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Flop tampone salivare rapido, la Genus Biotech “Decidiamo a proprio piacimento e soddisfazione”; Altrabenevento: “chiarite i rapporti con la pubblica Università”

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Riceviamo e pubblichiamo la nota del 22 ottobre della Genus Biotech, in risposta al comunicato di Altrabenevento dal titolo. “Il bluff del test salivare rapido annunciato da Mastella e Unisannio. Tamponi ai dipendenti comunali in un laboratorio con accreditato Covid19″ 

 Il comunicato stampa di Altrabenevento del 20 ottobre 2020 mette insieme diverse vicende locali, chiamando in causa, in una di queste, anche la spin off universitaria Genus Biotech e  le attività che essa svolge nello sviluppo di diagnostici per CoVid19.

Esclusivamente per gli aspetti che nel comunicato riguardano Genus Biotech, mi occorre puntualizzare quanto segue:

L’annuncio della messa a punto di un test rapido per la diagnosi di CoVid19 non è stato fatto dall’Università degli Studi del Sannio, come erroneamente riportato nel suddetto articolo, ma da una azienda lombarda che, peraltro, correttamente comunicava di averlo sviluppato con Genus Biotech, non con l’Università del Sannio. È vero che ad un mese dall’annuncio il test ancora non è disponibile al pubblico: per quanto nelle possibilità e nell’interesse di Genus Biotech lo sarà presto. Purtroppo, come in tutte le attività di R&D, non è semplice preventivare con precisione al secondo il tempo richiesto per lo sviluppo di un dispositivo, una formulazione o –come ben sappiamo- di un vaccino.

Per onore di cronaca, è necessario, però, chiarire meglio lo scenario in cui tutta la vicenda si dipana. Genus Biotech, dall’inizio di questa sfortunata pandemia, ha sviluppato una linea di diagnostici che include test sierologici, già registrati presso il Ministero della Salute, un metodo salivare per la diagnosi molecolare della presenza di SarsCoV2 ed infine un test rapido antigenico, capace di rilevare la presenza del virus anche in meno di tre minuti,  oggetto della attuale ricerca.

Il punto che pare sfuggire agli organi di stampa, locali e nazionali, è che Genus Biotech non ha obblighi verso alcuno per le attività di ricerca che svolge sulla diagnostica CoVid e per i risultati che da esse ne derivano. Questi sono infatti frutto di investimenti propri. Genus Biotech, che è la sola proprietaria dei risultati della ricerca svolta, è anche l’unica titolata a decidere, a proprio piacimento e soddisfazione, con chi, dove e quando renderne disponibili i prodotti risultanti.

Pasquale Vito- Responsabile Scientifico Genus Biotech

(a sinistra nella foto il prof. Pasquale Vito)

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La risposta di Altrabenevento del 23 ottobre 2020

Dopo il flop del tampone salivare rapido, il docente universitario Pasquale Vito, socio di maggioranza della Genus Biotech, risponde stizzito ad Altrabenevento ma non spiega quali sono i rapporti tra la società privata e la pubblica Università del Sannio.

Il prof. Pasquale Vito, docente all’Università del Sannio e socio fondatore della soc. Genus Biotech ha risposto stizzito al comunicato di Altrabenevento sulla figuraccia del tampone salivare rapido, annunciato come prodotto di eccellenza beneventano ma non autorizzato dal Ministero della Salute.

Il professore Vito ci tiene innanzitutto a sottolineare, magari per evitare ulteriore imbarazzo al rettore dell’ateneo sannita, che “l’annuncio della messa a punto di un test rapido per la diagnosi di CoVid19 non è stato fatto dall’Università degli Studi del Sannio, come erroneamente riportato nel suddetto articolo (di Altrabenevento), ma da una azienda lombarda che, peraltro, correttamente comunicava di averlo sviluppato con Genus Biotech, non con l’Università del Sannio.”

