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Nell’acqua del rione Libertà dopo 15 giorni scompare lo Pseudomonas ma arrivano i Batteri Coliformi

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Il presidente dimissionario della Gesesa, Luigi Abbate, dichiara che l’acqua non potabile è “un attentato alla salute pubblica”, però attacca l’ARPAC che ha accertato la presenza di inquinanti e Altrabenevento che ha denunciato pubblicamente. 

Comunicato stampa del 25 settembre 2020

Il presidente dimissionario della Gesesa, Luigi Abbate, eletto consigliere regionale soprattutto grazie ai voti raccolti dalla lista di Mastella in provincia di Caserta, è intervenuto per apostrofare come “strumentalizzazioni politiche” le denunce di Altrabenevento sulla qualità del servizio idrico in città.

Poi, non potendo negare la presenza di Pseudomonas Aeruginosa nell’acqua servita agli abitanti del rione Libertà, dichiara a LABTV che si tratta di un “attentato alla salute” da attribuire ai ritardi e alle omissioni dell’Arpac (Agenzia Regionale di Protezione Ambientale).

La dichiarazione è gravissima e non è sostenuta da prove o tantomeno da atti, come normalmente accade quando si vogliono sollevare polveroni che impediscono ai cittadini di comprendere fino in fondo di chi sono le responsabilità per quanto accade a loro danno.

Siamo costretti, pertanto, per l’ennesima volta, a raccontare noi, carte alla mano, quello che Enti ed autorità preposte dovrebbero fare, sperando di rendere anche più veloci gli accertamenti della Magistratura.

Il 7 settembre scorso la ASL preleva un campione di acqua dalla fontana di via Piccinato, al rione Libertà e lo consegna al laboratorio di analisi dell’Arpac per gli esami.

Dopo due giorni, il 9 settembre, l’ARPAC comunica ufficialmente alla ASL (Prot. 45578) di aver trovato 17 UFC (Unità Formanti Colonie) che invece dovrebbe essere pari a zero.

La ASL ha sicuramente ricevuto questo risultato di esame il 9 settembre e adesso deve spiegare cosa ha fatto. Lo ha comunicato alla Gesesa? Lo ha riferito al sindaco?

Sta di fatto che nessun provvedimento è stato adottato per chiudere le condutture e i cittadini hanno continuato a consumare acqua con Pseudomonas Aeruginosa mentre Abbate e Mastella erano impegnati in campagna elettorale.

La ASL il 15 settembre, cioè dopo 6 (sei giorni) dall’accertamento sulla presenza del pericoloso batterio, preleva un nuovo campione di acqua dalla stessa fontana del rione Libertà e lo consegna all’Arpac che accerta un aumento della presenza del pericoloso Pseudomonas Aerugisosa .

Infatti, il 16 settembre l’Agenzia Regionale Protezione Ambientale comunica (prot. 47121) che le UFC (Unità Formanti Colonie) sono aumentate da 17 a 69.

Il risultato è clamoroso: la concentrazione del pericoloso batterio è aumentata di quattro volte nell’acqua che i cittadini hanno continuato a bere ed usare per cucinare e lavarsi nonostante il primo accertamento del 9 settembre.

Il giorno dopo, 17 settembre, la ASL scrive alla Gesesa e al sindaco di Benevento (Prot. 95788), comunica i risultati degli esami che dimostrano la NON POTABILITA’ dell’acqua e “Invita a provvedere alla sospensione della erogazione idrica fino al ripristino delle condizioni di normalità”.

Ma neppure in questo caso accade nulla, a tre giorni dal voto per le elezioni regionali!

Il giorno dopo, 18 settembre, alle ore 13,07 l’associazione Altrabenevento invia una nota alla stampa per denunciare la fornitura di acqua NON POTABILE ai cittadini della parte bassa della città.

Dopo oltre due ore dalla pubblicazione del comunicato di Altrabenevento e numerosi commenti anche sui Social Network, il sindaco Mastella emette una ordinanza per VIETARE ai cittadini del lato destro del rione Libertà l’USO a fini potabili dell’acqua.

Quindi, il sindaco non ha ordinato alla GESESA di SOSPENDERE LA FORNITURA, come richiesto dalla ASL, ha ORDINATO ai cittadini di non usare l’acqua.

Ma gli abitanti del popoloso rione, senza un’adeguata informazione, hanno continuato ad usare l’acqua che giungeva nelle abitazioni con il pericoloso Pseudomonas Aeruginosa da almeno 9 giorni dal primo accertamento.

Questi sono i fatti e questi sono i documenti.

Chi ha strumentalizzato ? Chi ha attentato alla salute pubblica?

Le responsabilità sono di chi denuncia la fornitura di acqua non potabile, oppure di chi sapeva ed ha continuato a far finta di niente per non disturbare la campagna elettorale?

Durante i due giorni di votazioni, il sindaco ha continuato a sostenere che serviva solo lo scialacquamento delle tubazioni e una massiccia dose di cloro per debellare il batterio.

Concluse le operazioni di voto, la ASL ha fatto un nuovo prelievo e l’ARPAC ha accertato (Prot. 48533 del 23 settembre 2020) che nella fontana di via Piccinato non c’è più lo Pseudomonas Aeruginosa ma ha trovato nella fontana di Piazza San Modesto, “BATTERI COLIFORMI” (valore 1 MPN/100 ml) che non dovrebbero essere presenti affatto.

Non si comprende come sia possibile trovare ancora tali inquinanti dopo il massiccio uso di cloro utilizzato per lavare le condutture!

Nonostante gli ultimi esami dell’ARPAC il sindaco ha annullato la ordinanza che vietava l’uso dell’acqua che adesso continua ad essere utilizzata dai cittadini per bere, cucinare e lavarsi.

Mastella, Abbate e l’assessore all’Ambiente, Gerardo Giorgione, sono tenuti a dare spiegazioni, carte alla mano.

La presidente Sandra Sandrucci

 

 

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