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Palazzo sul terminal bus, clamoroso errore di Pasquariello: la Lumode non può investire il 25% e incassare il 100%.

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L’assessore ai Lavori Pubblici sbaglia: il Bando Periferie non ha affatto apportato modifiche alle norme sul Project Financing.

Comunicato stampa del 4 febbraio 2021

E’ davvero insolito l’armamentario di invenzioni che l’amministrazione Mastella utilizza da quattro anni per difendere la proposta della società Lumode di Gricignano d’Aversa che vuole costruire un palazzo sull’ex campo La Salle con sette milioni di euro destinati alla riqualificazione delle periferie.

Dopo la accorata difesa del sindaco, che normalmente non interviene mai direttamente quando si tratta di appalti e finanziamenti ad imprese, le prese di posizioni della senatrice Alessandrina Lonardo, e gli attacchi scomposti che i consiglieri Renato Parente e Molly Chiusolo hanno rivolto a tutti quelli che criticano il progetto, ieri è intervenuto l’avv. Mario Pasquariello, assessore alle Opere Pubbliche, con argomentazioni davvero sorprendenti.

Il vice sindaco, dopo i soliti insulti alle associazioni che hanno inviato esposti al Nucleo di Attuazione dei programmi Periferie, risponde all’ing. Fausto Pepe, dirigente del PD, il quale gli ha ricordato le norme sul Project Financing che non consentono ad una società privata di costruire su aree pubbliche con un investimento inferiore al 51% del costo totale.

Invece, la società Lumode vorrebbe realizzare l’edificio e il parcheggio interrato dal costo di 9 milioni e mezzo di euro con un investimento privato di appena 2 milioni e mezzo, meno del 25% del totale. La parte restante, sette milioni di euro, più del 75%, dovrebbe gravare su fondi pubblici, anticipati dal Comune di Benevento con apposito mutuo.

Pasquariello sostiene che “la percentuale di finanziamento pubblico del 75% non è una scelta o una errata valutazione dell’Amministrazione Mastella ma è contenuta nel Bando delle Periferie… Tale percentuale, molto vantaggiosa per gli imprenditori privati che decidevano di partecipare alla manifestazione di interessi, fu fissata al 75% proprio per favorirne la partecipazione in considerazione della grave crisi economica che attraversava allora il settore dell’edilizia. Si trattava, dunque, di una misura straordinaria.”

Si tratta di un errore clamoroso, una grande schiocchezza, e stento davvero a credere che questo testo sia stato scritto da un avvocato, assessore alle Opere Pubbliche con esperienza amministrativa ventennale.

Quando gli amministratori comunali fanno dichiarazioni pubbliche, soprattutto a proposito di deroghe alle leggi, hanno il dovere di chiarire a quale testo si riferiscono.

Il Bando Periferie approvato con DPCM del 25 maggio 2016 non prevedeva affatto deroghe al Decreto Legislativo 50/2016, art. 165 (quote di partecipazione dei privati), art. 183 (project financing) o altri articoli connessi.

Gli unici riferimenti alle percentuali del 75% di investimenti pubblici e 25% di partecipazione dei privati, sono contenuti nell’art. 7- Criteri di valutazione dei progetti- del Bando Periferie che prevede: “Nella selezione dei progetti saranno applicati i seguenti criteri di valutazione, con relativi punteggi: a) tempestiva esecutività degli interventi (fino a 25 punti); b) capacità di attivare sinergie tra finanziamenti pubblici e privati, laddove il contributo finanziario di questi ultimi sia pari almeno al 25% dell’importo complessivo necessario alla realizzazione del progetto proposto (fino a 25 punti)”.

Nella “FAQ- Risposta a quesiti richiesti” del 6 luglio 2016, il Governo ha chiarito che “Il contributo finanziario del privato (art. 7, comma 1 – punto b) della misura minima del 25% è riferita al costo complessivo dei progetti costituenti la proposta oggetto della richiesta di finanziamento”.

E’ evidente, quindi, che la compartecipazione dei privati di almeno il 25%, non obbligatoria, si deve riferire al costo di tutto il Progetto “la città di tutti, la città per tutti” presentato dal Comune di Benevento e non al costo del singolo intervento della Lumode e anche questa considerazione chiarisce che l’art. 7 del Bando Periferie non era, ne poteva essere, la “deroga” alle norme sul Project Financing.