In verità il 9 settembre fu annunciato da Benevento, con grande enfasi, il nuovo test “griffato da Unisannio”, secondo il Mattino e in modo simile presentato da altre testate (Il Sannio Quotidiano: “Unisannio, ideato un tampone rapido”; NTR24 “Covid-19, dall’ Unisannio arriva il test salivare super rapido”; la Stampa di Torino: “Coronavirus, arriva il test rapido salivare: il risultato in 3 minuti. A realizzarlo è un’azienda brianzola di Merate (Lecco), in collaborazione con l’università del Sannio”; Fanpage “Arriva il via libera dal Ministero della Salute al test rapido salivare: il via alla produzione nei prossimi giorni, l’utilizzo entro poche settimane. Si tratta del risultato di una collaborazione tra l’Università del Sannio ed un’azienda brianzola.”).

Si aggiungevano i complimenti rivolti da vari rappresentanti politici e istituzionali. Ad esempio quelli del sindaco Mastella “I miei più sentiti complimenti all’Università degli Studi del Sannio, che ha collaborato con successo alla realizzazione di un nuovo test rapido, che, dalla saliva, ci dirà in 3 minuti se si è positivi al Coronavirus. Come sindaco della città di Benevento, sono orgoglioso …. ; quelli del presidente della Provincia, Antonio Di Maria: “Questa sinergia anti-Covid 19 è l’ennesima prova del valore aggiunto dell’Università degli Studi del Sannio… Il rilievo che, giustamente, la notizia del nuovo test rapido ha avuto presso gli Organi di informazione nazionale è motivo di ulteriore soddisfazione per tutti noi”.

Non ci pare che il rettore Canfora o il professore Vito hanno smentito o inviato precisazioni alle testate giornalistiche o spediti al mittente i complimenti a Unisannio, oppure precisato che quel tampone rapido non ha mai avuto alcuna autorizzazione dal Ministero della Salute.

Il prof. Vito nella sua risposta ad Altrabenevento si limita a scrivere “È vero che ad un mese dall’annuncio il test ancora non è disponibile al pubblico: per quanto nelle possibilità e nell’interesse di Genus Biotech lo sarà presto” ma neppure adesso spiega che a tutt’oggi l’autorizzazione ministeriale non c’è.

Pasquale Vito conclude il suo stizzito comunicato precisando che la “Genus Biotech non ha obblighi verso alcuno per le attività di ricerca che svolge sulla diagnostica CoVid e per i risultati che da esse ne derivano. Questi sono infatti frutto di investimenti propri. Genus Biotech, che è la sola proprietaria dei risultati della ricerca svolta, è anche l’unica titolata a decidere, a proprio piacimento e soddisfazione, con chi, dove e quando renderne disponibili i prodotti risultanti”.

Comprendiamo l’imbarazzo del professore Vito che però pare aver dimenticato che la Genus Biotech è presentata come spin-off della Università del Sannio, istituzione pubblica che paga i suoi docenti, come Vito, con soldi pubblici.

Gli spin-off o start-up universitari sono organismi di diritto privato aventi come scopo l’impiego, in chiave imprenditoriale, dei risultati della ricerca dell’università al fine di sviluppare prodotti o servizi di carattere innovativo.

Il prof . Pasquale Vito ha costituito la Genus Biotech nel 2017 e tuttora possiede il 56% delle quote della società; il 5% appartiene alla figlia, Vito Serena Italia; il 35% delle quote sono di Porcaro Floriana e il rimanente 4% del padre, Piero Porcaro, amministratore e socio anche di Tecnobios, marito di Maria Carmela Mignone, assessore del Comune di Benevento delegato ai rapporti con l’Università.

La Genus Biotech aderisce al Consorzio Sannio Tech, sempre della famiglia Porcaro-Mignone, che associa anche il Centro Delta che effettua esami clinici e test anticovid per i dipendenti del Comune di Benevento.

Non abbiamo capito, però, qual è l’interesse della pubblica Università del Sannio per le attività della società privata Genus Biotech delle famiglie Vito-Porcaro e se ci sono ricercatori o neo laureati che ci lavorano.

Promettiamo di prestare maggiore attenzione alle diciassette società Spin off della Università del Sannio e al ruolo che esse svolgono nel Sannio.

La presidente Sandra Sandrucci

 

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