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Affari sulle Periferie, terza puntata: la Lumode, il dirigente Iadicicco e la Segretaria Generale del Comune

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“Sette milioni di euro per riqualificare le periferie di Benevento che l’amministrazione comunale vuole utilizzare per un palazzo casertano nel centro della città”

Terza puntata: “Il progetto della società Lumode redatto dall’arch. Antonio Iadicicco, poi diventato Responsabile del Programma Periferie del Comune di Benevento”

[ La Introduzione del 16 gennaio, la prima puntata “Il razzismo di Mastella” del 20 gennaio e la seconda puntata “Diciotto milioni di euro del Ministero acquisiti grazie a sei milioni promessi da una ditta con un capitale sociale di 40.000 euro” del 28 gennaio”, sono pubblicate su www.altrabenevento.org/altrabenevento/?cat=250 ]

Tra i 17 interventi che compongono il Progetto “La città di tutti, la città per tutti” inviato dal Comune di Benevento alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con la richiesta dei finanziamenti destinati alla riqualificazione delle Periferie, c’è anche quello presentato dalla società Lumode di Gricignano d’Aversa per l’area Piazza Risorgimento- ex capo del collegio La Salle.

Il Bando del Governo approvato con DPCM del 26 maggio 2016, precisava che “si considerano periferie le aree urbane caratterizzate da situazioni di marginalità economica e sociale, degrado edilizio e carenza di servizi. Gli interventi si devono attuare senza ulteriore consumo di suolo”

Invece, piazza Risorgimento e l’ex campo La Salle non sono periferiche e non sono caratterizzate da “degrado edilizio” (edifici diroccati, ex stabilimenti industriali, ecc).

Per tentare di dimostrare che l’area è degradata, nel progetto non viene indicata la esistente struttura della Provincia con ufficio informazioni, sale di aspetto e servizi per i pendolari.

L’anonimo progettista incaricato dalla Lumode srl, dopo aver richiamato i piani urbanistici di Piccinato per piazza Risorgimento, dichiara di avere come obiettivo la valorizzazione dell’architettura degli edifici esistenti ma prevede la realizzazione di un porticato che impedirebbe la corretta percezione proprio di quelle costruzioni.

Sull’area dell’ex collegio la Salle, oggi Terminal bus extra urbani, il misterioso progettista della società casertana, dimenticando che non sono ammissibili proposte che comportano “consumo di suolo”, cioè nuovi edifici su aree libere, immagina la costruzione di un palazzo di 5 piani, due destinati a parcheggio e tre per commercio, servizi e residenze.

Nel progetto, però, non è indicata la presenza di una sottostante galleria ferroviaria e neppure si fa cenno a materiale di riporto (resti di demolizioni ammucchiati per diversi metri) che rendono difficile la costruzione del palazzo e la presenza di reperti archeologici ritrovati dalla Soprintendenza nel 1986.

Per fare spazio al nuovo edificio, il tecnico che ha redatto e non firmato il progetto annuncia il trasferimento del Terminal Bus in una nuova struttura da costruire vicino alla stazione ferroviaria ma i piani urbanistici e della mobilità del Comune di Benevento non hanno mai previsto lo spostamento di quel servizio.

L’intervento edificatorio proposto dalla Lumode srl, molto simile a quello presentato nel 2004 e nel 2007 da altre società casertane, prevede il costo di € 9.404.600.

La Lumode srl ne chiede 7.000.794 come finanziamento pubblico e si impegna a contribuire con appena 2.403.815,76 da recuperare attraverso la gestione per 30 anni di quell’opera e quindi i fitti dei negozi, gli appartamenti, i servizi e gli incassi dei parcheggi (pretende anche che nel raggio di mille metri, non si possa parcheggiare fuori dagli stalli per indurre gli automobilisti ad utilizzare il suo multipiano).

Insomma, si tratta di una proposta di Project Financing ma non è stata adottata la relativa procedura amministrativa come hanno sottolineato più volte alcuni consiglieri comunali e dirigenti di partiti di opposizione, anche perché è stata accolta solo dalla Giunta Comunale ad agosto 2016 e mai sottoposta all’approvazione del Consiglio Comunale.

