Altrabenevento, inquilini e Civico22 fanno i guastafeste: rischia di saltare il mega affare della STAT
Stampa questo articoloDa Il Sannio Quotidiano del 18 luglio 2020
Progetto Stat, fumata nera dell’assemblea Relazione negativa di Perlingieri, consenso sociale assente: rischia di saltare tutto.
Siena “Non possiamo attendere in eterno”, ma Corona cita una relazione di Perlingieri
di Antonio Tretola
Una fumata nera. Consorzio Stabile e Stat raccolgono risultati non certo entusiasmanti all’assemblea organizzata all’hotel italiano per illustrare in cosa consiste il mega progetto che hanno messo su rispondendo ad un bando del 2019 di Palazzo Mosti.
Abbattere e ricostruire più di trecento alloggi di edilizia popolare nel cuore popolare dei due rioni, Libertà (Santa Maria degli Angeli) e Ferrovia (via Nuzzolo). Nelle more dei lavori indurre gli attuali inquilini a trasferirsi armi e bagagli in alloggio di transito, costruiti ad hoc. Poi rivendere sempre gli inquilini gli stessi alloggi proponendo loro un riscatto dell’abitazione al posto del canone ad un prezzo tra i 150 i 200 euro, puntando sul risparmio in bolletta energetica.
E poi ancora demolire tre scuole ricostruirle come gioiellini, ma mantenendone la proprietà per cinque.
Un’operazione audace su cui ha messo la faccia Pietro Siena napoletano e numero uno della società Stat, non una ditta di costruttori ma una società che si occupa proprio di trasformazioni immobiliare e territoriali e che a Benevento aveva già fatto capolino per i lavori alle case popolari di via Saragat.
Siena ha spiegato che loro non vogliono buttare giù le case di Santa Maria degli Angeli e Nuzzolo per sadismo, ma al contrario per motivi di sicurezza. Secondo uno studio all’Unisannio quelle case non rispettano i parametri anti-sismici in una città ad alto rischio terremoti come Benevento.
I soldi, una cifra che si aggira intorno ai trecento milioni sarebbero reperiti attraverso la partnership con EnelX, un nome e una garanzia in fatto di disponibilità finanziaria. Ha poi citato una trafila di leggi, commi, articoli e sentenze che hanno corredato la proposta senz’altro anche legittima sotto il profilo giuridico, ma di realizzazione molto complessa per una serie di altre varianti.
La prima delle quali, la più importante, le persone in carne ed ossa che nelle case che la STAT ha immaginato di demolire, ci vivono. E sono quelle persone (anziane donne, giovani tatuati, padre di famiglia) che si sono presentate nella sala convegni dell’albergo e sono apparsi per niente persuase dalle ‘magnifiche sorti e progressive’ disegnate da Pietro Siena. Lo hanno contestato, interrotto, accusato addirittura, esagerando un po’ ,di fare del ‘terrorismo’ parlando delle loro case come insicure.
E hanno tirato in ballo il Comune, l’amministrazione che hanno sentito troppo fioga su un progetto di questa rilevanza.
Chi ha piazzato sul tavolo il carico da novanta è stato poi Gabriele Corona che per primo ha tirato fuori l’interlocuzione tra Stat e Palazzo Mosti. Corona ha fatto il guastafeste tirando fuori una relazione del dirigente alle Opere Pubbliche, Perlingieri (inviata al sindaco e all’assessore Pasquariello ) che in pratica demolirebbe non le case popolari, ma i piani di Stat è Stabile.
Il primo nodo è la disponibilità dei suoli per gli alloggi di transito, cioè gli appartamenti dove trasferire gli inquilini degli alloggi da demolire e rifare daccapo. Inizialmente si dovevano fare a Capodimonte, ma ciò avrebbe azzerato per sempre la housing sociale di Capodimonte. L’amministrazione ho resuscitato il progetto grazie a Cassa depositi e prestiti. Così Stat ha trovato altri suoli a contrada Santa Colomba, ma qui c’è da fare una piscina comunale, prevista dal piano Periferie.
Perlingieri ha manifestato perplessità anche sui calcoli economici per la cessione degli appartamenti agli inquilini e sottolineato criticità “sull’alienazione a costo zero della scuola Bosco Lucarelli, bene indisponibile del Comune, per il quale è già stato acquisito un finanziamento pubblico per la demolizione e ricostruzione (quinti a costo zero per l’Ente) “. Nel mirino dunque “la conseguente cessione del finanziamento al soggetto proponente e un successivo impegno economico del Comune per riscattarlo. “
Corona ha ricordato poi che su via Nuzzolo i Comune ha approvato un progetto esecutivo da più di 600mila euro per rifare gli infissi: sono gli stessi alloggi che dovrebbero essere distrutti, secondo questo progetto.
Contrarietà anche dal cartello Civico22 con tanto di battibecco acceso da Pasquale Basile e il consigliere comunale Adriano Reale che ha provato a difendere la fattibilità del progetto.
In sala molti altri consiglieri comunali (la capogruppo di maggioranza Chiusolo, Giovanni Zanone, Giuliana Saginario, Vincenzo Sguera, Italo Di Dio, e Cosimo Lepore): tutti apparsi, dalle espressioni facciali e verbali, tutt’altro che entusiasti da un progetto a cui appare mancare una materia che ancora più preziosa del soldi: il consenso sociale, la disponibilità delle persone in carne ed ossa la cui vita sarebbe sensibilmente modificata da un progetto che va a toccare il tema sensibile del diritto all’abitare.