Pasquariello, inoltre, ribadisce che il parcheggio interrato in piazza Risorgimento è stato deciso dal Consiglio comunale ma non indica quale sarebbe l’atto con il quale il civico consesso avrebbe così stabilito. In realtà, il Consiglio Comunale del 31 luglio ha solo discusso e neppure votato, una Mozione preparata dai consiglieri Lepore, Del Vecchio, De Pierro, che si limitava a chiedere genericamente una riduzione della volumetria del palazzo che la Lumode vorrebbe costruire sull’ex campo La Salle. Neppure i tre ex consiglieri di opposizione, da tempo a sostegno della maggioranza, hanno mai fatto alcun cenno al parcheggio interrato in piazza Risorgimento.

Per Altrabenevento, Gabriele Corona

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Da Gazzetta di Benevento del 3 febbraio 2021

Manca in tutti gli atti l’attestazione della Lumode che il suo impegno economico non sia inferiore al 51% dell’investimento. Qui siamo intorno al 25% e c’e’ dunque un danno erariale. Fausto Pepe fa strame dell’iniziativa privata con la quale si intende intervenire su piazza Risorgimento e piazzale Vari

Redazione

Fausto Pepe, dirigente del Partito Democratico e già sindaco della città, fa strame dell’iniziativa privata con la quale si intende intervenire su piazza Risorgimento e piazzale Vari.

“Ho letto – scrive – l’ultima “puntata” di Altrabenevento relativamente alla vicenda del Progetto di Finanza di piazza Risorgimento e area Terminal, presentato dalla Lumode, e ricordo come io stesso in un Consiglio comunale del novembre 2016, espressi notevoli perplessità.

Di fatto il Progetto di Finanza ad iniziativa privata presentato dalla Lumode al Comune di Benevento, ha diversi problemi procedurali, nel senso che non ha di fatto ottemperato alle procedure più elementari della legge sui Lavori Pubblici, del Codice dei Contratti e direttive Autorità Nazionale Anti Coprruzione (Anac).

Innanzitutto manca la scelta del promotore privato, tramite atto di delibera di Giunta comunale, nella quale doveva essere allegato obbligatoriamente la relazione del Responsabile Unico del Procedimento (Rup) relativamente alla fattibilità tecnico economica del progetto, redatta secondo le disposizioni normative vigente (Codice dei Contratti).

Nella stessa Delibera di Giunta, si sarebbe dovuto inoltre dare atto, che la proposta della Lumode fosse inserita nel Programma triennale delle Opere Pubbliche, come Progetto di finanza ad iniziativa privata, che sulla stessa area non vi fosse mai stato un intervento previsto né pubblico né privato, e che ci fosse effettivamente un interesse pubblico.

Ma la cosa più importante, per alcuni versi sconvolgenti, è che manca in tutti gli atti proposti su questo argomento, l’attestazione che l’impegno economico del proponente, Lumode, non sia inferiore a quanto previsto dalla legge e cioè il 51%.

Nella fattispecie, ci troveremmo rispetto ad un finanziamento pubblico (Piano Periferie) di circa il 75%, a fronte di un impegno del promotore privato di circa 25% (danno erariale).

Lo stesso progetto proposto dalla Lumode, sempre ai sensi di legge, non è mai stato sottoposto al Consiglio Comunale, per prendere obbligatoriamente atto della proposta del promotore e delle relative dichiarazioni di parte circa il possesso dei requisiti tecnici ed economici.

Ma vi è di più, il Consiglio comunale avrebbe dovuto verificare, su proposta della Giunta comunale e quindi del Rup, la conformità degli atti proposti ai sensi di quanto previsto dalla norma, e quindi del Piano Economico Finanziario e dello schema di convenzione presentato, ed esprimersi obbligatoriamente in merito alla gestione del servizio proposto ed assegnato alla Lumode per i prossimo 30 anni (parcheggi e terminal), oltre che sulla variante al Piano Urbanistico Comunale (Puc) (progetto non conforme), e decretare “l’interesse pubblico” della proposta progettuale di Progetto di Finanza ad iniziativa privata.