A febbraio 2020 l’associazione Altrabenevento ha comunicato che l’anonimo progettista dell’intervento Lumode srl è l’arch. Antonio Iadicicco, attuale dirigente del settore Urbanistica del Comune di Benevento e Responsabile per l’attuazione del Progetto “La città di tutti, la città per tutti” ammesso a finanziamento ministeriale nel quale è inserita anche la proposta che lui ha elaborato.

Iadicicco ha confermato ufficialmente “Di aver conosciuto il rappresentante legale, della società Lumode nell’anno 2010 nell’ambito del progetto di costruzione di una piscina polivalente in località San Giovanni di Ceppaloni, di cui la società era appaltatrice dei lavori ed il sottoscritto progettista dell’opera in qualità di architetto libero professionista” (nella foto, al centro Iadicicco alla inaugurazione del Green Park) e di aver successivamente espletato nel 2016 “l’elaborazione della progettazione preliminare del ‘Progetto integrato di riqualificazione urbana dell’area di piazza risorgimento e dell’area attualmente adibita a terminal bus extraurbani’”.

Poi Iadicicco ha dichiarato di aver “provveduto a rendere le dimissioni dall’incarico sopradetto e di non aver avuto più alcun rapporto professionale in merito con la società Lumode e quindi di non avere allo stato nessun conseguente conflitto di interessi in relazione all’attuale incarico di responsabile del Programma delle Periferie del Comune di Benevento”.

Questa lettera risale a marzo 2020 e quindi, si riferisce a quel periodo la dichiarazione di “non avere allo stato nessun conflitto di interessi”, ma a dicembre 2018 quando Iadicicco fu nominato Dirigente del Settore Urbanistica e RUP del Progetto Periferie, c’era conflitto ?

L’architetto non ha chiarito come e quando si è dimesso dall’incarico e non lo ha accertato la Segretaria Generale del Comune di Benevento, neppure in relazione a quanto previsto dal Decreto Legislativo n.39 del 2013 che prevede la “inconferibilità” di incarichi di dirigente comunale “A coloro che, nei due anni precedenti, abbiano svolto in proprio attivita’ professionali, se queste sono regolate, finanziate o comunque retribuite dall’amministrazione o ente che conferisce l’incarico”.

Iadicicco ha elaborato il progetto per la Lumode a luglio 2016 che prevede una parcella di 87.000 euro inserita nel costo complessivo ammesso a finanziamento, con accollo del 75% a carico del ministero con mutuo attivato dal Comune di Benevento.

A dicembre 2018 Iadicicco è stato nominato dirigente dell’Ente ma la dichiarazione “di non trovarsi in alcuna delle condizioni di inconferibilità e incompatibilità” è stata firmata il 30 luglio 2019, otto mesi dopo l’assunzione dell’incarico. Perché?

La Segretaria Generale del Comune a marzo 2020, dopo la segnalazione di Altrabenevento, si è limitata a stabilire che Iadicicco per motivi di opportunità, non deve occuparsi, direttamente o indirettamente, del progetto Lumode, ma non ha assunto alcun provvedimento per gli atti firmati dal dirigente da dicembre 2018 a febbraio 2020, ad esempio, per la modifica della bozza di Convenzione tra il Comune e la Lumode o per il mutuo necessario a coprire il finanziamento pubblico per il progetto “piazza Risorgimento- ex campo La Salle”.

Un chiarimento da parte della dott.ssa Maria Carmina Cotugno, segretaria generale del Comune di Benevento, si impone, anche perché recentemente Iadicicco ha firmato ancora atti relativi a quel progetto, nonostante avesse assicurato che si sarebbe astenuto.

Per Altrabenevento- Gabriele Corona

[tra qualche giorno la prossima puntata: “La lettera del sindaco al Nucleo di attuazione del programma Periferie, il ‘vuoto desolante’ e il misterioso progetto rimodulato della società Lumode”

 

 

 

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