del nostro tessuto sociale. E la gran parte delle istituzioni sta a guardare.

Assistiamo in queste ultime settimane a una serie di proclami, più o meno sensati e credibili, da parte di amministratori locali che intendono, in questo modo, dare pubblica segnalazione soltanto di quel poco di buono che ci si è impegnati a fare. L’evidenza dei fatti, il reale stato della nostra società sannita in questo momento, viene tralasciato e dimenticato. In ciò giocano un ruolo certamente significativo i media locali, che non trattano gli argomenti più scottanti che sono alla base del pericolo imminente che noi tutti stiamo correndo: nei TG e sui giornali si parla ben poco di quello che realmente succede, ma quello che meno si racconta è il silenzio e la superficialità di un popolo, quello sannita, da secoli abituato a non essere protagonista di fenomeni di grave allarme sociale.

Occorre darsi una mossa, è urgente svegliarsi da questo torpore e iniziare a impegnarsi, tutti insieme, per allontanare il futuro oscuro che già si avvia ad avvolgere il Sannio e la città di Benevento. L’impegno che serve deve provenire soprattutto dagli enti pubblici, dalle istituzioni, dagli organi di amministrazione del territorio. Serve mettere insieme tutte le intelligenze disponibili, raggrupparne delle altre, far sì che l’azione comune possa avere soprattutto nella cittadinanza più attiva il suo motore di propulsione, sia per quanto riguarda le idee che nell’azione concreta. Istituzioni che si fanno da promotrici, privati e associazioni che si impegnano fattivamente, organi di informazione che aiutano a stimolare la partecipazione comune e a tenere alta l’attenzione di tutti. Quello che serve è la reale diffusione di una cultura della legalità che coinvolga tutti i cittadini e che entri di diritto nella mentalità comune delle popolazioni del Sannio.

30 marzo 2009

Simone Aversano – IL FRESCO PROFUMO DI LIBERTA’ (http://simoneaversano.wordpress.com)

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