Sempre nella deliberazione del Consiglio comunale, resta obbligatorio acquisire il parere dei revisori dei conti, che sono competenti ad esprimersi ai sensi del Testo Unico sugli Enti Locali (Tuel), sia relativamente al ricorso al project financing, da ritenersi strumento di finanza innovativa, sia relativamente alla modalità di gestione del servizio terminal e parcheggi.

Ricordo infine che l’Anac prevede per i progetti di finanza ad iniziativa privata, che il Consiglio comunale determini la effettiva “traslazione del rischio economico” in capo al gestore (concessionario), posto che “ai fini della corretta qualificazione giuridica, il contratto di concessione differisce dall’appalto perché il concessionario, a differenza dell’appaltatore, assume su di sé il rischio di non riuscire a recuperare gli investimenti effettuati ed a coprire i costi sostenuti per erogare i servizi oggetto del contratto in condizioni operative normali”.

Di fatto il Consiglio comunale di Benevento ignora l’esistenza in atti di questa proposta privata di Progetto di Finanza “Lumode”, che ricordiamolo a chi non vuole intendere, chiede con un finanziamento pubblico (bando delle periferie) addirittura del 75% del costo della singola opera (non dell’intero programma), cosa questa, come detto prima, assolutamente contro la norma”.

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Gazzetta di Benevento del 3 febbraio 2021

Lettere di protesta e denunce di Comitati ed Associazioni, tutti arruolabili nei detrattori di professione dell’Amministrazione Mastella

Tutti lamentano di diritti negati, leggi e regolamenti non rispettati a proposito del Piano Periferie. In realta’ chiedono e sperano che il finanziamento venga revocato perche’ l’opera non s’ha da fare! risponde Pasquariello a Pepe

Redazione

Mario Pasquariello, vicesindaco di Benevento, attraverso una nota, è intervenuto nuovamente in merito al progetto volto alla riqualificazione di piazza Risorgimento e dell’area dell’attuale Terminal bus, inserito nel programma “La Città di tutti, la Città per tutti” finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri nell’ambito del Piano Periferie.

“La mia replica – scrive – giunge dopo aver letto il comunicato dell’ex sindaco, Fausto Pepe il quale contesta, a parere dello scrivente strumentalmente, vizi procedurali ed amministrativi tali da inficiare la realizzazione dell’opera.

Le opere finanziate nell’ambito del Piano Periferie, in particolare il progetto di riqualificazione di piazza Risorgimento e dell’area dell’attuale Terminal bus, sembrano essere diventate un incubo per i “soliti” detrattori di professione dell’Amministrazione Mastella.

Purtroppo per loro e per fortuna della nostra comunità si stanno tramutando in realtà posto che, proprio in questi giorni, sono partiti ben sei interventi di riqualificazione della nostra città (tra gli altri, interventi volti alla riqualificazione di quartieri come il Rione Libertà e il Rione Ferrovia, opere di messa in sicurezza del fiume Calore e dei suoi argini, della via Appia e di via Avellino).

Volendo entrare, poi, nel merito della proposta progettuale contestata cioè valutare la opportunità e necessità di provvedere alla riqualificazione di piazza Risorgimento e dell’area dell’attuale Terminal bus credo che non ci possano essere dubbi posto che ritengo sia un eufemismo attribuire valore di piazza ad un parcheggio quale è oggi ridotta piazza Risorgimento (portata ad esempio della architettura razionalista sui testi di architettura ma, nella realtà, ridotta ad un invaso spaziale contenente auto) o non considerare la situazione dell’attuale terminal bus (soluzione provvisoria diventata, nei fatti, definitiva).

Ma allora, mi domando, quale il problema?

