Affari in periferia, seconda puntata: diciotto milioni di euro grazie alle promesse di una piccola società in liquidazione.
Stampa questo articolo“Sette milioni di euro per riqualificare le periferie di Benevento destinati al palazzo casertano nel centro della città”
Seconda puntata: “Diciotto milioni di euro del Ministero acquisiti grazie a sei milioni promessi da una ditta con un capitale sociale di 40.0o0 euro”
[ La Introduzione del 16 gennaio, e la Prima Puntata "Il razzismo di Mastella" del 20 gennaio, sono pubblicati su www.altrabenevento.org/altrabenevento/?cat=250 ]
Il 25 maggio 2016 con un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, fu approvato il Bando per i progetti delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia relativi alla “riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie”. Il Bando precisava che “si considerano periferie le aree urbane caratterizzate da situazioni di marginalità economica e sociale, degrado edilizio e carenza di servizi. Gli interventi si devono attuare senza ulteriore consumo di suolo”
Con la Delibera n. 97 del 26 luglio 2016 la Giunta Comunale di Benevento, su proposta dell’assessore all’Urbanistica, Gerardo Giorgione (nella foto), incaricò l’Ufficio Tecnico di elaborare una planimetria per individuare le aree periferiche e/o degradate sulle quali realizzare interventi di compartecipazione pubblica e privata.
Due giorni dopo, il 28 luglio 2016, con la Determinazione n. 452 il dirigente del settore Urbanistica approvò il bando per le “manifestazioni di interesse” da parte di soggetti privati interessati ad interventi su aree periferiche e/o degradate che però non erano indicate né si faceva alcun riferimento alla planimetria richiesta dalla Giunta due giorni prima.
L’Ente chiedeva la partecipazione finanziaria dei privati anche per acquisire il punteggio necessario ad accedere al finanziamento ministeriale di 18 milioni di euro.
Infatti, l’art. 7 del Bando del Governo stabiliva che si potevano assegnare al progetto presentato dai comuni: 25 punti per la tempestiva esecutività degli interventi; 20 punti per la fattibilità economica-finanziaria; 20 punti per la qualità innovativa; 10 punti per la capacità di innescare processi di rivitalizzazione economica; 25 punti per la “capacità di attivare sinergie tra finanziamenti pubblici e privati, laddove il contributo finanziario di questi ultimi sia pari almeno al 25% dell’importo complessivo necessario alla realizzazione del progetto proposto”.
Il 29 agosto la Giunta Comunale con la Delibera n. 121, senza Giorgione appena cacciato dopo gli insulti su facebook a Matteo Renzi, approvò il progetto denominato “La Città di tutti, la Città per tutti” composto da 17 interventi per il costo totale complessivo di € 26.582.202,25. Erano undici le proposte elaborate direttamente dal Comune (argini di fiumi, sistemazione di alcune strade, recupero di un edificio, terminal al rione ferrovia) ed altre sei presentate da privati che assicuravano € 8.582.202,25 di partecipazione finanziaria.
I primi quattro interventi (impianto sportivo al rione Libertà, campo Tennis zona alta, progetto di Assistenza Sociale e palazzo sul terminal bus), prevedevano in gran parte l’utilizzo del finanziamento ministeriale, ma gli altri due furono presentati da una società che assicurava un corposo investimento interamente a suo carico, senza contributi pubblici di alcun tipo.
La società interessata era la Geses srl di Benevento che propose la realizzazione di una grande piscina coperta vicino allo stadio Santa Colomba dal costo di € 4.644.901,07 e un Ostello nell’edificio ex Orsoline dal costo di € 1.250.000, ambedue con propri investimenti.
L’amministratore e socio unico della Geses aveva posto in liquidazione la società il 13 gennaio 2012 ma quattro anni dopo, esattamente il 6 maggio 2016, decise di ripristinare la “gestione attiva” perché aveva constatato la “sopravvenienza di interessanti nuove opportunità imprenditoriali”.
Il 28 luglio 2016 la Geses srl, capitale sociale di 40.000 euro con “costituzione di pegno” a favore di un soggetto estraneo alla società, presentò al Comune di Benevento i due progetti per la Piscina coperta e l’Ostello con gli atti di impegno per l’accollo a suo carico di 5.844.901 euro.
Le due proposte della Geses furono considerate credibili e valutate positivamente dall’Ente che le inserì nel Progetto “La città di tutti, la città per tutti” dal costo totale di 26.582.202,25 euro, inviato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con la richiesta di finanziamento di 18 milioni di euro. Grazie alla Geses la percentuale dell’investimento privato salì a € 8.582.202,25 pari al 32% del costo totale, superiore al 25% necessario per acquisire i punti previsti dal Bando.
Ma nonostante ciò, al progetto “La città di tutti, la città per tutti” furono assegnati solamente 25 punti, il minimo per l’approvazione ministeriale.
Quindi, senza la piccola Geses che prometteva finanziamenti privati per circa sei milioni di euro, il progetto complessivo del Comune di Benevento non avrebbe ricevuto i 18 milioni di euro dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Per Altrabenevento- Gabriele Corona
[tra qualche giorno la prossima puntata: “Il progetto della società Lumode redatto da Antonio Iadicicco, per la costruzione di un palazzo di cinque piani sul terminal bus”