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La vendetta del M5S dopo le polemiche per la nomina scandalosa del fratello del grillino

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Comunicato stampa del 4 novembre 2016

Squallida vendetta del Movimento 5 Stelle: dopo le polemiche sulla scandalosa nomina del fratello di Vittorio Giangregorio come consulente del PIU EUROPA, i consiglieri Nicola Sguera e Marianna Farese forniscono alla stampa le fotocopie dei mandati di pagamenti per gli incentivi ai dipendenti comunali.

Con la conferenza stampa di ieri il Movimento 5 Stelle di Benevento ha certificato da una parte la sua voluta insipienza come gruppo di opposizione e dall’altra la naturale propensione per lo sciacallaggio nei confronti di chi li critica.

Per cinque mesi li abbiamo visti all’opera e siamo rimasti senza parola, anche ascoltando gli interventi senza senso dei due consiglieri comunali. Sulla vicenda mensa scolastica che anche loro hanno molto cavalcato in campagna elettorale, hanno depositato agli atti del Consiglio un documento che non serve a niente se non a testimoniare la propria esistenza in vita. Ieri sono intervenuti sul cosiddetto “Programma per la riqualificazione urbana” con critiche banali e l’auspicio che il sindaco Mastella possa quanto prima indicare la sua idea di città.

In compenso sanno essere molto aggressivi con chi li critica, oppure li invita semplicemente a chiarire la loro posizione su aspetti particolari e significativi. E’ successo così, ad esempio, per l’incarico dato dall’amministrazione comunale a due consulenti per il PIU EUROPA, tra i quali il fratello di uno degli attivisti grillini più noti in città, Vittorio Giangregorio. Commentando la notizia già comparsa sulla stampa, dopo aver escluso che la nomina fosse stata chiesta o lottizzata politicamente, avevo invitato il Movimento 5 Stelle ad esprimere una valutazione sui criteri per le nomine e sull’ammontare degli incarichi davvero esagerati per un mese di attività.

Si è scatenata, soprattutto sul social network una polemica inaudita perché i grillini prima si sono dichiarati estranei a quegli incarichi, ma poi li hanno difesi. Ci ha pensato la segretaria generale dell’Ente a correggere gli importi scandalosi di quegli incarichi riducendoli dell’84%.

Ma ai grillini la figuraccia non è bastata ed hanno annunciato che avrebbero pubblicato tutti ma proprio tutti, i documenti relativi allo scandalo PIU EUROPA. Ieri, però, al termine di una conferenza stampa hanno consegnato ai giornalisti gli elenchi dei consulenti del PIU Europa che in verità erano già stati pubblicati su qualche testata locale alcuni mesi fa e che compaiono anche sul sito del Comune di Benevento. Si tratta, com’è noto di incarichi discrezionali, cioè clientelari, che hanno destato polemiche e che ora saranno valutati da una Commissione di Indagine nominata dal consiglio Comunale. Ma neppure in questa occasione i grillini hanno espresso un giudizio sulla nomina, sempre discrezionale, fatta da Mastella a favore del fratello di un loro attivista e neppure hanno consegnato copia del curriculum o del contratto scandaloso, clamorosamente censurato dalla segretaria Generale del Comune.

Hanno invece fornito ai giornalisti, addirittura, le copie dei mandati di pagamento degli incentivi pagati ai dipendenti comunali per dimostrare la scandalosa gestione di quei fondi. Non hanno spiegato, però, quale malaffare vorrebbero così dimostrare al punto da rendere necessaria la pubblicazione di documenti che contengono anche gli estremi dei conti correnti bancari dei destinatari dei pagamenti. Premesso che io come dipendente del Comune non ho avuto alcun incarico del PIU Europa, né è stato nominato un mio familiare o parente tra i consulenti, devo ricordare che gli atti dati in pasto alla stampa fanno solo riferimento al pagamento di incentivi previsti per legge per la progettazione e la realizzazione delle opere pubbliche. Ho avuto modo più volte di evidenziare che va completamente rivisto il sistema delle incentivazioni nel Comune di Benevento, ma questi pagamenti sono stati effettuati a seguito di incarichi conferiti. Se le attività pagate non sono state svolte, i consiglieri del Movimento 5 Stelle avrebbero dovuto spiegarlo ai giornalisti contestualmente alla consegna di atti di cui sono venuti in possesso come membri della Commissione di Inchiesta, prima di esporre tutti i dipendenti citati al pubblico ludibrio.

Il presidente Gabriele Corona

 

 

 

 

 

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