Forse che mentre le precedenti amministrazioni guidate dal sindaco Pepe hanno provato a risolvere tali problematiche senza, però, concludere nulla, l’Amministrazione Mastella ci sta riuscendo, prevedendo la riorganizzazione del sistema di mobilità cittadina a mezzo: dello spostamento del Terminal bus in area più idonea, in prossimità della stazione centrale, come d’altronde avviene nella maggior parte delle città del mondo, così da realizzare una intermodalità del traffico su gomma e di quello su ferro in relazione anche alla prossima realizzazione dell’Alta Capacità Napoli-Bari; dello spostamento del parcheggio auto nell’area sottostante piazza Risorgimento con un numero doppio di disponibilità di posti auto rispetto ad oggi; della riqualificazione dell’area dell’attuale terminal bus e la restituzione della sua funzione originaria a piazza Risorgimento?

Da qui si comprendono le strumentali contestazioni volte ad un unico obiettivo: Mastella non può attribuirsi il merito della risoluzione di questioni così importanti!

Dunque: l’opera non s’ha da fare!

Per cui a dispetto dei bisogni della città, della risoluzione dei suoi problemi… no, l’opera non s’ha da fare!

Ecco che al Comitato tecnico che segue per conto della Presidenza del Consiglio dei Ministri il Piano Periferie e che dovrà esprimersi sulla variante progettuale voluta dalla civica Assise e condivisa dall’Amministrazione continuano ad arrivare lettere di protesta e denunce di comitati ed associazioni (tutti arruolabili nei detrattori di professione dell’Amministrazione Mastella) che lamentano di diritti negati, leggi e regolamenti non rispettati…

Insomma che chiedono e sperano che il finanziamento venga revocato perché… l’opera non s’ha da fare!

Nel merito dei rilievi sollevati dall’ex sindaco, oggi “dirigente” del Pd, si deve far notare che la percentuale di finanziamento pubblico del 75% non è una scelta o una errata valutazione dell’Amministrazione Mastella ma è contenuta nel Bando delle Periferie pubblicato dal Governo Renzi (di cui il “dirigente” del Pd era fervente sostenitore) nel 2016.

Tale percentuale, molto vantaggiosa per gli imprenditori privati che decidevano di partecipare alla manifestazione di interessi, fu fissata al 75% proprio per favorirne la partecipazione in considerazione della grave crisi economica che attraversava allora (così come, d’altronde, oggi) il settore dell’edilizia.

Si trattava, dunque, di una misura straordinaria.

Ne consegue che anche l’attestazione relativa all’impegno economico dell’imprenditore proponente l’opera, di cui Pepe lamenta l’assenza, non ha ragione di esistere.

Più in generale, con riferimento alla procedura di approvazione adottata, non sono giunti rilievi dalla Commissione esaminatrice.

L’opera è stata finanziata nel 2017 dopo essere stata giudicata coerente con le finalità del bando governativo.

Dunque, dopo aver provveduto a far rielaborare il progetto in questione secondo le indicazioni dei consiglieri del Pd (partito di cui Pepe è dirigente) accolte dal Consiglio comunale, dopo aver fornito i chiarimenti e le integrazioni richieste dal Comitato tecnico, l’Amministrazione resta in attesa del parere positivo alla variante progettuale proposta.

Poi sarà pubblicato il bando per la realizzazione dell’opera proposta da quello che, ad oggi, resta solo e soltanto il soggetto proponente e tutte le imprese che vorranno partecipare potranno avanzare soluzioni migliorative.

In tal modo avremo, finalmente, una bella piazza, un parcheggio interrato per le autovetture di chi lavora, abita e frequenta il centro storico, la fermata dei bus per gli studenti nell’area dell’ex Collegio de la Salle, il Terminal bus vicino alla Stazione Centrale.

Noi operiamo perchè si realizzi tutto questo!

Cosa vuole invece il “dirigente” del Pd, Fausto Pepe? Cosa vogliono i detrattori di professione dell’Amministrazione Mastella?

Se non si vuole che si realizzi tutto ciò perché non uscire allo scoperto?

Perché nascondersi dietro vizi procedurali ed amministrativi (quando non anche dietro vergognose calunnie…) o, addirittura, impegnarsi per trovarne di possibili in modo da non far finanziare l’opera?

Non è certo questo ciò che ci aspettiamo da un partito “di governo” come il Pd e dal suo “dirigente” Fausto Pepe.

Auspichiamo che il livello del dibattito si alzi. Non è “più” tempo di nascondersi. La città ed i suoi problemi lo esigono, lo meritano”.

 

 

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