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Strani investimenti nel Sannio, necessarie le indagini dell’antimafia sul riciclaggio di danaro sporco.

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Altrabenevento aderisce alla mobilitazione contro la camorra proposta da Libera e sollecita indagini più incisive sul riciclaggio di danaro sporco in città. Confusa l’azione dei magistrati casertani su caso Sagliocchi che ha coinvolto anche una società sannita di distribuzione carburanti.

Comunicato stampa del 20 gennaio 2020

Si terrà domani, 21 gennaio, l’assemblea proposta dall’associazione LIBERA per organizzare la mobilitazione contro la camorra locale, recentemente finita, ancora una volta, al centro di due indagini della magistratura soprattutto per estorsioni e traffico di droga.

Altrabenevento aderisce con convinzione ma sollecita maggiore attenzione anche sul riciclaggio di denaro sporco che può provocare danni enormi in questa città molto fragile sul piano economico e sociale.

Autorevoli magistrati antimafia hanno più volte confermato che i clan camorristici delle vicine province di Napoli e Caserta, cercano di investire i proventi delle attività illecite (spaccio di droga, estorsioni, scommesse clandestine, traffico d’armi, discariche abusive, ecc) anche nel Sannio ma finora non ci sono state indagini significative su questa piaga capace di devastare l’economia di questa provincia.

Ovviamente il fenomeno è molto più conosciuto nel casertano ma non mancano contraddizioni clamorose della magistratura in Terra di Lavoro. Una delle vicende giudiziarie più contorte e ancora attuale riguarda il caso di Michele Patrizio Sagliocchi, imprenditore di Villa Literno dei settori petrolifero ed immobiliare, accusato di essere il riciclatore di danaro sporco del clan Zagaria. Con questa accusa nel 2014 la Direzione Distrettuale Antimafia sequestrò conti correnti, immobili, barche, automezzi, una immobiliare di Malta e quote societarie appartenenti all’imprenditore e alla sua famiglia per un valore complessivo di circa 48 milioni di euro. Il provvedimento nato da un’indagine dei magistrati della DDA di Napoli, tra i quali Giovanni Conzo, oggi Procuratore aggiunto a Benevento, riguardò pure parte delle quote della GOIL POWER srl (ex FULL PETROL srl) di Campoli del Monte Taburno, grossista di carburanti.

Il legale rappresentante della società amministrata fino al 2016 da Vincenzo Sagliocchi, figlio di Michele, è ora Tommaso Nicola Grasso, che non risulta coinvolto nella vicenda giudiziaria.

A gennaio 2019 il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha dissequestrato il “tesoro” di Michele Sagliocchi (pure le quote della GOIL) ma l’imprenditore a luglio scorso è stato arrestato per concorso esterno al clan dei casalesi. Anche questo provvedimento è stato annullato dal tribunale del Riesame ma i magistrati della DDA, Alessandro D’Alessio e Fabrizio Vanorio, tre giorni fa, il 15 gennaio, hanno firmato un nuovo avviso di conclusioni delle indagini ancora a carico di Michele Sagliocchi per collusioni con il clan Zagaria, che coinvolgono anche un assessore e un dirigente del Settore Tecnico del Comune di Caserta per presunte tangenti intascate per la costruzione del parcheggio multipiano San Carlo.

Speriamo che la contorta vicenda giudiziaria di Sagliocchi si concluda presto con l’accertamento della verità e che anche a Benevento si accerti la provenienza degli investimenti milionari per recenti strane attività immobiliari.

Il presidente Gabriele Corona

 

 

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