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Anticorruzione Mastella/3 – I trasferimenti e il progetto bocciato del figlio del dirigente

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Da Sanniopage del 29 novembre 2016

“Lo strano caso della villa da costruire in area alluvionata con il benestare dei vertici di Legambiente”

di Teresa Ferragamo

Si può pensare di costruire una villetta a ridosso del fiume Calore dopo un alluvione devastante come quella dello scorso anno? Sì, a Benevento si può. Si può perfino con il benestare dei vertici di Legambiente.

I fatti.  La richiesta arriva al Comune a marzo del 2016. La signora è proprietaria di un edificio residenziale in disuso e vuole usufruire delle agevolazioni del Piano Casa, che le consentirebbero di demolire il vecchio immobile e di costruire ex novo anche su un altro terreno. Così, insieme al suo progettista, Antonio Basile, decide di costruirsi una bella villetta a 45 metri dal fiume Calore.

Eppure, ad ottobre del 2015, il fiume Calore esondò provocando danni calcolati in milioni di euro. Nell’area dove la signora vuole costruire una bocciofila fu sepolta da tre metri d’acqua ed è riuscita a riaprire solo una settimana fa.

La pratica arriva sul tavolo dell’architetto Pasquale Palmieri, responsabile dell’attività di tutela paesaggistica del Comune. Palmieri analizza la questione, chiede un’integrazione della documentazione e rinvia il tutto alla Commissione Locale per il Paesaggio. Quest’ultima decide di inoltrate la pratica completa alla Soprintendenza Archeologica delle Belle Arti e del Paesaggio di Benevento e Caserta.

Il Soprintendente Salvatore Buonomo boccia la richiesta di autorizzazione paesaggistica perché l’area sulla quale la signora intende costruire ricade nella fascia di tutela del fiume Calore.

La costruzione del villino residenziale a 45 metri dall’argine del fiume Calore, in via Grimoaldo Re, avrebbe costituito, insomma, un’alterazione paesaggistica in quanto avrebbe modificato il paesaggio fluviale. Non solo, il Soprintendente si spinge oltre, forse per senso di responsabilità o solo per buon senso, e suggerisce alla signora di costruire in altra area, più lontana dal fiume per mettersi al riparo da un’eventuale futura esondazione del fiume, come avvenuto a ottobre del 2015.

Il no al progetto e il trasferimento ‘coattivo’ di Palmieri per conto di Basile (padre)

Pasquale Palmieri, il 9 novembre scorso, rigetta l’istanza, negando l’autorizzazione paesaggistica. Ieri, lo stesso Palmieri è stato trasferito dal dirigente del Comune Luigi Basile in altro ufficio ad altre funzioni.

Ma chi è il progettista della signora che vuole la villa in area alluvionata?

E’ Antonio Basile, ingegnere, figlio di Luigi Basile, il dirigente che, ieri, ha firmato il provvedimento di trasferimento di Palmieri, ma soprattutto presidente del circolo cittadino di Legambiente.

Una settimana fa, Antonio Basile diffondeva a mezzo stampa “un’approfondita riflessione sullo stato di salute delle acque dei fiumi Calore e Sabato, ove la flora e la fauna sono a rischio di estinzione per il forte inquinamento che negli ultimi anni ha subito un incremento esponenziale”.

E annunciava che “a tal riguardo, al fine di ridurre il più possibile tale pericolosità, l’ufficio di Presidenza approverà il dossier depuratore”.

Ma soprattutto Basile si mostrava contrario alla costruzione del depuratore in area alluvionabile.

“Legambiente Benevento – scriveva nel comunicato stampa – è fortemente contraria alla ubicazione dell’impianto di depurazione nell’area individuata che coincide con quella di esondazione del fiume Calore. Infatti in caso di piena – spiegava – oltre a costituire un ulteriore ostacolo al deflusso naturale verrebbe sicuramente spazzato via dalla furia delle acque”.

Ma se il fiume Calore potrebbe tornare ad infuriarsi e spazzare via un depuratore, ci si chiede come mai Antonio Basile, abbia, da progettista, avallato (firmandone il progetto) la costruzione di una villetta monofamiliare a ridosso dello stesso fiume. Che difficilmente usa due pesi e due misure, come pure capita agli ambientalisti quando dismettono le bandiere gialle.

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