Mensa scolastica, dopo 6 anni dalle denunce di Altrabenevento forse comincia il Processo alle amministratrici della Ristorò
Stampa questo articoloDa Il Sannio Quotidiano del 17 febbraio 2021
Scandalo Mensa, via al processo.
Imputate per frode nelle pubbliche forniture le amministratrici della Ristorò
Il Comune e la ASL di Benevento si sono costituite parti civili.
I capi di imputazione: rimasugli e cibo riciclato ad anziani e malati psichici, surgelati e carni senza abbattitore di temperatura per i bambini.
di Antonio Tretola
Caso mensa, parte il processo.
Il 24 febbraio parte uno dei processi più attesi, su uno scandalo che ebbe un’eco mediatica di rilevanza nazionale. Esattamente tra una settimana mercoledì davanti al giudice per l’udienza preliminare Loredana Camerlengo compariranno Maria Rosaria Favino e Rossana Porcelli. Entrambe sono imputate per il reato di frode nelle pubbliche forniture. La Favino, quale amministratrice unica della Ristorò e la Porcelli quale amministratrice di fatto, dunque dovranno rispondere di fatti che la Sostituto Procuratore Maria Colucci descrive con assoluta dovizia.
E sono quelle contestazioni che generarono un’ondata di indignazione in tutto il paese.
CIBO RICICLATO, RIMASUGLI, CARNE SENZA ABBATTITORE: I CAPI DESCRITTI DALLA SOSTITUTO PROCURATORE COLUCCI.
In particolare la Procura accusa le imputate di aver riciclato gli alimenti non consumati dai bambini delle scuole di Benevento per darli in pasto ai malati psichici e agli ospiti delle RSA di Morcone, Bucciano, Puglianello, San Bartolomeo in Galdo e Molinara.
Il cibo che i bambini non mangiavano, secondo l’accusa, veniva conservato all’interno di vaschette anche per interi giorni, prima del riutilizzo. Addirittura ai malati psichici sarebbe stato rifilato cibo con rimasugli della cucina di grasso animale.
Questo per ciò che riguarda il capo contesta la frode alla ASL.
Lo stesso reato sarebbe stato compiuto dalle due imputate nei confronti di Palazzo Mosti che aveva appaltato alla Ristorò la mensa scolastica. Le violazioni del capitolato d’appalto contestate dalla Procura sono l’aver utilizzato prodotti surgelati e ancora la fornitura di grammature inferiori. Il caso, che molti osservatori attenti ricorderanno, dei tre bastoncini invece che i quattro previsti. Ma la Sostituto Procuratore Colucci si sofferma sull’episodio che sarebbe ancora più grave, della carne servita ai piccoli allievi senza l’utilizzo dell’abbattitore di temperatura, necessario per azzerare la carica batterica e garantire una perfetta conservazione. E ancora, il mancato rispetto dei tempi previsti dal capitolato per il confezionamento (20 minuti) con il rischio di produrre alterazioni microbiologiche e nutrizionali.
Oltre a una serie di acquisizioni documentari e perquisizioni nell’allora sede della società a Ponte Valentino, gli inquirenti si sarebbero avvalsi anche dello strumento delle intercettazioni telefoniche. Il Comune di Benevento si è costituito parte civile nel processo.
LE TAPPE DI UN CASO CHE FECE IL GIRO D’ITALIA.
Fu un caso, quello della cattiva qualità della mensa scolastica a bambini, ammalati psichici anziani, che fece il giro d’Italia. I più fragili, finiti in un ingranaggio dai contorni infernali, tanto che la Procura, in una confer stampa del 2018 scalò le scalette dei notiziari nazionali, uso parole durissime: “Bimbi, anziani e malati hanno mangiato il peggio del cibo, che nemmeno gli animali” chiuse”. Un atto di accusa come un macigno.
La storia era cominciata 4 anni prima.
Era dicembre 2014 quando l’associazione Altrabenevento sollevò il caso della pasta e ceci con larve di insetti. Qualcuno minimizzo altri presero molto sul serio la cosa. Il sodalizio di Corona continuerò energicamente l’inchiesta: la vaschetta di prosciutto cotto con il glutammato monosodico fine addirittura in Consiglio comunale, con un plateale sconto a muso duro tra Gabriele Corona e l’allora comandante della polizia municipale Moschella.
Nel marzo del 2015 un video girato da reporter del Corsera Crispino porto alla chiusura della mensa. Ormai i confini sanniti erano travalicati. A luglio 2015 Ristorò esce di scena: c’è la cessione di ramo d’azienda alla Quadrelle.
Prima dell’udienza preliminare in programma sul filone principale, il caso ha avuto appendici giudiziarie minori. La magistratura ha archiviato il fascicolo contro Corona e il giornalista del Corriere della sera indagati per diffamazione e violenza privata. Stessa sorte, l’archiviazione per un’altra denuncia stavolta per il solo Corona quella per stalking mediatico.